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La magia dell'Artico

Un mare di ghiaccio a rischio

L’Artico, un luogo incredibile
(© WWF-USA/Elisabeth Kruger)
3 maggio 2025
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L’Artico: appena sentiamo questa parola ci vengono in mente i ghiacciai, bianco infinito e freddo glaciale. E, infatti, l’Artico è uno dei luoghi più aspri e più belli della Terra. Vaste distese di ghiaccio coprono l’oceano profondo e costituiscono la regione abitata più grande e meno frammentata del Pianeta. Ed è sempre l’Artico che è diventato l’emblema dei cambiamenti climatici. Ospita un gran numero di specie, dagli orsi polari alle balene, ma è minacciato dallo sviluppo di petrolio e gas, dal trasporto marittimo, dalla pesca commerciale e dai cambiamenti climatici. Il WWF collabora con i governi, le imprese e le comunità per contribuire a preservare la ricca biodiversità della regione. L’Oceano Artico è l’oceano più piccolo del mondo, ma è circa 1,5 volte più grande degli Stati Uniti, con una superficie di 5,4 milioni di chilometri quadrati. Sono otto i Paesi che ne coprono una parte: Canada, Groenlandia, Islanda, Norvegia, Svezia, Finlandia, Russia e Stati Uniti. Il WWF si trova in una posizione unica per lavorare in tutta la sua superficie, per far progredire la politica di conservazione regionale e la governance attraverso organizzazioni internazionali come il Consiglio artico, l’Accordo per la pesca nell’Oceano Artico e l’Organizzazione marittima internazionale.

Gli orsi polari

Gli orsi polari sono il simbolo dell’Artico in pericolo. E infatti, i cambiamenti climatici sono una minaccia enorme per questi incredibili animali. Essi dipendono dal ghiaccio marino per accedere alle foche che sono la loro principale fonte di cibo, oltre che per riposare e riprodursi. Con la diminuzione del ghiaccio marino ogni anno, gli orsi polari e molte altre creature che dipendono da questo habitat sono a rischio. Sono tecnicamente mammiferi marini perché trascorrono la maggior parte della loro vita sul ghiaccio dell’Oceano Artico.

La riduzione di questi spazi li costringe a trascorrere più tempo sulla terraferma, e così rischiando di entrare in conflitto con gli uomini. Il WWF collabora direttamente con le popolazioni indigene di diverse comunità dell’Alaska per sviluppare pattuglie comunitarie per gli orsi polari, al fine di ridurre il potenziale di conflitto. Negli ultimi anni, infatti, orsi polari affamati e ridotti in carne e ossa sono stati avvistati nelle vicinanze delle abitazioni. Non solo: solitamente sono animali solitari ma, non riuscendo a raggiungere le foche, sono stati visti anche gruppi di quattro o cinque rovistare tra i resti di cibo degli esseri umani. Per questo motivo si è reso necessario creare dei progetti in loco, per fare in modo che tutti siano al sicuro. Eppure, la parola stessa “Artico” deriva dalla parola greca “orso”: Arktos. Comunque il nome non deriva dall’iconico orso polare, ma dalle costellazioni nel cielo settentrionale dell’Artico, “Orsa Maggiore” e “Orsa Minore”.

Curiosità

Sebbene l’Artico sia generalmente coperto di neve in inverno, nelle stagioni più calde rivela un’incredibile gamma di ambienti che vanno ben oltre la semplice neve. L’Alaska da sola copre un’area enorme (è lo Stato più grande degli Stati Uniti) e i suoi paesaggi terrestri e marini comprendono più di 14 catene montuose, vulcani e isole vulcaniche, oltre 12mila fiumi e delta, foreste boreali, zone umide e paludi costiere, tundra montana, ghiacciai, ghiaccio marino e il mare stesso. Purtroppo, l’Artico è minacciato soprattutto dai cambiamenti climatici: qui sono fino a quattro volte più veloci rispetto al resto del mondo. I modelli attuali suggeriscono che l’Artico sarà stagionalmente privo di ghiacci entro questo secolo. Questa area remota della Terra però ospita diversi milioni di persone che parlano oltre 40 lingue. Molti dei suoi abitanti sono popolazioni indigene che da migliaia di anni prosperano in uno degli ambienti più difficili del mondo. La regione svolge inoltre un ruolo fondamentale nella regolazione del clima e delle correnti terrestri ed è un ricco habitat per la fauna selvatica. La diversità del paesaggio dell’Artico si traduce in un’ampia gamma di animali selvatici. Qui vivono specie come il beluga, il salmone del Pacifico, l’orso bruno, il tricheco, il lupo artico, la volpe artica, il narvalo e il caribù. 200 specie di uccelli si riproducono nella zona. Pesci d’acqua dolce e piccoli mammiferi come lemming e donnole vivono nell’Artico tutto l’anno. Nell’Oceano Artico piccoli pesci e zooplancton forniscono cibo alle balene e agli uccelli marini in migrazione e nelle sue profondità si trovano meduse che sono state scoperte dagli scienziati solo di recente. Gli orsi polari rimangono la specie artica più iconica e vivono solo in questi spazi.

Ghiacciai: essenziali

Ma perché i ghiacciai dell’Artico sono così importanti e vengono monitorati da esperte ed esperti di ogni parte del mondo? Semplice: il ghiaccio è la più grande riserva di acqua dolce del Pianeta e si stima che immagazzini il 75% delle riserve mondiali. Basti pensare che solo in Alaska vi sono più di 100mila ghiacciai. La lunghezza di uno di essi può variare dall’equivalente di un campo da calcio a più di 160 chilometri. Quando la Terra ha attraversato periodi climatici molto più caldi, si pensa che lo scioglimento dei ghiacciai nell’Artico abbia bloccato le correnti oceaniche in Europa. Ricordiamoci che essi regolano il clima globale. Nei periodi caldi, la loro superfice assorbe tutto il calore e sono in grado di riflettere l’80% della luce solare. Quindi: meno ghiaccio, più calore assorbito dalla Terra. In pratica, le temperature andrebbero a innalzarsi ulteriormente. Gli esperti temono anche lo scongelamento del permafrost, che contiene riserve di carbonio. Si andrebbe a rilasciare una quantità massiccia di metano e anche questo andrebbe a peggiorare la situazione e alla fine non è escluso che tutto questo possa portare al rallentamento della Circolazione meridionale capovolta (il sistema che regola le correnti oceaniche). In parole povere: l’Artico è vitale per noi esseri umani. Per questo motivo da decenni il WWF si impegna a preservare i nostri ghiacciai e l’intera regione artica sostenendo uno sviluppo sostenibile e intelligente dal punto di vista climatico e migliorando la resilienza degli ecosistemi ai cambiamenti climatici.