Il portoghese vince la tappa regina sul terribile Angliru, dove i manifestanti interrompono brevemente la fuga di giornata. Guerrero: ‘Per noi è dura’
Dopo aver già trionfato quest’anno sulle strade del Tour de Suisse e del Giro di Romandia, João Almeida fa festa anche alla Vuelta, in cima all’Angliru, dove il portoghese dell’Uae ha vinto la prova regina della corsa iberica, in un venerdì nuovamente segnato dalle manifestazioni pro Palestina, con i dimostranti che hanno persino bloccato per qualche istante la fuga del giorno, ai piedi della salita finale. «Abbiamo avuto paura – ha detto all’emittente spagnola Onda Cero Oscar Guerrero, direttore sportivo della Israel-Premier Tech, la formazione israeliana la cui presenza nel gruppo continua a suscitare malumori –. Ci hanno insultati, si sono prodigati in ogni tipo di attacco verbale, per noi è dura».
Tornando alla tappa, Almeida si è presentato sotto lo striscione d’arrivo in compagnia della maglia rossa della Vuelta, Jonas Vingegaard, l’unico che è riuscito a restargli affiancato sulle terribili pendenze dell’Angliru, dodici chilometri e mezzo al 9,8%, riuscendo comunque a batterlo allo sprint. Per l’Uae, quello di ieri è il sesto successo di tappa di un Giro in cui ora, grazie agli abbuoni, lo stesso Almeida lamenta un ritardo di 46’’ nei confronti del leader danese, mentre invece l’australiano Jai Hindley, il terzo classificato di giornata, ha compiuto una bella operazione nella generale, risalendo al quarto posto alle spalle di Tom Pidcock.