Capostipite della classe di direttori di gioco degli anni del boom, è stato il primo fischietto ticinese a poter dirigere a livello internazionale
Si è spento a 86 anni Giampiero Cambrosio, capostipite – diciamo così – degli arbitri ticinesi che hanno vissuto gli anni del boom, quando il Ticino era una potenza nazionale con anche cinque squadre in Lega nazionale A. Cambrosio, Giancarlo Alberti, Giordano Marelli e Piergiorgio Rezzonico sono stati i portabandiera degli arbitri nostrani, in un “conflitto” più o meno visibile con i vari Busset, Delessert, Bendayan e altri ancora dell’area romanda, friborghese in particolare. Rivalità che si esprimevano in maniera più o meno plateale anche sul campo in occasione
di sfide al tempo epocali che non erano quindi limitate solo al campanilismo fra le nostre compagini e quelle romande. Arbitri che con il loro operato hanno contribuito alla crescita e allo sviluppo del nostro basket.
Cambrosio era il migliore del lotto, ed è stato il primo ticinese a diventare arbitro internazionale: era molto corretto e competente e il suo percorso è stato lungo e importante. Ha arbitrato non poche partite internazionali e di Coppa dei Campioni e di Coppa Korac. Il suo carattere, gioviale e comunicativo, era un fattore importante nelle discussioni di campo, immancabili in uno sport così “arbitrario” come il basket, dove le tensioni erano sempre al limite, ieri come oggi. Ma la sua autorevolezza nelle decisioni era un fattore utile a chiudere ogni discorso tecnico e a riportare il giusto clima di partita entro binari di leale competitività. Il suo amore per la palla a spicchi era a 360° e lo si vedeva spesso a Cantù, a Varese o a Milano per seguire il campionato italiano e le Coppe Europee da puro tifoso del basket fino a qualche anno fa, così come era presente soprattutto all’Elvetico a seguire i bianconeri. Il suo senso critico lo ha portato anche a essere un aiuto per chi iniziava la carriera in quegli anni, come Carlini e Mammone, è stato presidente della Lega B e commissario di campo per molti anni.
Alla sua famiglia le condoglianze nostre e di tutti coloro che con lui han vissuto momenti di basket indimenticabili.