Ambrì battuto nonostante l’ottimo debutto tra i pali di Philip Wüthrich. Bürgler: ‘Ringraziamo lui se siamo rimasti in partita sino alla fine’
Tre interminabili minuti – suppergiù – con i sei stranieri in pista costretti a trascinare la lingua sul ghiaccio, sfiniti, mentre provano invano a realizzare in extremis il gol che rimetterebbe le cose a posto alla Ilfis di Langnau, anche se il suo nome è stato ormai rimpiazzato dall’impronunciabile Emmentalversicherung Arena. A Langnau, Luca Cereda decide con ampio anticipo di richiamare in panchina il pur ottimo Philip Wüthrich – gran debutto fra i pali, il suo – nel tentativo di raddrizzare una partita che in verità era iniziata benissimo, ma che a conti fatti sarà poi segnata dalle molte indecisioni biancoblù nel terzo difensivo, nel gioco con il disco ma anche senza, in un venerdì che non regala segnali particolarmente incoraggianti da questo punto di vista. Pur se, in fondo, siamo solo alla seconda giornata di campionato, quindi bisognerebbe anche specificare che certe indicazioni potrebbero lasciare il tempo che trovano.
Tuttavia, non si può non notare che la sfida di Langnau in sessanta minuti regala agli attaccanti di Thierry Paterlini non meno di cinque discese in solitaria, frutto di qualche puck perso per strada oppure di qualche scelta azzardata. Come quella che, alla fine, costerà la sconfitta nell’Emmental a Dario Bürgler e compagni. Ironia della sorte, all’origine di quell’incertezza c’è proprio l’uomo che aveva del tutto rilanciato il match, quel Tommaso De Luca che nelle fasi conclusive di un secondo tempo gradatamente preso in mano dall’Ambrì, dall’alto di una maggior iniziativa e verve offensiva dopo un primo tempo già di per sé difficile (tolto il primo speranzoso paio di minuti), sorprende Boltshauser con una conclusione che s’infila alla sua destra, segnando il 2-2 a un minuto e otto secondi dall’intervallo numero due. Purtroppo per De Luca, e non solo per lui, al sesto minuto del terzo tempo l’attaccante aostano decide di risalire dopo essere uscito dall’angolo, prima di provare a imbeccare qualcuno con un passaggio ‘no look’ a ridosso della blu: col senno del poi è un vero azzardo, anche perché sulla linea che delimita il terzo non c’è più copertura, siccome Zgraggen si era già proiettato in avanti, così l’incredulo Felcman si ritrova il puck sulla paletta del bastone, prima di lanciare un altrettanto incredulo Bachofner che, dopo quaranta metri divorati in solitaria, va a battere l’incolpevole portiere leventinese, segnando in ‘backhand’ la rete che deciderà la partita.
Quella, tra l’altro, sarà anche l’unica volta in cui il povero Philip Wüthrich dovrà dichiararsi battuto in un duello ravvicinato con uno degli attaccanti avversari lanciatissimi verso di lui: le altre quattro volte, due delle quali contro Mäenalanen (lanciato prima da un tocco impreciso di Petan, poi da un altro errore alla blu di Joly), e una volta a testa contro Felcman (nel periodo centrale) e Pesonen (quest’ultimo, tra l’altro, fermato con un ‘poke check’ a poco più di tre minuti dalla fine), l’ex portiere del Berna ne è sempre uscito vincitore, dimostrando oltre alle sue capacità anche una buona dose di sangue freddo. «È davvero un po’ frustrante – ammette, ai microfoni di Rsi, capitan Dario Bürgler –. Abbiamo offerto al Langnau davvero troppi turnover e li ha saputi sfruttare. Peccato, perché eravamo sul 2-2 dopo due tempi, e poi concediamo ben quattro breakaway nell’ultimo periodo, e possiamo ringraziare Philip se nonostante ciò siamo rimasti in partita sino al termine. D’altra parte, non conosco la cifra esatta dei tiri che abbiamo fatto (33, ndr), quindi le occasioni per segnare le abbiamo avute, però è pur vero che alla fine sono i gol che contano, e non ne abbiamo fatti abbastanza». C.S.