Firmata dichiarazione d'intenti per un progetto che valorizza agricoltura e patrimonio storico
La Società cooperativa "Caseificio Valposchiavo" e la nuova Fondazione "Centro culturale Valposchiavo" intendono realizzare una sede per raccogliere e valorizzare sia i prodotti locali che l'eredità culturale. Oggi è stata firmata una dichiarazione d'intenti.
Si tratta di una joint venture, una cooperazione fra il mondo dell'agricoltura e quello della cultura. Così Ruedi Bruderer presidente della neo costituita Fondazione "Centro culturale Valposchiavo" descrive il progetto dal titolo ancora provvisorio "Centro per l'agricoltura e la cultura Valposchiavo". "Siamo due entità differenti, ma cerchiamo di creare più sinergie possibili", spiega Gianluca Giuliani in rappresentanza del "Caseificio Valposchiavo".
Il progetto prevede che fondazione e caseificio si suddividano i piani di un unico edificio. Il seminterrato e il pianterreno saranno destinati al caseificio. "Al suo interno verranno venduti in gran parte prodotti 100% Valposchiavo. Diventerebbe così il primo negozio in valle con una vetrina riservata a cibi e bevande locali", spiega Giuliani.
Il primo e il secondo piano saranno riservati al Centro culturale Valposchiavo. "L'idea è di mettere a disposizione degli spazi idonei per diverse organizzazioni culturali, come ad esempio il Centro di documentazione Valposchiavo, la Società Storica Valposchiavo e gli archivi fotografici Valposchiavo dell'associazione iStoria", aggiunge Silva Semadeni, storica e ex consigliera nazionale (PS/GR). Assieme a suo marito, Ruedi Bruderer, ha creato la fondazione. Il piano superiore verrà adibito a locale multiuso, adatto anche a esposizioni e conferenze.
Il tutto dovrebbe trovare spazio a Poschiavo in via da Mezz 65, nell'attuale sede del negozio del caseificio. "La casa risale al 1942. Era stata costruita durante la guerra con l'aiuto dei contributi federali del Piano Wahlen, ovvero il programma per garantire l'autosufficienza alimentare durante il conflitto mondiale", continua lo storico. Una struttura standard pensata per altri scopi rispetto a quelli del progetto attuale. È quindi necessario sostituirla con un nuovo edificio multifunzionale e accessibile a tutti tramite un ascensore.
Ma prima di procedere ci sono ancora alcune questioni da chiarire. "Il concetto volumetrico e il principio architettonico devono essere analizzati e accettati dai vicini, dal Comune di Poschiavo e anche dal Servizio monumenti cantonale, perché il borgo fa parte degli insediamenti svizzeri da proteggere d'importanza nazionale", continua Giuliani. Superati questi gradini la palla passerà all'ufficio d'architettura che elaborerà una prima bozza del progetto. Se entrambe le parti, caseificio e fondazione, riterranno si tratti di una base realistica entro fine settembre verrà elaborato un progetto definitivo.
Al momento non è ancora chiaro quanto costerà tutto ciò e neanche quando partiranno i lavori. "Se vogliamo ottenere dei finanziamenti da Cantone e Confederazione legati al progetto 100% Valposchiavo, dovremo riuscire a finire entro il 2027", spiega Giuliani. "Facciamo un passo alla volta, sperando di riuscire a realizzare un progetto di valore storico, culturale e urbanistico", concludono Semadeni e Bruderer.