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Un fiore pronto a sbocciare: sul cammino di Tyra c’è Maria

Il Bellinzona Ladies Open entra nella fase più calda e oggi propone una sfida che promette spettacolo. Una giovane, l’altra più navigata, ma affamate

L’italoamericana...
(Nicola Demaldi/SertusImage)
11 aprile 2025
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Le scarpe ormai rossicce, i campi scalfiti dai segni delle palline. Fatica e sudore, soprattutto quando il sole riscalda muscoli e spettatori. Le suole consumate in cerca di traiettorie impossibili, il ticchettio delle tribune. Un’occhiata di qua e di là della rete, applausi. La superficie di gioco ripulita dalle stuoie facilita il compito del giudice di linea nel decretare la bontà dei colpi. Diritto, rovescio e smorzata. Un repertorio che tratteggia lo stile, che non difetta sicuramente a Tyra Caterina Grant (Wta 401). L’italoamericana, uno dei talenti più interessanti del circuito femminile, ha raggiunto i quarti del Bellinzona Ladies Open. Fresca di esordio nel tabellone principale del Wta 1000 di Miami, in cui è stata eliminata subito in entrata, la giovane ha «acquisito esperienza che mi aiuterà in futuro, consapevole tuttavia di non aver performato sui miei livelli». Livelli che spera invece di ritrovare nella capitale, su quella terra battuta che fin da piccola ha sempre amato, pur adattandosi facilmente a qualsiasi tipo di superficie. Buoni rovescio e smorzata, sui campi del Centro sportivo turrito se n’è avuta la conferma, ma «le mie armi sono il servizio in kick e il diritto. Non mi dispiace inoltre rimanere a lungo nello scambio, variando il gioco». Uno stile aggressivo, come da lei definito, che in ambito femminile non è abituale. «È particolare, vero: fatico a rivedere queste stesse caratteristiche in altre giocatrici». Non ancora maggiorenne, eppure dimostra grande personalità e di avere le idee ben chiare. Come se non bastasse, Tyra si dice molto competitiva – anche, ammette, quando si tratta di morra cinese. Qualità necessarie a bruciare le tappe, scalare in fretta la classifica. Un piccolo neo c’è, sicché a ogni torneo ha il pallino di studiare a memoria il tabellone. «Non è un’ossessione, bensì mera curiosità», ride.

‘Non percepisco la pressione’

L’esordio in quel di Bellinzona è stato difficoltoso. Ha impiegato più del «dovuto» a chiudere in rimonta la pendenza Jessica Bertoldo (721) e superare il turno. Giovedì, ieri, la sfida è stata meno in salita: 6-4 6-1 alla francese Alice Ramé (390). Oggi dovrà quindi affrontare Maria Lourdes Carlé (116) e, in compagnia dell’italiana Camilla Rosatello, la nostra Jenny Dürst e la sua connazionale Elizabeth Mandlik. Sì, perché Tyra considera il doppio fondamentale in quanto si capisce «l’importanza della risposta e la solidità che bisogna mantenere in campo; sembra una stupidaggine, ma può fare la differenza». Il torneo è una preparazione in vista dei prossimi appuntamenti che si disputeranno sulla terra rossa, anche se, precisa, punta sempre a vincere. Un fiore pronto a sbocciare, il cui futuro si prospetta roseo. Come quello di Mirra Andreeva, che nel 2023 si era imposta proprio in quel di Bellinzona (e Chiasso) e attualmente occupa la settima posizione nel ranking internazionale, o addirittura qualcosa in più. L’anno scorso l’italoamericana ha incrociato brevemente la strada dell’ex allenatore della russa, Jean-René Lisnard, presso l’Elite Tennis Center di Cannes. Le premesse sono dunque buone. Molta, forse troppa, la pressione? «Ero sempre la piccola di turno, anche durante il periodo all’Accademia Piatti, quindi non la percepisco molto. Il fatto di aver già ricevuto wild card importanti come a Miami (e recentemente anche per gli Internazionali d’Italia, ndr), non mi destabilizza più di quel tanto quando gioco. Cerco ‘solo’ di trovare la soluzione migliore in quel momento». Forse la carriera del padre, quel Tyrone Grant ex cestista di alto livello che ha militato pure nell’Olimpia Milano, può aiutare. «Ha viaggiato parecchio e conosciuto molte realtà; cerca quindi di trasmettere la sua esperienza, e passione, a me e al mio fratellino, anche lui già innamoratosi della racchetta. È un processo di crescita, ogni giorno imparo qualcosa di nuovo». Metà statunitense, metà italiana. Nata e cresciuta nel Belpaese, eccezion fatta per una breve parentesi alla United States Tennis Association di Orlando, in Florida, «culturalmente mi sento più ‘affine’ alla Patria di mamma. Il modo in cui approccio la disciplina è invece più americano», sulla cucina non ha dubbi. «Quella italiana», ride. Le ambizioni sono alte, come pure le aspettative. «Ho raggiunto abbastanza in fretta i miei obiettivi, chiudendo anzitempo il capitolo delle competizioni junior». I due successi ottenuti a Bellinzona proietteranno inoltre Tyra fra le migliori 400 del pianeta. «Non sono così lontana dalle qualificazioni dei tornei del Grande Slam, il cui taglio è posto a circa duecento. Spero fra cinque anni, quando ne avrò 22, di avere già qualche Major in bacheca» che in doppio (a livello juniores) ha già conquistato in due occasioni.

Un torneo di preparazione, ma...

Chi sarà presente nel tabellone principale del Roland Garros è il rullo compressore Carlé, che si è sbarazzata in due set anche di Nao Hibino (216) e nel prossimo turno affronterà la poc’anzi citata Grant. I raccattapalle a caccia di autografi da esibire su cappellini e palline non possono farsi sfuggire la firma dell’argentina, testa di serie numero uno del torneo. «Finora ho mostrato dei bei colpi, dunque sono più che felice: ho scelto Bellinzona perché amo la terra battuta. Questa settimana ho preferito una superficie che mi permettesse di acclimatarmi, e abituarmi, in vista del prosieguo della stagione. Ho comunque sentito cose positive sul ‘Ladies Open’ e, di persona, posso confermare tutto. L’impressione sull’organizzazione, e sul côté meno sportivo, infatti è buona». Non è tuttavia la prima volta che bazzica i campi rossocrociati. «Sì, l’anno scorso ho disputato il torneo di Montreux (dove in doppio, accompagnata dalla nostra Simona Walter, ha raggiunto perfino la finale, ndr). È sempre piacevole tornare in Svizzera, lunedì abbiamo inoltre avuto la possibilità di conoscere meglio la città e le sue peculiarità. Un bel panorama, immerso nel verde». Fra i campi turriti l’intento è cercare di evolvere tecnicamente. «Le aspettative non sono alte, come invece successo in passato... Chiaro, dovessi conquistare il titolo, ne sarei felice. Nel corso di questa settimana il focus è tuttavia posto sulla mia condizione attuale in modo da capire a che punto sono e come posso migliorare ogni giorno».

Vilas, Sabatini e Del Potro hanno spianato la strada

Maria spera infatti di ritrovare la forma della passata stagione, in cui ha messo in bacheca il titolo numero uno sul circuito maggiore trionfando a La Bisbal d’Empordà. Non è finita qui, perché ha esordito nel tabellone principale di Roland Garros, Wimbledon e Us Open assicurandosi l’accesso alle Olimpiadi di Parigi. Un ruolino di marcia valso la top cento, la natia di Daireaux ha perfino raggiunto la sua miglior posizione lo scorso maggio dopo ben quattordici anni di carriera. La storia è leggermente differente quest’anno, soprattutto in termini di risultati. «Ho proposto un bel gioco, disputando eccellenti partite, eppure spesso non è bastato. La speranza è di vincere di più, ma credo sia parte del processo di crescita. È necessario imparare dalle situazioni negative, cercando di migliorare ogni settimana». Un mantra che intende mettere in pratica già sui campi di Bellinzona così da preparare il Wta 100 di Madrid e, sempre nella capitale iberica, il Master 1000 senza dimenticare l’Open di Francia. Quando si parla di Argentina la mente corre subito a palloni e parastinchi. I grandi campioni hanno però impugnato pure la racchetta, facendo sognare tutto il Paese. Guillermo Vilas, Gabriela Sabatini e il gigante buono Juan Martin del Potro hanno spianato la strada. «Il tennis è molto popolare, tant’è che attualmente possiamo contare su più di cinque giocatori fra i migliori cento del pianeta. Noi ragazze abbiamo riscontrato maggiori difficoltà, faticando a emergere, tuttavia cerchiamo di scalare la classifica». Maria è prossima infatti a tornare nella top 100, come Julia Riera (138) – l’anno scorso impostasi a Chiasso. Nelle ultime stagioni lo Stato del Sud America ha inoltre organizzato numerosi tornei, che «aiutano e promuovono tutto il movimento. L’interesse cresce, dunque il cammino intrapreso è buono». Come dimostrano le qualificazioni della Billie Jean King Cup, attualmente in corso, in cui l’Argentina ha sconfitto 3-0 Guatemala e Cile. Questa volta il calendario «mi ha imposto di focalizzarmi sulla mia carriera, ma è sempre qualcosa di speciale rappresentare il mio Paese».

Una giovane, l’altra più navigata. Due profili differenti, ma con la medesima fame di successo. La sfida fra Tyra e Maria si preannuncia di altissimo livello, peccato che si consumi già nei quarti, anche se il calibro delle altre giocatrici non è sicuramente da meno.