L'attaccante rossocrociato, pur riconoscendo il buon lavoro fatto finora nelle qualificazioni, invita alla prudenza
Dan Ndoye e la Svizzera non intendono esaltarsi troppo, pur riconoscendo la qualità del lavoro svolto nelle prime fasi delle qualificazioni al prossimo Mondiale. «C’è ancora molta strada da fare», ha detto infatti l'attaccante vodese lunedì sera dopo il successo per 3-0 sulla Slovenia, che seguiva quello colto tre giorni prima contro il Kosovo (4-0). «Abbiamo giocato due partite e ne restano ancora quattro, dunque la missione è tutt'altro che compiuta. Dobbiamo continuare così anche contro la Svezia nel mese di ottobre».
L'oroginario di Saint-Prex ha fornito lunedì a Basilea un'altra bella prestazione sul fronte sinistro dell'attacco elvetico, segnando fra l'altro la terza rete rossocrociata, al termine di un primo tempo praticamente perfetto. «Ho lavorato moltissimo sulla mia capacità di concludere, ed è per questo motivo che ora si vede un Dan Ndoye diverso, più efficace sotto porta», ha commentato dopo la sua terza rete negli ultimi quattro incontri internazionali, dopo che – nelle sue prime venti convocazioni – era andato a segno una sola volta.
Con un largo vantaggio acquisito già prima dell'intervallo, nella ripresa la Svizzera ha comprensibilmente alzato il piede dal gas, proprio come aveva fatto già venerdì sera al cospetto del Kosovo. «Sappiamo bene amministrare le partite, quando è necessario, e questa è una caratteristica delle grandi squadre», ha spiegato la punta quasi venticinquenne nata a Nyon, trasferitasi quest'estate dal Bologna al Nottingham Forest.
Interrogato sulla bella serie positiva attraversata dalla Nati, reduce da cinque successi consecutivi in cui ha segnato ogni volta almeno tre reti – un record nella storia del calcio elvetico – il prodotto del vivaio del Losanna ha lodato la crescente alchimia fra i componenti dell'attacco rossocrociato. «Con Breel (Embolo), Fabian (Rieder), Ruben (Vargas) e Amdouni, che in questo momento è infortunato, ci intendiamo davvero alla perfezione. Abbiamo impiegato un po’ per trovare gli automatismi, ma grazie al grande lavoro svolto alla fine ce l'abbiamo fatta».
E molto bene funzionano pure gli schemi in occasione dei calci d'angolo a favore, situazioni che in queste prime due gare di qualificazione hanno fruttato ben tre gol. «Il lavoro è pagante. Non ci sono segreti. È importante ripetere molte volte gli esercizi, affinché ognuno sappia dove posizionarsi. Ora speriamo che questo ottimo momento possa continuare ancora a lungo».