Svizzera

Finanziamento della tredicesima AVS tramite aumento IVA fino al 2030

Il Consiglio nazionale approva l'aumento dell'IVA di 0,7 punti, respinte altre proposte di finanziamento

10 settembre 2025
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La tredicesima AVS va finanziata esclusivamente tramite un aumento di 0,7 punti percentuali - per il momento limitato al 2030 - dell'imposta sul valore aggiunto. Lo ha deciso oggi il Consiglio nazionale con 108 voti contro 88 (2 gli astenuti). Il dossier torna al Consiglio degli Stati, che, oltre all'innalzamento dell'IVA, vorrebbe anche aumentare i contributi salariali.

Secondo le ultime cifre disponibili, la tredicesima AVS costerà 4,2 miliardi alla sua introduzione l'anno prossimo, ammontare che aumenterà progressivamente negli anni a seguire fino a raggiungere 5,4 miliardi nel 2040, ha spiegato il relatore commissionale Patrick Hässig (PVL/ZH).

Già l'anno prossimo, ha aggiunto lo zurighese, l'AVS conoscerà un deficit di ripartizione (quando le uscite superano le entrate, al netto degli investimenti, ndr.) e il fondo di compensazione scenderà sotto il minimo legale del 100%. È dunque importante agire rapidamente, ha sostenuto Hässig.

Tuttavia, ha aggiunto l'altro relatore commissionale Benjamin Roduit (Centro/VS), le nuove prospettive finanziarie dell'AVS mostrano che i deficit di ripartizione sono inferiori rispetto alle stime fatte in occasione dell'elaborazione del messaggio governativo. Nell'attesa di una riforma strutturale e durevole dell'AVS, è quindi sufficiente prevedere un finanziamento transitorio della 13esima. La commissione ha pertanto proposto un aumento temporaneo dell'IVA limitato al 2030.

La sinistra avrebbe voluto eliminare questo limite temporale. "La maggioranza prepara un futuro in cui potrà presentare l'innalzamento dell'età pensionabile come unica soluzione praticabile", ha denunciato senza successo Léonore Porchet (Verdi/VD).

Non ha avuto miglior fortuna - 102 voti a 96 - la proposta dello schieramento rosso-verde e del Centro di ricorrere anche all'aumento dei contributi salariali per finanziare la tredicesima. "In questo modo i milionari contribuirebbero in misura molto maggiore al finanziamento della previdenza per la vecchiaia", ha affermato Samira Marti (PS/BL).

Nel suo intervento la consigliera federale Elisabeth Baume-Schneider ha giustificato la scelta di intervenire unicamente nell'IVA, scartando quindi l'aumento dei contributi, con la necessità di ripartire i costi sull'insieme della società. Incluse quindi le persone pensionate che beneficeranno della 13esima rendita.

"No" (108 voti a 89), infine, anche alla proposta di Andri Silberschmidt (PLR/ZH) di aumentare di 0,5 punti percentuali l'IVA e di 6 mesi l'età di riferimento non appena il fondo AVS dovesse scendere sotto il limite del 90% delle spese annuali. La popolazione ha respinto alle urne con una maggioranza del 75% una iniziativa popolare simile del PLR, ha fatto notare Porchet.

Da notare anche che, nel corso delle discussioni, il Nazionale si è allineato agli Stati nel mantenere al 20,2% il contributo della Confederazione al fondo di compensazione. Il Consiglio federale avrebbe invece voluto ridurlo al 19,5%. La Confederazione deve fare la sua parte nel finanziamento della tredicesima, ha sottolineato Hässig.

Durante il dibattito di entrata in materia, Michael Graber (UDC/VS) ha chiesto di rinviare il dossier al Consiglio federale. L'UDC sostiene la decisione popolare di introdurre la tredicesima AVS, ma il suo finanziamento non deve andare a discapito di chi vive e lavora in Svizzera. Le proposte di aumentare i prelievi salariali e l'IVA, ha detto il vallesano, non faranno altro che diminuire il potere d'acquisto dei lavoratori e la competitività della Svizzera diminuirebbe.

Per Graber i soldi ci sono già: la Confederazione non ha mai incassato così tanti soldi come oggi; l'anno prossimo saranno addirittura 90 miliardi di franchi, il 5% in più. Insomma, per l'UDC si potrebbe recuperare i fondi tagliando ad esempio nella cooperazione internazionale, nell'asilo e nei contributi versati all'UE.

Da parte sua, il PLR chiedeva di non entrare in materia sul dossier, o, subordinatamente, di rinviarlo al governo: è necessaria una visione d'insieme che tenga conto dell'evoluzione demografica e indichi come garantire la sostenibilità dell'AVS sul lungo termine, ha sostenuto Regine Sauter (PLR/ZH). Le tendenze attuali sono piuttosto deludenti e puntano solo ad aumentare le entrate. "Ci aspettiamo invece che vengano messi in discussione anche le prestazioni".

Per la zurighese una semplice sanatoria dell'AVS tramite l'aumento di imposte e contributi non è accettabile: significherebbe gravare ancora di più sul ceto medio e sulle PMI. Con la diminuzione della popolazione attiva, ha fatto notare Sauter, il finanziamento dell'AVS non può essere scaricato esclusivamente sul lavoro e dunque sulla prossima generazione.

"Il mandato del popolo è chiaro, i tempi sono limitati e le prospettive finanziarie indicano chiaramente la direzione da seguire", ha replicato Lorenz Hess (Centro/BE) convincendo il plenum. Al voto le tre proposte di rinvio e di non entrata in materia sono infatti state sostenute solo dal PLR e dall'UDC, che da soli non dispongono della maggioranza.