Calcio

Il trofeo della Champions avrà un pizzico di rossocrociato

Domani sera il Barcellona di Sydney Schertenleib cercherà di difendere il titolo contro l’Arsenal di Lia Wälti

(Imago)
23 maggio 2025
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La maturità del capitano e la poca esperienza della giovane promessa. Da una parte l’Arsenal di Lia Wälti e dall’altra il Barcellona di Sydney Schertenleib. La finale della ventiquattresima edizione della Champions League femminile, domani ore 18 allo stadio José Alvalade di Lisbona (e disponibile gratuitamente sul canale YouTube Dazn Women's Football), avrà un pizzico di rossocrociato. Una sfida che pende a favore delle catalane, capaci di raggiungere il quinto ultimo atto di fila e alzare per ben tre volte il trofeo. Già messo la firma su campionato e supercoppa, il Barça può cullare il sogno del poker sicché fra due settimane affronterà l’Atletico Madrid nella finalissima della Copa de la Reina. E pensare che, fino a dieci anni or sono, il curriculum era ridotto. Sconfitte 2-0 dal City, le blaugrana sono tornate a ribadire la propria forza inanellando una serie di ben dieci vittorie consecutive dominando il Wolfsburg nei quarti e il Chelsea in semifinale. Non è finita qui, perché nella massima competizione il Barça ha realizzato la bellezza di 44 centri. E, dunque, il record proprio del Wolfsburg è a una sola lunghezza. Il merito è da ricondurre alla macchina da gol Ewa Pajor, che per la prima volta in carriera ha superato le trenta bollature in stagione.

L’Arsenal non si trova nella medesima situazione, ma cercherà di opporsi sino alla fine così da riconquistare quel trofeo messo in bacheca la prima e ultima volta nell’ormai lontano 2007. Nonostante il cambio di allenatore operato a metà stagione, da Jonas Eidevall a Renée Slegers, e il fatto che abbia faticato a ingranare, la squadra londinese pare (finalmente) essere tornata competitiva e capace di creare patemi a qualsiasi rivale. Dopo aver vinto il proprio girone, malgrado la sconfitta per 5-2 rimediata in casa del Bayern nel corso della prima giornata, l’Arsenal si è infatti reso protagonista di tutta una serie di rimonte fra le quali spiccano quelle contro il Real Madrid ai quarti e contro l’Olympique Lione in semifinale. I riflettori saranno tuttavia puntati su Mariona Caldentey, ex blaugrana, club lasciato in estate per sposare la causa londinese. “Già una finale ha qualcosa di speciale, ma disputarla contro la tua ex squadra – in cui hai trascorso dieci anni – rende la situazione ancora più incredibile”, ha confessato. Un’altra città, un altro spogliatoio, un altro calcio. La natia di Felanitx non ha comunque impiegato molto a conquistare i tifosi grazie alle sue abilità tecniche, tant’è che qualche giorno fa è stata nominata migliore giocatrice della Women’s Super League. “Sono venuta qui a Londra per uscire dalla mia zona di comfort, per dimostrare che avevo le qualità per proporre un buon calcio anche fuori dal contesto Barça. Il campionato inglese mi ha insegnato quel gioco più incontrollato e folle”. L’Arsenal è una squadra infarcita di grandi nomi, eppure Mariona è l’unica che sa cosa significa giocare (e vincere) una finale di Champions League.

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