È una clamorosa domenica quella del 75esimo Gp di Silverstone, con Norris profeta in patria nel giorno in cui la Sauber è sul podio: non capitava dal 2012
Il settantacinquesimo anniversario del Gran Premio di Silverstone, considerando solo il Mondiale di automobilismo targato FIA, iniziato proprio nel 1950 presso il ventoso ex aeroporto vicino a Towcester, regala una doppia copertina: la prima vittoria a casa sua di Lando Norris, e il primo podio in carriera per Nico Hülkenberg. Ognuno scelga la propria: il piccolo principe Lando alla ricerca di una corona da re mai tanto vicina eppure viscosa e sfuggente, vista la presenza di un candidato al trono tutt’altro che malleabile come il suo compagno di squadra Oscar Piastri; oppure l’incredibile Hülkenberg che, dopo un sabato di qualifica alla Bruce Banner chiusa in penultima posizione, si reinventa assoluto protagonista alla domenica chiudendo sedici posizioni più in alto. Un’impresa, quella di entrare in zona podio, mai riuscitagli nelle precedenti 238 gare corse, e che gli hanno regalato nel post-gara celebrazioni solitamente tributate al vincitore, tanto da costringere il padre di Norris a intonare il coro ‘Lando! Lando!’ nel tentativo di ricordare a tutti che al primo posto era finito un altro pilota.
Difficile, per Hülkenberg, chiedere di più a 37 anni, in una carriera iniziata in F1 nel 2010 al volante di una Williams, con la quale proprio a Silverstone aveva raccolto il suo secondo punto iridato, grazie a un decimo posto che ricalcava quello ottenuto qualche mese prima in Malesia. Poi una carriera onestissima, tutta spesa con team oscillanti tra la zona media e le retrovie della classifica. Eppure, il tedesco è sempre stato un manico notevole, altrimenti non si spiegherebbe la sua longevità nel Circus. Silverstone 2025 è stata materia per cuori forti e anime amanti delle storie epiche, tanto lo script sembrava ricalcare una sceneggiatura hollywoodiana; asfalto bagnato, poi uno squarcio di sole, quindi vento e pioggia battente, infine di nuovo sole. Nel mezzo, due virtual safety car e due safety car, con la Sauber che indovinava la strategia per Hülkenberg (mentre la sbagliava completamente con Gabriel Bortoleto, partito con gomme da asciutto su pista ancora inzuppata e andato a sbattere al quarto giro) e il tedesco che al giro 14 si trovava quarto. Ma la vera battaglia per il podio è stata con Lewis Hamilton, una volta che entrambi si erano sbarazzati di Lance Stroll. Il recordman assoluto di podi (202) contro un pilota ancora a zero. Roba, appunto, da film. Hülkenberg però non si è scomposto, anzi, è riuscito ad aumentare i 2 secondi scarsi di vantaggio sul ferrarista grazie a un perfetto pit-stop a nove giri dalla fine, quando la pista era talmente asciutta da rendere inutile proseguire con le intermedie. Finale quindi in gloria, per lui e per la Sauber, che dopo i due piloti a punti in Austria alza ancora l’asticella, tornando sul podio per la prima volta dal 2012, quando a Suzuka Kamui Kobayashi si piazzò terzo. Il team di Hinwil è così salito al sesto posto nei Costruttori.
Norris invece continua a riempire caselle vuote. Dopo il primo successo in Austria, sette giorni dopo ha replicato a Silverstone, in quella prima settimana di luglio che per la sua storia da pilota sembra essere particolarmente dolce, visto che il 5 luglio 2020 conquistò il suo primo podio al Red Bull Ring. Il tutto partendo in griglia dietro a Max Verstappen, straordinario poleman (44 con Red Bull, eguagliato il record del team di Sebastian Vettel), e a Piastri. Dell’olandese è riuscito a sbarazzarsi due volte, prima approfittando di un suo lungo alla Chapel al giro 11, quindi, dopo aver perso la posizione ai box per un pit stop McLaren lungo, al giro 22 quando Max è finito in testacoda. Piastri nel frattempo era lontano, almeno fino alla seconda entrata della safety car (tamponamento di Isack Hadjar su Andrea Kimi Antonelli, fuori entrambi). L’australiano però la combina grossa alla ripartenza, frenando eccessivamente (Verstappen, sorpreso, è costretto a superarlo) e prendendosi 10 secondi di penalità. Mentre il citato testacoda toglie Verstappen dalla lotta per le prime posizioni, il progressivo stabilizzarsi del tempo esalta l’eccellenza tecnica e aerodinamica di casa McLaren, con le due monoposto che iniziano a rifilare 2 secondi a giro agli inseguitori. Piastri sconta la penalità ai box durante la sosta per montare le gomme da asciutto e Norris lo scavalca. Adesso la distanza tra i due compagni di squadra si è ridotta a 8 punti a favore di Piastri, la cui mossa da furbetto gli è costata una vittoria quasi certa.
Non si può parlare di Silverstone senza citare Hamilton, che sulla pista inglese ha vinto 9 volte. In una Ferrari rivitalizzata dal nuovo fondo installato già in Austria, Lewis ha disputato la sua migliore gara da quando si è vestito di rosso, battendo in qualifica Charles Leclerc e disputando una gara di grande sostanza, combattiva e tenace, pur non priva di sbavature. La pioggia non ha aiutato il team di Maranello, tradito in qualifica da un errore di Charles Leclerc che ha privato della squadra della prima fila, e poi inerpicatasi in una strategia errata, facendo partire il monegasco con le gomme da asciutto. Tra errori del muretto e del pilota, il risultato è stato un pessimo quattordicesimo posto. Fortunatamente, per la Ferrari, la gestione della gara di Hamilton è stata più lucida. Domenica nera anche per Mercedes e Red Bull. I primi hanno pagato le stesse mancanze della Ferrari con Leclerc, rovinando la gara di George Russell, decimo; i secondi hanno puntato tutto sul tempo atmosferico, attuando una strategia che gli inglesi definiscono ‘do or die’. Questa si è concretizzata in un assetto estremo che montava un’ala a bassissimo carico, più adatta circuiti come Monza o Spa. Ne è scaturita una strepitosa pole di Verstappen e una macchina però inguidabile alla domenica su pista bagnata, che ha causato all’olandese - quinto posto finale - tutti i problemi di tenuta sopra menzionati. Ancora disperso invece Yuki Tsunoda, che svetta solo nella classifica dei piloti più sanzionati durante i GP. Gara bagnata sinonimo di gara fortunata invece per l’Alpine, tornata a punti con Pierre Gasly, e per l’Aston Martin, nella top 10 con entrambi i piloti.