Svizzera

Vs: Blatten, tra desolazione e desiderio di ricostruzione

2 ottobre 2025
|

Quattro mesi dopo il crollo del ghiacciaio Birch su Blatten (VS), la località della Lötschental porta ancora i segni dei milioni di metri cubi di detriti, ghiaccio e acqua che si sono riversati sul villaggio. Ma in mezzo al fango e alle macerie, c'è un barlume di speranza che il sindaco Matthias Bellwald intende diffondere.

"Quando si viene qui, si ha sempre questa immagine apocalittica. Tutto sembra ancora irreale", racconta Bellwald all'agenzia Keystone-ATS, mentre cammina tra le macerie in questi primi giorni di ottobre. Il suo sguardo si posa sul lago formatosi in seguito alla frana. "Eppure, si avverte un crescente ottimismo quando si vede tutto il lavoro già compiuto per la ricostruzione", continua il sindaco altovallesano.

Nella Lötschental, l'entità della catastrofe è visibile per diversi chilometri. I pendii delle montagne che circondano Blatten sembrano ora un po' più bassi. Fango, detriti e macerie ricoprono il fondovalle di marrone e grigio, seppellendo i resti delle costruzioni umane, alcune delle quali risalgono a più di cinquecento anni fa.

Che cosa rimane?

Del villaggio menzionato per la prima volta nel 1433 con il nome di "Uffen der Blattun" rimangono solo poche case. La "Blattenstrasse", che un tempo si snodava tra di esse, si interrompe bruscamente. Si trova di fronte all'immensità dei detriti.

Meno di una decina di tetti, alcuni intatti o dotati di pannelli solari, si riflettono nell'acqua turchese. Il livello del lago formatosi dopo la frana si è abbassato di 3-5 metri.

"Il parco giochi è ancora in buone condizioni", osserva il sindaco altovallesano, con un timido sorriso. In effetti, lo scivolo giallo e la sua struttura in legno sono rimasti in piedi e spuntano dall'acqua.

Amore per le montagne

L'evento del 28 maggio ha cambiato il rapporto con la montagna? "No", risponde prontamente Bellwald. "Naturalmente ci siamo chiesti perché avesse distrutto il nostro villaggio, ma il nostro amore per le montagne, per la valle e per il paesaggio non è sostanzialmente cambiato".

Le ruspe che lavorano a monte e a valle della Lonza rompono il silenzio del luogo, privato dei suoi circa 300 abitanti, che sono stati sfollati in tempo. L'unica vittima umana della catastrofe rimane nella memoria: un uomo di 64 anni trovato senza vita nella sua stalla nella zona di Tennmatten, a poco più di due chilometri dal centro del villaggio, ora sommerso.

Un nano da giardino ancora in piedi sulle sue due gambe, un'amaca ancora fissata a una terrazza traballante o una bicicletta semisommersa: queste tracce della vita precedente contrastano fortemente con le macerie che le telecamere non riescono a riprendere con precisione.

Pericolo sempre presente

Ancora oggi, la zona colpita dal disastro rimane chiusa al pubblico. Solo tredici persone, ora residenti nei due villaggi di Weissenried (VS) ed Eisten (VS), hanno potuto fare ritorno all'inizio di giugno per recuperare beni di prima necessità.

A intervalli regolari, esperti in pericoli naturali - tra cui il geologo cantonale - visitano la zona. Il pericolo è sempre presente. Già visibili dallo spazio anni prima della catastrofe, i movimenti persistenti del Kleines Nesthorn, situato a 3'341 m di altitudine, continuano ad essere monitorati attentamente.

Il 28 maggio, alle 15:24 esatte, il punto più alto della vetta si è staccato. E il villaggio di Blatten ha perso il suo: la chiesa parrocchiale del 1985, sebbene costruita in cemento armato, è scomparsa.

"Vorremmo ritrovare il nostro cimitero, che attualmente è sepolto sotto le macerie", confida sindaco. "Siamo profondamente colpiti dal fatto di non essere riusciti a liberarlo e che la chiesa sia completamente distrutta".

Blatten 2030

Ma l'espressione popolare trova tutta la sua forza a Blatten: bisognerà riportare la chiesa al centro del villaggio, in tutti i sensi del termine. Perché la ricostruzione è già in corso. Il primo colpo di piccone, altamente simbolico, è stato dato il 19 settembre.

La priorità "assoluta"? È "la parte socioculturale, la vita comunitaria che continua nei comuni in cui vivono attualmente i nostri concittadini", afferma Bellwald. Si tratterà poi di disporre di una via di trasporto rapida ed efficiente per raggiungere il villaggio, al fine di riportare macchinari e altre attrezzature.

Per il momento, il villaggio è raggiungibile per via aerea o tramite una strada sterrata provvisoria. Un vero e proprio "cordone ombelicale", secondo le parole del sindaco. Un altro segno dei progressi dei lavori è che gli allacciamenti all'acqua e all'elettricità sono già pronti per essere ripristinati.

Una mappa dei pericoli naturali, attualmente in fase di elaborazione, guiderà le prossime fasi della ricostruzione. Secondo i piani delle autorità, questa dovrebbe essere completata entro il 2030.