Cinque specie, un destino
I rinoceronti esistono da 50 milioni di anni. Eppure, potrebbero scomparire in pochi decenni. Questi giganti preistorici – secondi solo agli elefanti per dimensioni tra i mammiferi terrestri – affrontano oggi la loro sfida più grande: l’estinzione causata dall’uomo. Delle cinque specie esistenti, tre sono classificate come criticamente minacciate. Il rinoceronte di Giava conta appena 75 esemplari, tutti all’interno del Parco nazionale Ujung Kulon in Indonesia. Il rinoceronte di Sumatra è ridotto a meno di 80 individui. Il rinoceronte nero africano, che negli anni 60 contava 65mila esemplari, oggi è ridotto a circa 6’200.
Il motivo principale è sempre lo stesso: il bracconaggio illegale. Il corno, composto da cheratina, la stessa sostanza delle nostre unghie, viene venduto a prezzi superiori all’oro, dove false credenze ne alimentano la domanda. Un singolo corno può valere 300mila dollari. La perdita di habitat aggrava la crisi. L’espansione agricola e urbana ha frammentato le popolazioni, isolandole geneticamente. In Asia, le foreste sono state convertite in piantagioni.
Dove la protezione funziona, i numeri crescono. Il rinoceronte bianco meridionale, salvato quando ne rimanevano solo 50 esemplari, conta oggi oltre 16mila individui grazie a decenni di conservazione mirata.
L’Africa ospita il rinoceronte bianco e nero, l’Asia il rinoceronte indiano, di Giava e di Sumatra. Ogni specie ha una storia diversa da raccontare, ma tutte le loro storie parlano di sopravvivenza e di minacce. Il rinoceronte bianco, il più grande con i maschi che raggiungono i 2’300 kg, si divide in due sottospecie. Quello meridionale prospera con 16mila esemplari tra Sudafrica, Namibia, Zimbabwe e Kenya. Il settentrionale è funzionalmente estinto: restano solo due femmine, madre e figlia, in Kenya.
Il rinoceronte nero, più piccolo e agile, usa il labbro prensile per nutrirsi di foglie e rami. Distribuito in Africa orientale e meridionale mostra segni di ripresa dopo il crollo del 96% tra 1970 e 1990.
In Asia, il rinoceronte indiano è passato da meno di 200 esemplari all’inizio del ’900, agli oltre 4mila individui di oggi tra India e Nepal. La sua pelle, che sembra un’armatura a placche, lo rende inconfondibile. Il rinoceronte di Giava, un tempo diffuso dal subcontinente indiano alla Cina, sopravvive solo a Ujung Kulon. Con 75 individui, un’epidemia o catastrofe naturale potrebbe cancellarlo. Il rinoceronte di Sumatra, il più piccolo e peloso, è l’unico asiatico con due corni. Vive nelle foreste montane di Sumatra e Borneo, dove meno di 80 esemplari lottano contro l’isolamento genetico.
Ogni specie richiede strategie specifiche: anti-bracconaggio intensivo in Africa, ripristino dell’habitat in Asia, programmi di riproduzione assistita per le popolazioni critiche.
Gli sforzi mastodontici che sono stati portati avanti per salvare il rinoceronte indiano dimostrano che non tutto è perduto.
Salvare i rinoceronti richiede più della semplice protezione. Servono soluzioni che affrontino le cause profonde della crisi. La tecnologia sta rivoluzionando l’anti-bracconaggio. Droni termici pattugliano le riserve di notte, mentre sensori acustici rilevano spari a distanza. In Sudafrica, alcuni rinoceronti portano trasmettitori GPS, permettendo il monitoraggio 24 ore su 24. L’IA analizza i pattern di movimento per prevedere dove i bracconieri potrebbero colpire. Le comunità locali sono essenziali. In Namibia, il programma di conservazione comunitaria ha trasformato ex bracconieri in guardiani. I villaggi ricevono benefici economici dal turismo nato per osservare i rinoceronti. In Nepal, l’esercito collabora con le comunità indigene per pattugliare il Parco nazionale di Chitwan.
La riproduzione assistita offre speranza per specie sull’orlo d’estinzione. Per il rinoceronte bianco settentrionale, scienziati stanno sviluppando embrioni in vitro utilizzando ovuli delle ultime femmine e sperma congelato. L’obiettivo è impiantarli in madri surrogate della sottospecie meridionale. In quest’ultimo caso c’è da chiedersi come mai si è dovuti arrivare a tanto.
La riduzione della domanda in Asia è cruciale. Campagne educative in Vietnam e Cina stanno sfatando i miti medicinali del corno. Celebrità e influencer promuovono il messaggio che usare polvere di corno di rinoceronte è inaccettabile. Il cambiamento climatico aggiunge urgenza. Siccità più frequenti riducono le risorse idriche. L’innalzamento del livello del mare minaccia l’habitat costiero del rinoceronte di Giava. Senza azione immediata e coordinata, entro il 2050 potremmo perdere per sempre questi magnifici animali che hanno camminato sulla Terra prima dell’umanità.
WWF Grigioni, insieme a WWF Svizzera italiana, rafforza la propria presenza nelle regioni italofone del Canton Grigioni e sceglie la Val Poschiavo per celebrare i 10 anni del programma Connessioni naturali. L’11 e il 12 ottobre 2025 i volontari saranno protagonisti a San Carlo, dove metteranno a dimora alberi da frutto, simbolo di vita e biodiversità. Ad accoglierli ci sarà un contadino locale che offrirà pernottamento, buon cibo e la genuina ospitalità della valle. A fine lavori verrà anche offerta una gita per godere ancor di più delle meraviglie del luogo.
Connessioni naturali è un progetto di WWF Svizzera che negli ultimi dieci anni ha sostenuto centinaia di agricoltori nella creazione e nella cura di strutture ecologiche: stagni, frutteti ad alto fusto, muri a secco, siepi, interventi contro le specie invasive e molto altro. L’associazione sostiene parte dell’acquisto dei materiali e del costo delle consulenze specialistiche, ma la vera forza sono le squadre di volontari, che con entusiasmo e impegno trasformano ogni azione in un’esperienza di comunità.
Questi eventi non sono soltanto momenti di lavoro, ma occasioni per rafforzare il dialogo tra città e campagna, tra chi produce il nostro cibo e i consumatori. Essi sono una preziosa opportunità per conoscere il mondo agricolo e le sue sfide per poi apprezzarne ancor di più i prodotti e i paesaggi ben curati. Partecipare significa sporcare le mani di terra, ma anche costruire ponti e stringere nuove amicizie.
Per domande o iscrizioni scrivere a:
silvia.gandolla@wwf.ch.