Nell’ultimo match della fase a gironi basterà un pareggio, ma la Svizzera intende scrivere bene la storia. Sundhage: ‘Non abbiamo conquistato nulla’
Le rossocrociate hanno compiuto un passo deciso in direzione quarti di finale nella ‘loro’ rassegna continentale. Battuta immeritatamente dalla Norvegia nella sfida inaugurale di Basilea, la squadra di Pia Sundhage ha infatti trovato ancora una volta il modo di reggere la pressione superando 2-0 l’Islanda. Un risultato che permette alle beniamine del pubblico d’impattare l’ultima partita della fase a gironi (giovedì a Ginevra) in una buona posizione. Basterà un pareggio, grazie alla miglior differenza reti.
Era lecito aspettarsi che la cocente, quanto crudele, sconfitta patita all’esordio avrebbe minato il morale nonché le certezze delle rossocrociate. Una percezione ben presto fugata da Wälti e compagne, che hanno mostrato prova di grande carattere gettando di nuovo il cuore oltre l’ostacolo. E, stavolta, sono finalmente state ripagate dal risultato facendo letteralmente scoppiare di gioia il calderone ribollente del Wankdorf. E, ciò, nonostante le temperature miti. La pressione riposta sulla nostra rappresentativa era più che tangibile, seppur il successo della Norvegia sulla Finlandia in quel di Sion a inizio pomeriggio aveva scongiurato lo scenario peggiore: l’eliminazione trascorse appena due giornate, come successo diciassette anni or sono alla controparte maschile. Una sconfitta contro l’Islanda avrebbe comunque messo la Svizzera in una situazione assai scomoda. Le protette di Sundhage hanno dunque mantenuto la calma, palesando una condizione atletica invidiabile. Molte le giocatrici che sono emerse a Berna, come Noelle Maritz. Forse meno appariscente delle sue compagne, ma pulita in ogni chiusura. È stata necessaria solo una scena per cambiare il risultato e regalare una serata da sogno. Un pallone recuperato da capitan Wälti e una ripartenza veloce condita da un passaggio illuminante di Sydney Schertenleib a Géraldine Reuteler.
Opposte a una squadra islandese molto fisica, che ha commesso 20 falli contro i 9 della Svizzera cercando senza fortuna di arrecare patemi sulle palle ferme, le ragazze di Sundhage hanno dimostrato una notevole solidità. “Abbiamo lottato sino alla fine l’una per l’altra, lasciando il cuore sul campo”, ha dichiarato Iman Beney in zona mista. “Non è stata la nostra miglior partita, ma non sempre la qualità conta. Piuttosto i gol”. La 18enne ha calcato quel terreno da gioco, stavolta non sintetico, teatro dei suoi recenti exploit con la maglia dello Young Boys, impressionando ancora una volta in termini di ritmo e grinta sulla fascia di competenza. Attacco e difesa. Coadiuvata da Viola Calligaris nel contenere la stella nordica Sveindis Jane Jonsdottir, ha pure sfiorato il gol del torneo a ridosso della pausa. Il suo destro in semirovesciata ha però solo accarezzato l’angolino alto. Persino il deejay del Wankdorf si è fatto sorprendere, facendo inavvertitamente partire la musica da gol. “Mi sono girata per assicurarmi di non aver segnato”, ha scherzato la nuova giocatrice del Manchester City.
Beney, che a Berna ha festeggiato la sua tredicesima apparizione in maglia rossocrociata, si è creata un’altra occasione all’ora di gioco. Sundhage aveva da poco effettuato una modifica del modulo, dal 3-5-2 al 4-4-2, inserendo Leila Wandeler e Ana-Maria Crnogorcevic. A sbloccare il risultato, però, alla fine non è stata la romanda bensì Géraldine Reuteler. “È stata una grande palla di Syd. Ho realizzato il miglior tiro possibile, e la palla ha superato il portiere", ha commentato la versatile nidvaldese, nominata di nuovo giocatrice dell’incontro. La selezionatrice può essere soddisfatta della sua prestazione, come di quasi tutta la squadra. E, non da ultimo, dei cambi. L’introduzione di Alayah Pilgrim subito dopo il meritato vantaggio è stato un altro colpo della scandinava. Sì, perché l’attaccante della Roma – ben imbeccata da Wandeler – ha sancito il successo della Svizzera grazie a una conclusione in zona sedici metri. La 65enne sapeva che un secondo gol avrebbe messo le rossocrociate in una posizione di forza in vista della ‘finale’ del Gruppo A contro la Finlandia? “Non sono così brava”, ha rassicurato in conferenza stampa. L’impegno profuso dalle sue giocatrici a caccia del raddoppio è stato premiato e, forse, potrebbe rivelarsi cruciali.
Forte di tre punti e una differenza reti positiva (+1), la Svizzera è infatti già in vantaggio rispetto alla Finlandia, che domenica è stata battuta dalla Norvegia con lo stesso punteggio delle nostre (2-1), segnando tuttavia una rete in meno nella vittoria dell’esordio contro l’Islanda (1-0). Un pareggio a Ginevra questo giovedì risulterebbe dunque sufficiente alle padrone di casa per agguantare i quarti e scrivere la storia. L’atmosfera è di festa, molta la soddisfazione, ma nulla è ancora deciso. “C’è ancora parecchio lavoro da compiere. Non abbiamo ottenuto niente, se non la fiducia”, ha sottolineato accorta Sundhage. “È stato emozionante. La differenza tra successo e fallimento è minima, come ben ha dimostrato la sfida domenicale”. Il sogno della scandinava è di superare il turno. “Sarebbe fantastico! Non solo per noi, ma per tutto il Paese: la crescita del calcio femminile qui è inarrestabile”. Wälti, ancora una volta imprescindibile a centrocampo, ha dunque promesso che la Svizzera andrà fino in fondo per realizzare questo sogno di raggiungere i quarti. “Faremo tutto il possibile per raggiungere qualcosa di storico. Qualcosa che non abbiamo mai raggiunto prima”. Fra l’euforia generale preoccupano le condizioni di Nadine Riesen. Dopo essere stata rimpiazzata, come da lei richiesto, si è fatta bendare un piede.