laR+ Hockey

‘Più tensione in pista meno pensieri in testa’

Per Bürgler è l’occasione ideale per una boccata d’ossigeno: ‘Per invertire il trend dobbiamo giocare per un’intera partita senza cali’

Volente o nolente, quando le cose non vanno come vorresti, nella tua testa questa situazione continua a perseguitarti’
(Keystone)
29 settembre 2025
|

Ambrì – Guardando al passato, più o meno recente, a presentarsi all’appuntamento con il derby in debito d’ossigeno e punti, spesse volte è stato il Lugano. Alla vigilia del numero 260 della storia, tuttavia, le coordinate sono diametralmente opposte. O quasi. Di fatto, in casa Lugano i tre punti racimolati sabato a Rapperswil non hanno certo spazzato tutte le nubi grigie sopra la Cornèr Arena, ma hanno sicuramente portato un po’ di luce all’orizzonte. Sul fronte dell’Ambrì Piotta, malgrado prestazioni comunque sostanzialmente in progressione, gli uomini di Cereda sono fermi alla vittoria da tre punti della giornata inaugurale contro il Kloten. Poi solo sconfitte. Otto, una in fila all’altra (e, eccezion fatta per quella di Bienne arrivata ai rigori, tutte maturate nei tempi regolamentari). Partendo da queste premesse, sono appunto i biancoblù a guardare al primo dei quattro derby stagionali con la speranza che possa essere davvero la partita della svolta. «Di derby ne ho vissuti diversi, su un fronte e sull’atro, e se c’è una cosa che ho imparato in questi anni è che per l’una o per l’altra squadra, quando si presentano, per un motivo o l’altro è sempre un momento particolare: stavolta tocca appunto a noi – riconosce Dario Bürgler –. D’altro canto il derby è sempre una sfida che in Ticino viene vissuta in modo differente dalle altre. Di cui si sente parlare già diversi giorni prima, per il contesto in cui lo si disputerà e per la rivalità tra le due tifoserie. A maggior ragione stavolta».

E voi, ne avete parlato dopo la sconfitta di sabato a Friborgo? «Certo, come parliamo sempre dopo una partita e prima di un’altra. È chiaro che in un modo o nell’altro dobbiamo tornare a fare punti. La situazione, soprattutto guardando la classifica, non è bella, anche se a mio modo di vedere non è la conseguenza della qualità del nostro gioco. Ci manca tuttavia ancora quel qualcosa, e forse anche un po’ più di furbizia per riuscire a portare a casa una partita. Magari trovando una rete in un momento chiave, oppure ancora evitando di gravarsi di penalità che spesso vengono sfruttate dal nostro avversario per segnare. È l’insieme di queste cose che al tirar delle somme ci ha condannati nella maggior parte dei casi: per invertire la tendenza dobbiamo giocare per un’intera partita senza cali di concentrazione».

In questo senso, la partita di venerdì contro lo Zugo e quella dell’indomani a Friborgo ha visto un Ambrì Piotta uscire dal ghiaccio nuovamente sconfitto, con la consapevolezza però di aver compiuto qualche passo avanti: «Sì, indubbiamente. Più in generale, se guardo a questo primo scorcio di stagione, sono diverse le partite in cui abbiamo mostrato parecchie cose positive, ma non a sufficienza, e soprattutto non con quella costanza sull’arco di tutti i sessanta minuti necessaria per fare risultato: è proprio questo l’aspetto che ancora ci manca e sul quale dobbiamo insistere».

C’è chi, nel cercare il perché di una striscia negativa ormai arrivata a quota 8 partite, punta il dito sui continui cambiamenti nello schieramento tattico dell’Ambrì Piotta: pensi il frequente rimescolamento dei terzetti offensivi possa aver avuto un suo peso nei risultati, magari ritardando la messa a punto dei giusti equilibri di squadra? «Quello di un equilibrio di squadra reso precario dal continuo rimescolamento delle linee o dei turnover tra gli stranieri è un tema che tiene banco una stagione sì... e l’altra pure da ormai parecchi anni, e non solo ad Ambrì, senza mai arrivare a una risposta provata e in grado di mettere d’accordo tutti. Del resto, se ci fosse una ricetta ideale, di certo l’avremmo già adottata. Personalmente, al di là di tutto, sono persuaso che questa è una squadra competitiva, che ha i mezzi per andare a fare punti su qualsiasi pista del massimo campionato». La prossima che calcherete sarà però quella in riva al Ceresio, decisamente la più ostile, sportivamente parlando, per l’Ambrì Piotta: «Per noi, giocare alla Cornèr Arena non è mai come giocare su un‘altra pista, questo è innegabile. Ma ciò non vuol dire per forza di cose che sia la pista più difficile. Ciò che si può senz’ombra di dubbio affermare è che un derby è sempre qualcosa di particolare, per i tifosi ma anche per i giocatori. L’atmosfera è più ’elettrica’, tanto sulle gradinate quanto in pista. Ecco, forse, proprio la tensione che già si respira alla vigilia di questa partita, potrebbe giocare a nostro favore, permettendoci di andare sul ghiaccio con la testa sgombra da altri pensieri, come quelli della striscia negativa che ci portiamo dietro». Le otto sconfitte consecutive, par di capire, qualche strascico lo stanno lasciando nelle vostre teste... «Beh, direi di sì, e in fondo è anche normale che sia così. Nella vita ci sono ovviamente cose ben più gravi e importanti che una partita di hockey o un campionato, ma questo è il nostro mestiere, quello che occupa la nostra quotidianità. Per cui, inevitabilmente, se le cose non vanno come dovrebbero in partita, nella tua testa questa situazione continua a perseguitarti, dentro e fuori dal ghiaccio. Cerchi di capire cosa c’è che non fa e cosa potresti fare per uscire da quest’impasse, come potresti essere utile ai tuoi compagni e alla causa della squadra. O come ritrovare un po’ di quella fiducia che inevitabilmente finisce per essere intaccata da una serie negativa», tiene a sottolineare il 37enne svittese, al suo quinto anno in Leventina dopo averne passati altrettanti in riva al Ceresio, e in stagione autore di una rete (una settimana fa a Ginevra) e un assist in nove partite. Un Bürgler che nell’allenamento della vigilia è andato sul ghiaccio con la maglia grigia dei giocatori o acciaccati o potenzialmente in esubero: «No, fisicamente sono a posto. Se sarò in pista nel derby? Io lo spero: è sempre bello giocare partite così, anche se la decisione ultima non spetta a me».

Dagli spogliatoi

‘È ora che ognuno faccia uno sforzo in più’

Carte coperte sul ghiaccio della Gottardo Arena alla vigilia della prima ‘stracantonale’ della stagione 2025/26. Nell’allenamento del lunedì, infatti, coach Cereda lascia intuire che lo schieramento tattico verrà sì rivisto per quel che riguarda i terzetti offensivi, senza però fornire indicazioni chiare sull’aspetto definitivo che avrà l’attacco dell’Ambrì Piotta sul ghiaccio della Cornèr Arena. In particolare al capitolo stranieri, dove però, alcune certezze sembrano filtrare, come quella di Joly in linea con Lukas e Manix Landry. Per il resto resta invece da chiarire chi sarà invece lo straniero sacrificato tra DiDomenico, Formenton, Tierney e Petan, partendo dal presupposto che dietro (ma anche questa non è una certezza) che tanto Virtanen quanto Heed siano imprescindibili.

«Sfortuna? Limiti nostri? Oguno cerca di dare la sua motivazione ai nostri risultati – commenta l’assistente di Luca Cereda René Matte –. Personalmente, la mia chiave di lettura si rifà un po’ all’una e un po’ agli altri. Che ci sia un pizzico di sventura nella nostra striscia negativa è vero, ma altrettanto lo è che potremmo e dovremmo fare di più. Ci manca ancora quel passo in più per vincere le partite che, il più delle volte, restano anche in bilico fino all’ultimo. Ancora nel weekend, tanto contro lo Zugo quanto a Friborgo, siamo rismasti lì lì con i nostri avversari praticamente fino al 57’ o giù di lì, ma poi siamo stati sopraffatti. Non è colpa di uno o dell’altro, ma alla fine non raccogliamo abbastanza. Adesso è tempo che ognuno faccia quello sforzo in più per invertire il trend».