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Prima un doppio vantaggio, poi il patatrac. ‘Una delusione’

Bene per quasi due tempi, a Ginevra l’Ambrì si scioglie. L'amarezza di Dario Bürgler: ‘Dovevamo essere più furbi’

La delusione dei biancoblù
(Keystone)
24 2025
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Non può piovere in eterno. O, se preferite, prima o poi tutto finisce. Lo dice la legge dei numeri. Ma, come recita un motto popolare, ogni cosa a suo tempo, e per l’Ambrì Piotta quello del digiuno di vittorie non è ancora finito. Peccato, perché alle Vernets sembra davvero tutto apparecchiato per far sì che gli uomini di Cereda ritrovino finalmente quella vittoria che manca loro ormai dalla prima sera di campionato, quando con una rete in extremis avevano battuto il Kloten. Soprattutto quando un indiavolato Zwerger – al suo terzo sigillo nelle ultime tre partite – a meno di quattro minuti dalla seconda sirena, dando prova di grande caparbietà prima recupera un disco su Miranda e poi lo scippa a Schneller per andare a regalare il quarto dispiacere della serata a Charlin e il doppio vantaggio ai suoi (il primo di questo primo scorcio di stagione).

Il più, a quel punto, sembra essere fatto per i leventinesi, anche perché la squadra sta girando bene, sorretta da un powerplay capace di graffiare e un boxplay altrettanto ermetico (e in grado pure lui di segnare).

Un’altra novità della serata in riva al Lemano è quella che vede il contatore di reti finalmente sbloccarsi sul conto degli stranieri biancoblù d’attacco. Merito di un Petan che indovina il pertugio per riportare avanti l’Ambrì Piotta subito prima del citato 4-2 di Zwerger. Ma i loro, appunto, sono gli ultimi acuti di una serata che dal punto dell’austriaco in poi prende tutta un’altra piega. Nei trentun secondi che seguono (!) succede infatti il patatrac, con il Ginevra Servette che azzera il doppio vantaggio con Puljujärvi (26” dopo l’austriaco) e Vesey (al 37’08”). Un uno-due che lascia i biancoblù vacillanti e che malgrado il tempestivo timeout chiamato dal tecnico di Sementina, finiscono il secondo periodo in apnea. «Dovevamo essere più furbi in quel frangente e fare il possibile per andare alla seconda pausa in doppio vantaggio – si rammarica Dario Bürgler a fine partita ai microfoni della Rsi –. Invece ci siamo fatti sorprendere dai nostri avversari con due reti immediatamente conseguenti a un ingaggio...».

A condannare definitivamente i biancoblù a una nuova resa entro il sessantesimo sono poi le penalità di cui si gravano cammin facendo nel corso del terzo tempo. Prima si fanno spedire fuori in rapida successione Heim e Tierney, ma il fortino biancoblù regge l’urto stringendo i denti per oltre un minuto e mezzo a 3 contro cinque. Lo scenario si ripete poco dopo il cinquantesimo, quando tocca prima a Manix Landry e poi a Joly accomodarsi sulla panca dei cattivi. Mancata la prima grossa opportunità, la squadra di Yorick Treille stavolta non si fa pregare per trovare la rete che le frutta il primo vantaggio della serata. Quello che poi, al tirar delle somme, permette al Ginevra Servette di completare il suo poker di successi (in altrettante partite) sul ghiaccio delle Vernets, rimandando a casa a mani vuote un Ambrì Piotta generoso, concreto e battagliero fin quasi al termine del secondo ,tempo ma poi malamente scioltosi negli ultimi venti minuti e spiccioli. «Anche sul 4-4, la partita non era ancora compromessa: anzi, per quanto proposto nei primi due tempi potevamo anche puntare alla posta piena. Quando però sei costretto a giocare per più di tre minuti a 3 contro 5 nell’ultimo tempo, diventa difficile pensare di uscire dal ghiaccio con qualche punto in tasca. Per vincere le partite sono necessari più ingredienti: oggi la base c’era, ma altri sono mancati, e al tirar delle somme ce ne torniamo a casa a mani vuote. E farlo al termine di una partita così è una delusione». M.I.