Reduci da un autunno deprimente, gli elvetici devono ritrovare compattezza e risultati in vista delle qualificazioni mondiali
Domani sera (ore 22) a Salt Lake City la Svizzera affronterà il primo test della mini tournée nordamericana. Avversario dei rossocrociati sarà il Messico, vincitore della Nations League della Concacaf, e dagli uomini di Murat Yakin ci si attende una prestazione convincente. Priva del solo Ruben Vargas (infortunato), la Nati ha potuto allenarsi in condizioni ideali, sotto il sole dello Utah, dove il gruppo si sta compattando in vista dell'inizio delle qualificazioni mondiali, che per gli elvetici cominceranno a settembre.
Al Rice-Eccles Stadium, arena da 50mila posti usata di solito per il football americano (Utah University), la Svizzera torna a esibirsi negli States, dove mancava dal 2007, quando in Florida la selezione allora diretta da Köbi Kuhn aveva vinto contro la Giamaica (2-0) e perso contro la Colombia (3-1).
Stavolta, come detto, davanti avremo il Messico, squadra in grande forma. Trascinata dalla punta 34enne Raul Jiménez (Fulham), la ‘Tri’ si appresta a disputare la Gold Cup, considerata – al pari del Mondiale per club – un antipasto della Coppa del mondo per nazioni del prossimo anno, in cartellone in Nordamerica (Usa, Canada e Messico). Pare dunque l'avversario ideale affinché la Nati ritrovi un po‘ di entusiasmo dopo la retrocessione dello scorso autunno nel gruppo B di Nations League e un paio di amichevoli deprimenti contro Irlanda del Nord (1-1) e Lussemburgo (3-1), prestazioni che hanno presto fatto dimenticare quanto di buono mostrato all'Europeo della scorsa estate.
I recenti ritiri di Yann Sommer, Xherdan Shaqiri e Fabian Schär hanno lasciato un vuoto nello spogliatoio rossocrociato: una lacuna che dovrà cercare di colmare soprattutto il capitano Granit Xhaka. «È senza dubbio la più grande sfida che mi è toccato raccogliere da quando gioco in Nazionale», ha ammesso il basilese in conferenza stampa. «Abbiamo perso grandi personalità, e ormai tocca a me – ma anche ad Akanji, Rodriguez e Freuler – prendere per mano i nuovi giocatori di questa squadra».
La stella del Leverkusen, che a settembre compirà 33 anni, sa bene che il Mondiale 2026 – qualora la Nati dovesse qualificarsi – sarà il suo quarto e ultimo. E dunque intende trasmettere al gruppo la serietà e il carattere che l'hanno sempre personalmente contraddistinto nell'ultimo decennio. «Dovrò dimostrare e far capire ai ragazzi che è necessario lavorare sodo, dare sempre il massimo e mai perdere la motivazione, perché la voglia di vincere è alla base di tutto».
Il capitano, interrogato sulla promessa fatta ai tifosi del Basilea che un giorno sarebbe tornato a vestire la maglia rossoblù, ha escluso che ciò possa verificarsi già quest'estate. Xhaka non ha però escluso che la sua avventura al Bayer Leverkusen – formazione che ha condotto al titolo di Bundesliga nel 2024 – potrebbe concludersi già nelle prossime settimane: «Tutta la mia famiglia è molto felice della situazione attuale, ma nel calcio – lo sappiamo bene – tutto può sempre succedere, e cosa ci riserverà il futuro non è mai totalmente chiaro».
«I recenti risultati sono stati insufficienti», ha aggiunto il capitano a proposito della situazione della selezione elvetica. «Dobbiamo fare di più, dobbiamo giocare meglio. Messico e Usa (che la Svizzera affronterà martedì a Nashville) sono buoni avversari per cercare di ritrovare la retta via». Il basilese ha poi detto che l'ambiente nel ritiro rossocrociato è ottimo, e che il gruppo si sta compattando. Questa breve tournée sarà pure l'occasione, per i rossocrociati, di prendere confidenza con quella che sarà l'atmosfera dei prossimi Mondiali, posto che riescano a staccare il biglietto al termine delle qualificazioni.
Ancora non si conosce il modulo che il selezionatore Murat Yakin adotterà al cospetto dei messicani, squadra che la Nati non affronta più dal lontano 1994 (successo 4-1 a Oakland). Dopo aver testato senza successo una difesa a quattro negli scorsi mesi, il Ct potrebbe decidere di tornare in via definitiva a uno schieramento di retroguardia con tre uomini, quello che in Germania aveva invece dato buoni frutti. Il terzetto dovrebbe essere composto da Ricardo Rodriguez, Manuel Akanji e Denis Zakaria, mentre la linea mediana dovrebbe comprendere sia Xhaka sia Ardon Jashari, considerato il suo erede naturale. Insieme ai due mancini è probabile che vedremo Remo Freuler, autore di una nuova grande stagione al Bologna.
Ormai idolo incontrastato della tifoseria emiliana dopo la sua rete che ha regalato ai rossoblù la Coppa Italia, anche Dan Ndoye dovrebbe essere schierato dall'inizio sabato sera. Insieme a Breel Embolo in attacco, il vodese – che quest'anno si è particolarmente distinto come uomo assist (6 i passaggi decisivi oltre alle 9 reti messe a segno) – deve dar prova anche in Nazionale di essere efficace in entrambi gli esercizi.