Nulla di fatto dopo tre tempi all'Avicii Arena. Poi, dopo due minuti e spiccioli di prolungamento, gli Stati Uniti trovano il guizzo che vale il titolo
È di Riat il primo tiro, della Svizzera e della finale, dopo 2'25" di un gioco. Un tiro che va a finire alto sopra la porta difesa da Jeremy Swayman. Fin lì, però, a gestire con maggior ordine il puck sono gli statunitensi, con i rossocrociati che devono evidentemente ancora trovare la giusta carburazione. Quella che aveva permesso loro di superare di slancio quarti di finale e semifinale. Anche perché di fronte, stavolta, non c'è un'Austria o una Danimarca, combattive finché si vuole, ma pur sempre limitate per qualità tecnica. E gli Stati Uniti non ci impiegano tanto a crearsi una prima grande occasione per sbloccare lo 0-0 iniziale, sfruttando un disco che finisce sul pattino di Moy, per andare alla conclusione ravvicinata con O'Connor, il quale costringe Genoni a un intervento impegnativo. Gli uomini di Patrick Fischer replicano con un tiro di Andrighetto dalla distanza che viene respinto da Swayman, e Moser che manca d'un niente il rebound. La finale è lanciata. L'occasione per portare il ‘momentum’ dalla loro parte i rossocrociati ce l'hanno quando Werenski si fa spedire sulla panca dei penalizzati per un crosscheck ai danni di Malgin: la Svizzera piazza installa il suo powerplay e ancora Andrighetto prova lo slap, trovando la parata del portiere statunitense, con Niederreiter che davanti allo slot non riesce a mandare in rete il disco non trattenuto da Swayman. A illustrarsi è però anche Genoni, che al diciassettesimo e spiccioli sventa una minaccia a stelle e strisce, quando riesce a neutralizzare disco deviato da Cooley a due passi dallo slot. Il finale del primo tempo la Svizzera lo trascorre difendendosi, complice uno sgambetto di Andrighetto ai danni di Lacombe che costringe gli uomini di Fischer a giocare con un uomo in meno. Sono due minuti lunghissimi, che Fora e compagni trascorrono sulle barricate, ma che riescono a superare indenni, col punteggio che allo squillo della prima sirena è dunque ancora fermo sullo 0-0.
Dopo due minuti e mezzo di gioco di un periodo centrale iniziato in modo guardingo da entrambe le squadre, Kukan prova un'incursione sul fianco sinistro, poi serve Kukan il cui tiro viene però arrestato dal portiere avversario. Gli Stati Uniti non stanno tuttavia a guardare e continuano a premere, costringendo più d'una volta gli elvetici ad alleggerire il pressing in liberazione vietata, esercizio quasi sconosciuto dagli uomini di Fischer nei nove incontri precedenti a questo Mondiale (eccezion forse fatta per la partita inaugurale contro la Repubblica Ceca). Al 25'38" Fora rischia di combinarla grossa quando il suo tiro viene respinto dal corpo di Nazar, con quest'ultimo che si avventa sul puck per lanciarsi verso la porta di Genoni, costringendo il giubiaschese al fallo d'emergenza sotto gli occhi dell'arbitro. Nessuna esitazione da parte di quest'ultimo: è rigore. Lo batte Garland, ma Genoni è più bravo di lui. Anche nei minuti che seguono sono però gli americani a costruire di più, facendo leva anche sul gioco fisico, con i rossocrociati che sembrano patire più dei loro avversari la distanza dalla panchina, cosa che li costringe a cambi più lunghi e al maggior dispendio di energie. Mentre il secondo tempo si avvia alla sua conclusione ancora senza segnature, Thompson atterra Ambühl, regalando così alla Svizzera la seconda opportunità di giocare con l'uomo in più, a cavallo della seconda pausa.
Nemmeno questo powerplay serve a sbloccare lo 0-0 iniziale, ma ha comunque il merito di ridare tono all'azione della Svizzera, il cui gioco nelle battute introduttive si fa più fluido. Nuovamente, però, in quel frangente i più minacciosi sono gli statunitensi. L'impulso sul fronte offensivo degli elvetici lo dà allora Kukan, che mette sulla porta un disco che trova la deviazione di Niederreiter, ma Swayman non si fa sorprendere. Al 53'45" a farsi spedire sulla panchina dei penalizzati è Moser, il cui bastone, girandosi, va a finire sul volto di Smith, e per i rossocrociati sono altri centoventi secondi di passione. Quando alla fine dei tempi regolamentari manca ormai meno di un minuto e mezzo Malgin spara sulla porta una cannonata dalla lunga distanza, che sulla sua traiettoria trova un pattino di un giocatore avversario, disinnescando la minaccia. È l'ultima grossa opportunità prima della terza sirena: sarà dunque l'overtime a decretare la squadra vincitrice del titolo mondiale. E quel titolo lo vincono gli Stati Uniti che su una ripartenza, al 62'02" segnano con Thompson. E così, ancora una volta, i sogni dorati della Svizzera restano tali.
Svizzera - Stati Uniti (0-0 0-0 0-0 0-1) d.s. 0-1
Rete: 62‘02’’. Thompson (Cooley, Skjei) 0-1.
Svizzera: Genoni; Kukan, Siegenthaler; Glauser, Moser; Fora, Marti; Berni; Andrighetto, Malgin, Meier; Fiala, Ambühl, Niederreiter; Bertschy, Schmid, Moy; Riat, Jäger, Knak; Baechler.
Stati Uniti: Swayman; Werenski, Lacombe; Skjei, Peeke; Vlasic, Kesselring; Buium; Keller, Cooley, Garland; Thompson, Beniers, Nazar; Gauthier, Pinto, Smith; O’Connor, McCarron, Eyssimont; Doan.
Arbitri: Campbell (Can), Holm (Sve); Ankerstjerne (Dan), Hautamäki (Fin).
Note: Avicii Arena di Stoccolma, 12’530 spettatori (tutto esaurito). Penalità: 2 x 2’ contro entrambe le squadre. Tiri in porta: 25-40 (11-11, 9-17, 4-11, 1-1). Svizzera senza Hischier (infortunato), Hofmann, Egli e Aeschlimann (tutti e tre in soprannumero). Al 25’38’’ Genoni para un rigore a Garland (fallo d’emergenza di Fora). Premiati a fine partita, quali migliori giocatori in pista, Leonardo Genoni e Tage Thompson.