Il patron granata Pablo Bentancur spiega i motivi del mancato rilascio in prima istanza del nullaosta, e assicura che il ricorso andrà a buon fine
Venti club di Swiss Football League si sono visti assegnare la licenza per poter disputare la prossima stagione nei campionati professionistici svizzeri, ma tra questi non c'è il Bellinzona, la cui richiesta è stata respinta in prima istanza, così come è successo pure allo Sciaffusa, altro sodalizio che milita nell’attuale torneo cadetto. La Commissione preposta al rilascio del nullaosta, dopo aver analizzato criteri giuridici, infrastrutturali, sportivi, amministrativi e finanziari, ha giustificato la sua decisione negativa adducendo ragioni finanziarie e di procedura.
Granata e renani hanno ora la possibilità di inoltrare ricorso entro mercoledì 30 aprile, vale a dire dopodomani. La seconda istanza, quella di ricorso, renderà noto il suo verdetto al più tardi il 21 maggio. Gli altri club di Sfl – e quindi anche il Lugano – hanno ricevuto in prima istanza il benestare per disputare la prossima stagione.
Dieci società sulle dodici di Super League (escluse Winterthur e Yverdon) hanno pure ottenuto il preavviso favorevole per prendere parte alle Coppe europee. Sette compagini di Challenge League hanno ottenuto una licenza che permetterebbe loro di disputare il massimo campionato, mentre lo Stade Nyonnais e le due papabili alla promozione dalla Promotion League (Bienne e Rapperswil) si sono viste attribuire una licenza di tipo 3, vale a dire limitata alla Challenge League. Il Kriens, altro club di Promotion, come Bellinzona e Sciaffusa, si è invece visto negare l'indispensabile papiro. Al momento, dunque, l’Acb non è ancora in possesso dell’autorizzazione a disputare il prossimo campionato cadetto, diritto che invece ha praticamente conquistato sul campo, con la salvezza ormai quasi assicurata grazie agli ultimi risultati positivi raccolti dai ragazzi guidati da Mister Sannino.
Una situazione che comunque non pare preoccupare troppo il patron granata Pablo Bentancur: «Si tratta in pratica di un equivoco in cui è incappata la Commissione delle licenze, che ha considerato come rappresentante del club una società ormai fallita – la Supergoal – che faceva capo come amministratore unico a Gabriele Gilardi, che noi abbiamo però già da tempo estromesso dalla società in quanto resosi colpevole di malversazioni che creavano gravi danni al nostro sodalizio, e per le quali abbiamo sporto denuncia penale. La società oggi invece è sana, ha assunto un altro nome e fa capo a noi Bentancur. Nei prossimi due giorni, compito del nostro team di legali sarà proprio dimostrare alle autorità di Swiss Football League che il signor Gilardi e la sua gestione assai discutibile non hanno più niente a che fare con l’Acb. E siamo tutti certi che svolgeranno al meglio il compito che sono chiamati a fare. Siamo dunque fiduciosi che la licenza, dopo il ricorso che depositeremo entro dopodomani, ci verrà regolarmente accordata, proprio come è successo negli anni passati. Fra l’altro, per dimostrare la nostra buona volontà e il buono stato delle nostre casse abbiamo già provveduto a versare a giocatori e dipendenti anche gli stipendi relativi al prossimo mese di giugno».
Nel comunicato della Swiss Football League si dice però che il mancato rilascio in prima istanza della vostra licenza è determinato, oltre che da mancanze sotto il profilo finanziario – di cui abbiamo appena parlato –, anche da problemi di tipo procedurale. Di cosa si tratta, nel dettaglio? «Anche in questo caso, non è nulla di grave o di irrisolvibile: ci è stato comunicato che non abbiamo fornito un documento relativo alla vendita di un giocatore che abbiamo effettuato lo scorso mese di dicembre, e che noi ovviamente faremo pervenire al più presto a chi di dovere».
La gestione dell’Acb da parte della famiglia Bentancur sembra insomma destinata a proseguire in un susseguirsi di ostacoli da superare e di inghippi da risolvere, un po’ a tutti i livelli: come ci si sente in questa situazione? «A questo punto ti confesso che mi sento veramente stufo. E dunque ribadisco che sono prontissimo a vendere il club, e in questo senso confermo che ci sono trattative in corso. In questi anni ne abbiamo passate un po’ di tutti i colori, abbiamo in qualche caso avuto problemi con la Città, che ad esempio ci ha fornito un campo d’allenamento non omologato che ci è costato una lunga serie di infortuni, e che quindi ci ha danneggiato. E poi ricordo che le stesse autorità cittadine hanno minacciato di togliermi l’accesso al campo basandosi sulle dichiarazioni di un dipendente del Comune poi rivelatesi del tutto false, dato che la persona in questione, alla fine, ha ritrattato tutto quel che aveva sostenuto in una denuncia ai miei danni».
E a che punto siamo invece con la questione dell’aggressione che avresti ricevuto da parte di un componente del tifo organizzato, che lo scorso settembre ti avrebbe sferrato un pugno con conseguente medicazione e certificato di inabilità al lavoro per alcuni giorni? «Il pugno me l’ha sferrato eccome, e lo ha fatto davanti a diversi testimoni, i quali hanno poi confermato la mia versione. Infatti ora questo tifoso, che io ho regolarmente denunciato, ha chiesto una conciliazione. La cosa che desta più stupore è che questa persona fa parte del Consiglio comunale di Bellinzona, e oltretutto ai tempi dell’aggressione era anche membro della dirigenza della sezione giovanile granata, ruoli che davvero ritengo incompatibili con la sua affiliazione a un gruppo di tifosi che si è fra l’altro reso protagonista di diversi atti di vandalismo».
Il legale della controparte nega ad ogni modo che il suo assistito abbia chiesto alcuna procedura di conciliazione. E aggiunge che la raccolta delle deposizioni dei testimoni è avvenuta in modo non conforme, motivo per cui dal Procutarore pubblico ha ottenuto facoltà di procedere a una eventuale nuova raccolta.