Quasi certamente eliminato dalla Conference League, il Lugano deve comunque confermare contro lo Celje i buoni segnali visti domenica a Cornaredo
È un Lugano tornato finalmente a respirare a pieni polmoni quello che scenderà in campo giovedì sera (ore 20) a Celje per la gara di ritorno del Q3 di Conference League. Il match di domenica contro il Basilea ha portato alla truppa di Mattia Croci-Torti i primi tre punti dell'anno in campionato, dopo il disastroso inizio che li aveva visti soccombere contro Thun e Sion. La vittoria di Cornaredo, però, ha soprattutto ridato un minimo di serenità e fiducia nei propri mezzi a una squadra che, ormai da molti mesi, pareva aver smarrito quell'identità che l'aveva aiutata a inserirsi in pianta stabile nell’élite del calcio nazionale. Un solo successo – intendiamoci – non basta per farci dire che la crisi bianconera è definitivamente terminata, ma quanto visto al cospetto dei campioni svizzeri in carica è senz'altro confortante.
La qualificazione sul palcoscenico continentale ai danni degli sloveni dello Celje – dopo l'imbarazzante 0-5 buscato a Thun nel match d'andata – non è francamente ipotizzabile: per raggiungerla servirebbe infatti una ‘remuntada’ che nessuno immagina possa verificarsi. Siamo, insomma, nel campo delle chimere. Il capitolo europeo per quest'anno si è dunque già chiuso quasi ancor prima di averlo aperto, ma ciò non toglie che i bianconeri domani sera in Slovenia saranno chiamati a fornire una prestazione di carattere, che dia continuità ai segnali di risveglio già visti lo scorso weekend contro Shaqiri e gli altri campioni in carica.
Certo, l'assenza dal palcoscenico continentale priverà il club di preziose entrate sulle quali aveva invece potuto contare nelle ultime stagioni. Ma, forse, per una squadra che deve ritrovare se stessa dopo parecchi mesi in caduta libera, un impegno in meno potrebbe rivelarsi salutare.