Proposte alternative per contrastare la falsificazione delle firme nei referendum e iniziative popolari
La raccolta professionale di firme per referendum o iniziative popolari non va vietata. Ne è convinta la Commissione delle istituzioni politiche del Consiglio nazionale (CIP-N) secondo cui, al fine di contrastare la falsificazione di sottoscrizioni, basta il rafforzamento dei controlli e il codice di condotta emanato dalla Cancelleria federale.
La CIP-N è insomma contraria a modifiche legislative come chiedono diverse iniziative parlamentari. In particolare, specifica una nota odierna dei servizi parlamentari, crede che un divieto della raccolta di firme a titolo professionale, come auspicano i Verdi, vada oltre l'obiettivo perseguito.
La sua attuazione, sottolinea la nota, richiederebbe una distinzione difficilmente realizzabile tra organizzazioni che raccolgono firme a titolo professionale e quelle che non lo fanno a titolo professionale. Ci sarebbero molte possibilità di elusione, a detta della commissione.
Anche l'iniziativa parlamentare del consigliere nazionale Bruno Storni (PS/TI), secondo la quale sulle liste delle firme dovrebbe essere aggiunto il nome del responsabile della raccolta, è impraticabile, secondo la commissione, poiché ciò renderebbe nulle, ad esempio, le firme correttamente apposte, ma con il nome del responsabile della lista indicato non correttamente.
Le iniziative parlamentari sono state sostenute da diverse minoranze della CIP-N. I numerosi casi di falsificazione emersi minano a loro avviso la fiducia nella democrazia e rendono urgente l'esame di misure legislative.