laR+ Calcio

Martin Blaser: ‘Davanti a noi 11 mesi molto caldi’

Il Ceo del Lugano ha fatto il punto della situazione alla vigilia dell'esordio stagionale, fissando obiettivi sportivi che paiono un po' ridimensionati

22 luglio 2025
|

Com’è ormai prassi – una volta in estate e un'altra d'inverno – il Football club Lugano ha convocato la stampa al Lac per illustrare situazione societaria e obiettivi sportivi. Come ha comunicato il vicepresidente e Ceo Martin Blaser, molte sono le sfide che attendono il sodalizio bianconero nel corso dei prossimi 11 mesi, periodo che vedrà la squadra impegnata su tre fronti – campionato, Coppa Svizzera e percorso continentale – e la dirigenza concentrata soprattutto sull'avvicinamento alla presa di possesso della nuova casa, vale a dire l'Ail Arena, il nuovo stadio che sarà inaugurato l'ultimo weekend del mese di maggio 2026.

Molteplici – dicevamo – sono gli ambiti in cui si muove la società, un'azienda-famiglia che, ormai, conta ben 174 dipendenti, che raggiungeranno facilmente quota 200 grazie appunto all'entrata in esercizio del nuovo impianto. Nel suo esaustivo speech, Blaser ha toccato una moltitudine di aspetti, che vanno dall'attenzione rivolta ai settori giovanili – sia dal punto di vista agonistico ma pure per quanto attiene alla protezione degli oltre mille minorenni che vestono la casacca bianconera – ai bilanci, dal settore marketing e communications a quello che si occupa di revenue, dalla campagna abbonamenti (circa 1'600 le tessere finora vendute, in linea con lo scorso anno) a quella che intende fidelizzare i tifosi fin dalla più tenera infanzia. Addirittura fin dalle prime ore di vita, visto che ogni bambino nato nel Luganese riceverà in regalo gadget griffati Fcl e 6 anni di membership in omaggio, e dato che ogni allievo di prima elementare potrà fare richiesta di farsi recapitare una maglia ufficiale della prima squadra e potrà assistere gratuitamente, insieme alla propria famiglia, a una partita casalinga dei bianconeri.

I rapporti col Bellinzona

E a proposito di giovani, ma un po’ più cresciuti, il discorso vira sul Team Ticino: il Lugano, dal 1° agosto 2026, sarà il club responsabile del calcio giovanile d’élite nel cantone, ruolo per svolgere il quale è però necessario trovare una società partner nel Sopraceneri. L'ideale sarebbe stato, per ovvi motivi, il Bellinzona, ma dalla società granata – che già nel passato non osservava i suoi doveri finanziari in quest'ambito e alla quale i bianconeri hanno inoltrato già alcuni mesi fa una corposa documentazione relativa alla proposta di collaborazione – non è giunto alcun tipo di risposta. E così, comprensibilmente, il Lugano ha stabilito contatti con altri sodalizi del Nord del Ticino, con uno dei quali sarà presto trovato un accordo.

Fra le altre novità illustrate martedì mattina al Lac, un paio di nomine che andranno a sgravare almeno in parte l'enorme impegno profuso fin qui da Blaser in seno al club. «Stiamo crescendo costantemente, e dunque non sarei più riuscito ad occuparmi di tutti gli aspetti che avevo gestito finora. E così, dal 1° agosto, il mio ruolo di chief revenue officer sarà assunto da un nuovo collaboratore: si tratta di Giovanni Di Stefano, che ha avuto esperienze alla Fifa. A capo del settore vendite, invece, a sostituirmi sarà Nicolò Torrani».

I limiti di spesa

Per quanto concerne invece gli investimenti, Martin Blaser ha fatto notare che alcuni tifosi gli chiedono come mai la società non spenda maggiormente nell'acquisto di giocatori... «Tenuto conto che – al contrario di quanto qualcuno pensa – non siamo un club dalle risorse illimitate, va detto che comunque è la Uefa stessa a fissare un tetto massimo di spesa: in pratica, sull'arco di tre anni, si può spendere al massimo 60 milioni in più di quanto si è incassato. Se si supera questa cifra, la Uefa automaticamente ti vieta la partecipazione alle Coppe europee. Ecco, dunque, il motivo per cui non si potrebbero spendere cifre enormi nemmeno avendole a disposizione. E poi, ricordiamoci che in Ticino i ricavi sono una voce assai modesta all'interno del bilancio. Senza dimenticare che, per i motivi logistici che ben conosciamo, anche dalle gare continentali abbiamo incassato meno di quanto avremmo potuto fare se avessimo giocato le gare casalinghe nel nostro stadio».

Esaurite le questioni organizzative e finanziarie – che comprendono anche il lancio di un canale WhatsApp e l'adozione di un nuovo pullman per le trasferte (grazie alla partnership con Rossi Viaggi) –, il Ceo ha poi illustrato gli obiettivi stagionali dal punto di vista sportivo, che per quanto attiene alla prima squadra paiono leggermente ridimensionati rispetto a quelli fissati lo scorso anno. Un anno fa, infatti, si puntava a chiudere il campionato nelle prime tre posizioni, mentre ora si dice che sarà un successo entrare fra le migliori sei. In campo continentale, invece, il traguardo dichiarato è qualificarsi alla fase a gironi di Conference o Europa League, mentre in Coppa Svizzera – per la quale è ancora piuttosto evidente il rammarico per l'eliminazione subita la scorsa primavera dal Bienne – si vorrebbe raggiungere la finale, e possibilmente vincerla.

Il Crus: ‘Le alte aspettative mi danno la carica’

Ma qual è l'opinione del tecnico Mattia Croci-Torti rispetto a questi obiettivi fissati dalla dirigenza, che come detto appaiono ridimensionati? «Si tratta comunque di traguardi ambiziosi. Ad ogni modo non mi sento sotto pressione: le aspettative mi caricano, mi spingono a svolgere al meglio il mio lavoro. A proposito della scorsa stagione, vorrei ricordare che negli ultimi vent'anni solo 4 squadre svizzere sono state capaci di essere ancora in lizza in Europa nel mese di marzo, e noi siamo una di quelle. Certo, alla fine il prolungato impegno su tre fronti si è fatto sentire, a livello di stanchezza mentale e fisica, e i magri risultati di aprile sono lì a dimostrarlo».

La scorsa primavera, alla luce dei molti infortuni rimediati in stagione, si era parlato della necessità di una seria riflessione circa il settore della preparazione e della condizione fisica... «Ed è stata fatta, ci sono stati alcuni piccoli cambiamenti, le responsabilità sono state ridistribuite in modo diverso. Anche la preparazione stessa ha subito variazioni, e speriamo davvero di avere una stagione senza infortuni».

Cosa si può dire della nuova rosa? «Avremo maggiore esperienza nell'organico. Dopo tre anni, nello spogliatoio ci voleva un po’ di aria nuova. In quei casi, o cambi l'allenatore o decidi – appunto – di rinnovare il parco giocatori. Sono arrivati elementi non soltanto esperti, ma anche forti fisicamente, in grado di spostare gli equilibri non solo tecnicamente». Ma la squadra è più forte dell'anno passato? «Ogni stagione è diversa dalle precedenti. Non so se siamo più forti, di certo abbiamo caratteristiche diverse. Sono certo che sapremo mettere pressione alle prime della classe, squadre che l'anno scorso hanno saputo fare la differenza anche perché giocavano una sola volta alla settimana, mentre noi avevamo molti più impegni, e molte più trasferte. Vogliamo far sognare i tifosi, vogliamo non soltanto fare un calcio d'attacco – come piace a me –, ma pure vincere più partite possibile. E ci proveremo già giovedì contro il Cluj, quando non ci chiuderemo certo in difesa. E, naturalmente, avremo lo stesso atteggiamento anche domenica nella prima di campionato contro il Thun, avversario che assolutamente non va sottovalutato».

A livello di mercato, Hajdari dovrebbe lasciare il Lugano nei prossimi giorni (destinazione Inghilterra?), così come partente è dato pure Vladi, che ha chiesto di essere ceduto. Fari puntati, inoltre, sul talentuoso diciottenne svedese Elias Pihlström, centrocampista esterno del Degerfors. Infine, conclusa la cessione al Bellinzona del 31enne portiere nigeriano Sebastian Osigwe, che a Cornaredo ha disputato 5 stagioni.