Nel calderone ribollente del Wankdorf la Svizzera offre un’altra prestazione di grande spessore, trovando pure le reti. ‘È incredibile, grandi emozioni'
Una serata che rimarrà ben impressa nella memoria. La prestazione offerta mercoledì aveva conferito maggior consapevolezza, ma il risultato era stato alquanto beffardo. Tanto da ritrovarsi con le spalle al muro e costrette, o quasi, a conquistare il bottino pieno. Nonostante il clima meno rovente rispetto a Basilea, non beninteso sulle tribune, la Svizzera ha confermato di amare la pressione (e le grandi folle). Stavolta, però, trasformando in soldoni le numerose occasioni. Come le nostre, anche l’Islanda era ‘assetata’ di riscatto. La maggior determinazione nonché organizzazione delle rossocrociate ha tuttavia inficiato fin dall’inizio le certezze nordiche. Nemmeno le rimesse laterali di Jonsdottir, nostro tallone d’Achille, sono infatti riuscite a fare la differenza. Un successo che riaccende dunque le speranze di superare il turno e, forse, la presenza di Ramona Bachmann è stata un pungolo in più.
La pressione riposta sulle beniamine del pubblico era come accennato più alle stelle rispetto a Basilea, tant’è che trascorsi appena due giri di orologio le islandesi hanno ribadito di essere molto pericolose sulle palle ferme colpendo l’incrocio dei pali. Un campanello d’allarme subito recepito da Wälti e compagne, che sono viepiù cresciute d’intensità installandosi nel terzo nordico. Neppure la pioggia scesa copiosa, a secchiate, sulla capitale federale ha smorzato l’ardore delle rossocrociate. Il boato liberato in occasione del colpo di testa di Svenja Fölmli, finito alle spalle di Jonsdottir, si è tuttavia rivelato inutile a causa di un presunto fallo della stessa giocatrice del Freiburg. Come in seguito quello sulla conclusione da lunga gittata di una impeccabile Iman Beney, che ha rasentato di poco il palo. Una traiettoria che ha ingannato pure l’impianto audio del Wankdorf, che ha ‘pompato’ a tutto volume la classica musichetta da gol. Il pubblico di Berna ha comunque mostrato di apprezzare lo spettacolo proposto dalla squadra di Pia Sundhage, abbozzando una ola. A eccezion fatta di una manciata di minuti, la Svizzera è infatti stata padrona del campo. La paura che anche questa volta il pallone non volesse insaccarsi alle spalle di Runarsdottir è stata dunque scongiurata da Géraldine Reuteler, che ha imparato la ‘lezione’ di mercoledì sbloccando meritatamente il risultato. Più tardi le rossocrociate hanno sibilato la traversa con Leila Wandeler, ottima la sua entrata in materia nel primo match ufficiale con la Nazionale maggiore. La giocatrice dell’Olympique Lione ha comunque posto il suo nome sul tabellone luminoso, fornendo l’assist decisivo a Pilgrim. Il punto del kappaò che ha fatto esplodere di gioia il Wankdorf.
«È incredibile, ho vissuto così tante emozioni quando ho messo piede in campo – ha dichiarato, ai microfoni di Srf, proprio la friborghese, subentrata nella ripresa –. Non dico che sia stato facile, anche perché ho subito perso il primo pallone che ho toccato, ma le compagne hanno fatto tutto il possibile per supportarmi, rendendo le cose più semplici. Ciò di cui mi sono subito resa conto era il valore delle avversarie, forti fisicamente, ma col passare del tempo ho potuto toccare diversi altri palloni giocabili, e le cose sono migliorate. Il coraggio? È quello che chiede Pia (Sundhage, ndr) alle ragazze che entrano in campo a partita in corso: dobbiamo essere molto attive. Del resto era quello che ci eravamo dette, così io ci ho provato non appena ho potuto».
‘Bring en hei, Schwiiz’
Come già capitato in occasione della sfida inaugurale, il puntello dei tifosi di fede rossocrociata è stata la fan zone. Fan zone posta dinanzi alla cupola di Palazzo federale, in cui spicca un’immensa ruota panoramica. Come a voler suggerire alle protette di Sundhage di far venire il capogiro alle nordiche, parse viepiù frastornate durante l’incontro, e proiettare invece la Nazionale sulla cima delle emozioni. Una marea rossa, più di 14mila persone a sancire l'ennesimo record europeo di questa rassegna, si è dunque spostata fra le strade della città vecchia intonando cori (dal classico ‘hopp schwiiz’ a ‘Bring en hei’) fin davanti allo stadio. Tre chilometri, e circa un’ora e mezza di cammino, che ben testimoniano la strada percorsa dal calcio femminile. In ginocchio, in piedi. Quelle maglie realizzate all’ultimo minuto grazie al nastro adesivo. Grandi e piccini. Questa volta la canicola ha concesso un po’ di refrigerio e, dunque, le birre non sono mancate. Un intero Paese, o quasi, a sostegno di Wälti e compagne, che hanno di nuovo messo il cuore in campo. Hanno stretto ancor di più i denti e quasi 30mila spettatori hanno lasciato il Wankdorf senza voce… La festa può continuare.
Svizzera - Islanda (0-0) 2-0
Reti: 76’ Reuteler 1-0, 90’ Pilgrim 2-0.
Svizzera: Peng; Riesen (78’ Pilgrim), Maritz, Stierli (56’ Crnogorcevic), Calligaris, Beney; Vallotto, Wälti, Reuteler; Fölmli (56’Wandeler), Schertenleib.
Islanda: Runarsdottir; Gudrun Arnadottir (34’Heidharsdottir), Sigurdardottir (81’ Tryggvadottir), Viggosdottir, Gudny Arnardottir; Brynjarsdottir, Vilhjalmsdottir, Johannsdottir (81’ Gunnlaugsdottir); Jonsdottir, Jessen, Albertsdottir (67’ Halldorsdottir).
Arbitro: De Aza (Spagna).
Note: Wankdorf, 29’658 spettatori. Ammonite: 23’ Sigurdardottir, 25’ Johannsdottir, 34’ Halldorsson, 65’ Vilhjalmsdottir. Pali: 1’ Sigurdardottir (incrocio), 80’ Wandeler (traversa). Al 30’ gol annullato a Fölmli (chiamata Var, per fallo).