Da poco (ri)approdato nella capitale, Alexander Muci e il Bellinzona domani saranno di scena in terra sangallese cercando di riemergere dai bassifondi
Domani sera (ore 18) il Bellinzona sarà impegnato in terra sangallese. Un ritorno per Alexander Muci. «È una piacevole sensazione calcare di nuovo l’erba della Lidl Arena. Ho lasciato bellissimi ricordi a Wil, mi sono trovato a mio agio con società e compagni. Ciò non toglie che dobbiamo conquistare la vittoria così da uscire da questa difficile situazione. Il fatto di sentirsi a casa sarà una motivazione in più». Da poco tornato nella capitale, il 24enne ha subito difeso i pali della porta sopracenerina in Coppa. «È stato un po’ inaspettato. Ero reduce da un anno in cui non ho praticamente racimolato minuti, nemmeno in amichevole, quindi è stato rinvigorente. Nell’ultima stagione ho dovuto affrontare molte difficoltà e un lungo infortunio, pertanto è stato quello di cui avevo bisogno». A proposito dell’infortunio alla spalla, una recidiva che ha necessitato pure di un intervento chirurgico, definitivamente risolto? «Sì, ora sono in forma! Ho lavorato duramente, ma la mia capacità fisica non è stata compromessa. Le distanze (più lunghe rispetto che in allenamento) e il ritmo in partita sono tuttavia differenti: bisogna riabituarsi a leggere determinate traiettorie. Appena messo piede in campo ho faticato un pochino, ma col passare dei minuti tutto si è sistemato e penso di aver contribuito all’egregia prestazione di tutta la squadra».
La scelta di ritornare a Bellinzona è stata un susseguirsi di eventi non calcolati: in scadenza di contratto a Wil, «non siamo riusciti a trovare un accordo complice la politica societaria e il mio infortunio. Capisco benissimo che possa rappresentare un problema, anche qui è stato un grande punto interrogativo. Avevo effettuato un allenamento nel mese di giugno, prima di essere richiamato qualche settimana fa dal nuovo mister e sostenere un provino». L’Acb attualmente può contare su quattro estremi difensori, tutti fra l'altro già impiegati, ma Alexander non teme la concorrenza. «Sono convinto delle mie qualità, chiunque può commettere a ogni livello errori. L’ultima volta che ho indossato questa maglia ho conosciuto un periodo difficile a inizio stagione, però in seguito mi sono ripreso. Ci sono dappertutto alti e bassi. Il mio problema è stato l’infortunio alla spalla, che mi ha frenato. Per un portiere rimane indispensabile disputare molte partite così da entrare nel ritmo e acquisire maggior fiducia. Tempo al tempo, dunque».
Il 24enne d’altronde ha ricevuto solo encomi dai preparatori, che apprezzano in particolar modo la sua grande professionalità. «È la base da cui ogni atleta dovrebbe partire. A me piace inoltre allenarmi, sono molto competitivo, ma nel calcio sono le prestazioni che si offrono nel weekend a fare la differenza. C’è dunque margine di miglioramento. Il mio potenziale non è ancora stato tutto espresso». Parole che sicuramente allettano i tifosi, ben contenti di rivedere lui e Trochen fra i pali. Due prodotti ticinesi. «Sarebbe fantastico se riuscissimo a conquistare il nostro posto nel panorama rossocrociato rappresentando questo Cantone. Nelle ultime stagioni ho incontrato parecchi talenti, ma pochi sono rimasti sulla cresta dell’onda: in Super e Challenge League i ticinesi si contano sulle dita di una mano. A patto di riuscire a ben comportarci, sarebbe qualcosa di positivo essere valorizzati. Tutti abbiamo comunque delle responsabilità, non dev’essere una scusa». Come le questioni societarie, entro il 30 settembre bisogna consegnare la documentazione per la minilicenza. Questioni fuori dal controllo dei giocatori, che possono tuttavia creare pensieri negativi. «Beh, mentirei se dicessi che non ci ho pensato. Nelle ultime ore mi sono convinto però che quello che posso fare per il bene del club è aiutare la squadra indipendentemente da quanto succede tutt’attorno».