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Chi riuscirà a battere Carlos Alcaraz?

Il ventiduenne di Murcia si prepara al debutto sull'erba londinese, lunedì, dove arriva da imbattuto (o quasi). ‘Il segreto? Ogni tanto bisogna staccare’

L’iberico punta a scrivere una nuova pagina di storia, imponendosi a Wimbledon per la terza volta di fila
(Keystone)
25 giugno 2025
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È un autentico fenomeno, Carlos Alcaraz. Tanto che, almeno all'apparenza, non sembra esserci nessuno veramente in grado di impedirgli di centrare la tripletta sull'erba più rinomata del mondo, quella di Wimbledon. E mentre Jannik Sinner, il numero 1 dell'Atp e il suo più grande rivale, ammetteva di essere contento di avere qualche giorno di pausa dopo la sconfitta al secondo turno ad Halle a opera del kazako Alexander Bublik (Atp 45), lo spagnolo continuava imperterrito a dimostrare in campo la stessa superiorità manifestata nella stagione sulla terra battuta, lasciando solo le briciole ai suoi avversari nell'esclusivo Queen's club di Londra, con sua stessa sorpresa. «E dire che sono venuto qui senza aspettative – dice il ventiduenne di Murcia, dopo il successo in finale ai danni del ceco Jiri Lehecka –. Il mio unico obiettivo era quello di giocare due o tre partite, per abituarmi al gioco di gambe sull'erba e capire su cosa avrei dovuto lavorare ancora». La risposta? È ovvia: niente di niente. Al punto che vien da chiedersi chi riuscirà a mettergli i bastoni fra le ruote lunedì, quando inizieranno gli Internazionali d'Inghilterra, dove lo spagnolo vorrà scrivere una nuova pagina di storia.

È lui l'erede di Federer, Nadal e Djokovic

Il mondo del tennis guardava con una certa apprensione alla fine dell'era di fenomeni quali erano (o sono, visto che il serbo ancora gioca) Roger Federer, Rafael Nadal e Novak Djokovic. L'arrivo di Alcaraz sembra aver colmato tale lacuna, e dopo aver trionfato per ben due volte in finale proprio ai danni di Nole, a Londra l'iberico potrebbe diventare il quinto tennista da quando è stato introdotto il professionismo, nel lontano 1968, ad aver trionfato per tre volte di fila sul prato londinese, dopo lo stesso Djokovic (quattro vittorie tra il 2018 e il 2022), Roger Federer (cinque tra il 2003 e il 2007), Pete Sampras (tre volte tra il 1993 e il 1995 e quattro tra il 1997 e il 2000) e Björn Borg (vincitore a cinque riprese tra il 1976 e il 1980). Alcaraz che, tra l'altro, un anno fa era già diventato il sesto uomo della storia a centrare la doppietta Parigi-Londra nello stesso anno, come i già citati Djokovic, Federer, Nadal e Borg e, in tempi più remoti, l'australiano Rod Laver.

È tuttavia piuttosto curioso notare che, dopo un avvio di stagione tutt'altro che esaltante, in cui il murciano si era dovuto arrendere a Djokovic, Lehecka, Draper e Goffin, la sua parabola ascendente in questo 2025 è iniziata proprio nel momento in cui Jannik Sinner è tornato in campo dopo i tre mesi di sospensione relativi al famigerato caso del Clostebol, come se per rendere al meglio Alcaraz avesse bisogno di qualcuno che gli metta un po’ di pressione, come appunto l'altoatesino. Da quando è iniziata la stagione sulla terra, tuttavia, non ce n’è più stato per nessuno: da quel momento in poi il suo bilancio parla addirittura di ventisette successi a fronte di una sola sconfitta, a metà aprile, nella ‘sua’ Barcellona, quando aveva dovuto arrendersi in finale al danese Holger Rune.

Più completo di chi l'ha preceduto

Guardando non solo al suo potenziale ma anche a ciò che ha già ottenuto, Carlos Alcaraz si dimostra un giocatore più completo di quanto lo fossero Federer, Nadal e Djokovic alla sua età. Basti ricordare che nel 2022, quando s'impose agli Us Open e nei tornei di Miami e Madrid, tra gli altri, era diventato il numero 1 più giovane della storia, con i suoi 19 anni e 4 mesi. Tutto sembra essere oliato alla perfezione nel motore dello spagnolo: c’è il carisma, il talento, la tecnica e la forza mentale. Oltre a una saggia gestione delle risorse. Ad esempio, dopo la sconfitta in semifinale a Indian Wells aveva deciso di fare una breve sosta a Cancun, sulla riviera messicana. O ancora, dopo l'estenuante maratona parigina con Sinner, dispendiosa sia sul piano dell'energia, sia su quello delle emozioni, per ricaricare le batterie era volato a Ibiza per qualche giorno. «Era la cosa da fare – dice, convinto, Alcaraz –. C’è bisogno di staccare ogni tanto: cinque, sei giorni senza prendere la racchetta in mano e sudare sui campi da tennis. Dopo le vacanze in famiglia a Cancun ho ritrovato la gioia di giocare a tennis».

E siccome la stagione sull'erba è iniziata nel migliore dei modi con il successo al Queen's, prima di Wimbledon il fuoriclasse spagnolo ha potuto beneficiare di una settimana abbastanza tranquilla. «Non era il caso di tornare a casa, piuttosto ho deciso di approfittare un po' delle opportunità che offre Londra». In attesa che lunedì, alle 13.30 precise, il detentore del trofeo di Wimbledon rimetta piede in campo per dare il via alle danze, inaugurando un'edizione 2025 che si prospetta nuovamente maestosa per la ventiduenne stella allenata da Juan Carlos Ferrero.