Domani a Friborgo si alza il sipario sulla creazione di Mitell e Steinmann. ‘Se sono contento? Rifatemi la domanda dopo che saremo stati sotto pressione’
Lugano – Le notizie che arrivano dall’infermeria alla vigilia del debutto stagionale non sono certo quelle che Tomas Mitell e lo staff bianconero s’auguravano prima di partire per Friborgo. Perché, se da una parte domani il Lugano ritroverà lo scorer Luca Fazzini e il finlandese Rasmus Kupari – il primo verrà impiegato in seconda con Sgarbossa al centro e Canonica all’ala, mentre il secondo affiancherà il canadese Perlini e l’ultimo arrivato in ordine di tempo, l’americano Zachary Sanford (‘Zach’ per gli amici) –, dall’altra dovrà fare a meno di Jiri Sekac, l’ultimo di una nutrita schiera di infortuni in una preseason che da questo punto di vista non è stata la migliore possibile. Vittima di un non meglio precisato problema alla parte bassa del corpo, souvenir dell’ultima amichevole, martedì, con il Kladno dell’immarcescibile Jagr, la possente ala bianconera ne avrà per almeno tre settimane, e quando tornerà lui, probabilmente a inizio ottobre, lo staff bianconero si sarà fatto un’idea più precisa di cosa l’attenderà da qui al mese di marzo. «Se mi chiedete adesso se sono contento, non vi posso rispondere – dice, schietto, il nuovo general manager Janick Steinmann –. Questa domanda dovreste farmela più in là, quando avrò un quadro più chiaro, perché adesso siamo ancora in estate, c’è il sole che splende, io mi sento ottimista e non sono ancora arrivate le grandi tempeste, quindi fin qui è stato tutto facile. La pressione, quella vera, arriverà nelle prossime 2 o 3 settimane, e dopo una ventina di partite avremo un’idea più chiara di come siamo messi e di dove stiamo andando».
In ogni caso, l’impressione è che nei corridoi della Cornèr Arena aleggi sul serio un nuovo entusiasmo, dopo i mesi tremebondi della scorsa stagione, in cui la nave sembrava dovesse scomparire tra le onde della burrasca senza che nessuno fosse in grado di aggrapparsi al timone. Acqua passata per fortuna, ma da qualche parte, nella testa di chi c’era, un vago ricordo di quel disgraziato periodo rimane, almeno come monito. «Sì, ovvio, in questi mesi abbiamo ripensato a quei momenti, e ci abbiamo riflettuto – ammette capitan Calvin Thürkauf –. Però, forse, a volte è meglio cadere di faccia, per poi rialzarsi e ripartire da zero. Siamo tutti consapevoli di cos’è successo un anno fa, così abbiamo cercato di capire cosa c’era da cambiare. Quello era soprattutto compito di ‘Stoney’ (Steinmann, ndr), e nel frattempo quel lavoro l’ha fatto, e l’ha fatto bene, e con gli elementi che abbiamo a disposizione oggi vogliamo scrivere un nuovo capitolo».
A proposito dei nuovi venuti: sul fronte degli stranieri forse non ci saranno i grossi nomi, ma i nuovi innesti per pedigree e caratteristiche rispondono tutti a una logica ben precisa. «Io sono ottimista – aggiunge Thürkauf –, perché non solo si sono subito integrati nella nuova realtà, ma hanno anche portato una ventata di aria totalmente nuova. Abbiamo anche fatto dei ‘workshop’, con l’obiettivo di migliorare l’atmosfera nello spogliatoio. Forse qualcuno dirà che non sono delle star, ma ognuno di loro è stato un leader nelle squadre in cui ha giocato negli ultimi anni. Ma soprattutto parliamo di gente che lavora duramente, ogni giorno. Ed è quello che noi dobbiamo e vogliamo fare: lavorare intensamente per tutto il tempo, in allenamento oppure in partita, giocando duro per tutti i sessanta minuti».
Per il ventottenne capitano bianconero, l’assimilazione del concetto voluto da Tomas Mitell e dall’associate coach Stefan Hedlund (che si occuperà della difesa) non è stato difficoltoso, al contrario. «No, non è stato un approccio difficile – spiega –. Tutti nello spogliatoio avevano gli occhi sgranati, pronti a imparare a svolgere il compito assegnato. Durante l’estate, lo staff tecnico ha lavorato parecchio per studiare quale fosse il sistema di gioco più indicato e ora noi giocatori siamo pronti per metterlo in pratica. La differenza rispetto al passato? La velocità, direi. Però, in primis, il focus è sulla zona difensiva, infatti se giochiamo bene in retrovia non ci rimarremo molto nel nostro terzo, di conseguenza avremo più tempo da passare in zona d’attacco».
Alla vigilia della prima uscita stagionale, i principali punti interrogativi riguardano proprio il reparto arretrato: date per scontate le coppie Carrick-Müller, Alatalo-Peltonen ed Aebischer-Dahlström, da ciò che si è potuto intuire nell’allenamento di ieri Guerra sembra essere il maggior indiziato a doversi accomodare in tribuna, apparentemente in svantaggio nel ballottaggio con Brian Zanetti. Ma, naturalmente, c’è anche da capire chi prenderà il posto tra i pali tra uno Schlegel che anche nella scorsa stagione ha dovuto fare i conti con acciacchi di tipo muscolare e un Van Pottelberghe che non gioca una partita vera da oltre un anno, dopo la frattura al piede all’inizio d’ottobre 2024. Pur non parlando apertamente di staffetta, Mitell lascia intendere che, specialmente all’inizio, i due si alterneranno. «Non dico che sarà sempre così, ma almeno quando giocheremo sia il venerdì, sia il sabato, come capiterà in questo carico mese di settembre – spiega il quarantaquattrenne tecnico scandinavo, approdato sul Ceresio dopo tre stagioni e mezzo sulla panchina del Färjestad –. Credo che un po’ per la maggioranza delle squadre abbia senso effettuare un’alternanza tra i portieri, infatti ci sono anche le partite del martedì. Sarà un po’ tutto da decidere. E poi, voglio dire, è anche una questione di merito: qui nessuno regala niente. In definitiva, credo che vedrete in pista entrambi i portieri nella prima settimana e lo stesso capiterà anche nella seconda, e allora ne riparleremo».
Nell’attesa, domani alla Bcf Arena il Lugano scenderà in pista non soltanto per confrontarsi con il Friborgo, ma pure con se stesso. «Se sono nervoso? Non direi, piuttosto sono eccitato all’idea di debuttare con la mia nuova squadra – conclude Mitell –. Ed è una bella sensazione, perché stiamo lavorando tutti assieme ormai da cinque o sei settimane, e in questo lasso di tempo abbiamo fatto molto, anche se negli ultimi giorni più passava il tempo, più tutti avevano, e hanno, voglia di fare sul serio, di giocare partite vere. Naturalmente di più non posso dire, perché il campionato non è ancora iniziato e non ci siamo ancora misurati con alcun avversario, ma ciò che so è ce sono contento dell’impegno e della dedizione mostrati dai giocatori, che stanno cercando di fare le cose giuste, lavorando sodo. Ed è un buon inizio».