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Alex Ovechkin, l’895esima meraviglia dell’ultimo zar

A Long Island, l'intramontabile ala russa scavalca Wayne Gretzky e diventa il nuovo recordman delle reti segnate in Nhl. ‘Che giornata, eh?’

Una pagina di storia alla Ubs Arena
(Keystone)
6 aprile 2025
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È il 7’26’’ del secondo tempo di un pomeriggio memorabile a Long Island, in quell’Ubs Arena che è la casa dei New York Islanders, e per la felicità di chi lavora all’ufficio marketing della più grande banca d’Elvezia passerà alla storia per aver fatto da palcoscenico all’impresa delle imprese: il gol numero 895 di Alex Ovechkin, nuovo record da battere nella National Hockey League. Un tiro di polso scagliato dalla trentanovenne, intramontabile ala moscovita con tutta l’energia che ha in corpo mentre gli Isles sono in pista con un uomo in meno per la penalità inflitta a Cizikas, e che il portiere Ilya Sorokin – russo pure lui – potrà solo accarezzare con lo sguardo mentre lambisce il palo. In quel preciso istante, tutto lo stadio, ma proprio tutto, anche se siamo a New York, si leva in piedi per celebrare l’ultimo degli zar che ha osato sfidare The Great One, quel Wayne Gretzky che le telecamere vanno subito a scovare in tribuna, mentre applaude, magari con un po’ di tristezza nel cuore che mai ammetterà, a fianco di Gary Bettmann, il commissario della Nhl che nell’occasione pare avere un’aria più simpatia del solito.

Nel frattempo, sul ghiaccio Alexander Ovechkin – che in russo, tra l’altro, si pronuncia Àvietchkin – si lancia platealmente in tuffo verso il centro della pista, mentre i compagni di squadra gli saltano addosso come se avessero vinto le Olimpiadi grazie a quella rete, e i tifosi invece di godersi il momento sugli spalti mettono mano ai cellulari per scattare foto o registrare video che fra qualche giorno non riguarderanno più. Forse non si sarà fermato il mondo in quel preciso istante, ma la partita invece sì: infatti, la pista si trasforma nel proscenio della più classica tra le cerimonie all’americana, una ventina di interminabili minuti – per la gioia dei giocatori degli Isles soprattutto, che stavano pur sempre vincendo una partita, e che alla fine s’imporranno per 4-1 ma non importerà a nessuno – per celebrare il nuovo recordman ma pure colui che l’aveva preceduto, il cui record (datato 1999) fino a venerdì mattina era ancora quella da battere, spazzato via dalla doppietta di Ovechkin contro i Blackhawks, sabato, e – appunto – dall’895esimo gol (in 1’487 partite di regular season) realizzato a Long Island. «Che giornata, eh?», sono le primissime parole del capitano dei Capitals col microfono in mano. «Come dico sempre – aggiunge Ovechkin –, l’hockey è uno sport di squadra, e senza i miei ragazzi, gli allenatori, i preparatori, i tifosi e tutta l’organizzazione, adesso non sarei qui, e mai avrei superato The Great One». E poi, tra la risate, arriva l’omaggio a Ilya Sorokin. «Grazie per avermi lasciato segnare il mio 895esimo gol. Ti amo, fratello».