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Oliver, piacere allo stato puro. ‘Applaudiamolo, se lo merita’

La folle storia dello studente che debutta a Wimbledon da protagonista, guadagnando 108 mila franchi che però non può incassare. ‘Non lo faccio per soldi’

Il tributo di Alcaraz: ‘Sono onesto, ho amato il suo gioco sul serio’
(Keystone)
2 luglio 2025
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È ben più del quarto d’ora di celebrità che presto o tardi capita a tutti, secondo Andy Warhol (sempre che davvero sia stato lui a teorizzarlo per primo). Quella di Oliver Tarvet sull’erba di Wimbledon è una storia che ha dell’incredibile, in tutto e per tutto. A cominciare dal fatto che il ventunenne nativo dell’Herfordshire non è neppure professionista, e questo tra l’altro è il primo dei suoi crucci, visto che il successo sul nostro Leandro Riedi al primo turno dello Slam più celebre al mondo, e pure il primo della sua carriera, gli aveva fruttato la bellezza di novantanovemila sterline, cento ottomila franchi suppergiù. Tanti soldi che, però, ironia della sorte, Tarvet non potrà mai incassare, perché ancora studia, negli States, all’Università di San Diego, e secondo gli statuti dell’Ncaa – l’organizzazione no-profit che governa lo sport statunitense a livello universitario e di college – uno studente al massimo può guadagnare diecimila dollari tra premi e diritti d’immagine. «Non lo faccio per soldi» si accontenta di dire ai media inglesi il nativo di St. Albans, lasciando però sottintendere che nei regolamenti qualcosa andrebbe cambiato.

E mentre nei pub di Londra la gente senz’altro si divide, in campo Tarvet dà spettacolo, incurante del fatto che tra lui e Carlos Alcaraz, il numero due del ranking, ci siano addirittura settecentotrentun posizioni. In un pomeriggio soleggiato, la furia spagnola che al primo turno era stata costretta al quinto set dall’italiano Fognini, piega la resistenza dell’inglese in tre set durati poco più di due ore e un quarto: finisce 6-1 6-4 6-4 per il murciano, che però è costretto a lottare, e sul serio, prima poter infine a serrare il pugno per ultimo, in un match che all’inizio pare semplicemente scontato e invece ben presto diventa divertente. Nel solo primo set il britannico si procura ben otto palle break, e più passa il tempo, più il duello diventa spettacolare. Tanto che il pubblico del Centrale si alza più e più volte, per applaudire soprattutto le strabilianti geometrie dei passanti pennellati dal britannico, a cui Alcaraz non potrà che tributare sincere parole di elogio a fine partita. «Sono onesto – dice lo spagnolo, che non perde un solo match da oltre due mesi –, quando dico che ho amato sul serio il suo gioco: era il suo primo match sul Centrale di Wimbledon, e Oliver ha messo in mostra davvero un tennis di grande livello. Ho subito capito che non solo sarei dovuto rimanere concentrato, ma avrei dovuto giocare una gran partita, credo di potermi dire soddisfatto della mia performance. Ma devo anche fare un grande applauso a Oliver, perché se lo merita davvero». C.S.