Incontri

Samoa Rémy. L'arte e la sua forza gentile di resistenza

L'artista natia di Vacallo, dalla fine degli anni Novanta si divide fra la Norvegia (dove vive) e la Svizzera, esponendo in vari Paesi

(© Samoa Rémy)
17 agosto 2025
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Pubblichiamo un contributo apparso su Ticino7, allegato a laRegione

Nata e cresciuta a Vacallo, Rémy è un’artista molto legata ai “suoni originali” del dialetto che parla in famiglia pur essendo, al contempo, un’artista di respiro internazionale, non solo a causa delle esposizioni realizzate in varie città europee, ma anche perché da oltre vent’anni si divide tra Oslo, città dove vive, e la Svizzera. Lasciato il Ticino a 19 anni per studiare all’Accademia di Firenze, attratta dalle opere di Piero della Francesca e dalla fusione tra arte e scienza, così centrali nell’arte rinascimentale, parte poi per il Nord con una borsa Erasmus, per approfondire gli studi presso l’Accademia Reale d’Arte di Oslo. E in Norvegia scopre un ambiente culturale che offre molte opportunità agli artisti e che le permetterà di sviluppare, nel corso degli anni, uno sguardo sempre più attento verso la Terra e l’interdipendenza di tutti gli esseri viventi, determinando il suo approccio personale alla vita e al lavoro artistico.

Samoa Rémy è figlia di una diplomata in arte tessile dalla quale ha ereditato la passione per la pittura sulla seta, scoperta come una specie di iniziazione magica all’età di 12 anni, e di un disegnatore edile, con il quale condivide la persistenza, l’amore per i dettagli e per l’architettura.

È inoltre cresciuta con la presenza dei nonni, che abitavano in una vecchia casa a Vacallo, con una cantina immensa occupata dagli arnesi di lavoro del proprietario precedente, un falegname, e piena di quel disordine creativo «che ci voleva». La nonna, in particolare, sarà fondamentale per lo sviluppo di un ascolto attento e rispettoso nei confronti della natura, visto che con lei Samoa impara a osservare «il ritmo dettato dalla luce delle stagioni, la ripetizione nei cicli della natura». Ma anche nelle azioni quotidiane e manuali, così importanti per la sua riflessione e la sua pratica artistica, Samoa trae lezioni di estetica e di vita, oltre che di profondo legame con il Ticino e con gli affetti: «Nelle castagne cotte, nei cachi secchi e nei fiori di aglio orsino raccolti a mano e messi sott’olio da mia mamma, la quale, premurosamente, mi impacchetta il tutto ai miei ritorni», sono questi gesti di un sapere antico che lei rilegge e rielabora attraverso le sue opere artistiche.

Uno sguardo attento sulla vita

La necessità di dare voce alla realtà appena intravista e di riorientare in continuazione lo sguardo sugli aspetti invisibili dell’esistenza: ecco i motivi che spiegano la sua scelta di dedicarsi alla creazione artistica, atto che in sé racchiude, a detta sua, la sensazione di meraviglia e un’energia connessa con tutto quello che è dell’ordine dell’imprevedibile.

Per Samoa, infatti, la forza centrale della vita consiste nella consapevolezza del rischio come elemento intrinsecamente legato al fatto stesso di essere vivi. Anche per questo il suo approccio all’arte è sempre stato interdisciplinare, così da consentirle di sviluppare uno sguardo più acuto e aperto su una realtà ritenuta fluttuante, instabile e, quindi, soggetta a rappresentazioni plurali e sempre diverse. Quando, ancora liceale, Samoa fece parte della giuria dei giovani al Festival del Film di Locarno, si risvegliò in lei la passione per il cinema, mentre in parallelo coltivava l’amore per la musica classica, per il pianoforte, per l’archeologia, per l’architettura e per la storia delle religioni, con la sua affascinante iconografia. Queste passioni giovanili rappresentano tuttora l’«alfabeto frammentario» del quale si serve nel fare arte. D’altro canto, il fatto di aver vissuto molti anni in realtà culturali così diverse tra loro ha senza dubbio rafforzato la sua natura «nomade e poco incline al conformismo», come si definisce lei stessa, favorendo una percezione più acuta degli aspetti ibridi e metamorfici della vita.

La Norvegia

Residente a Oslo sin dal 1997, grande amante dell’estesa natura presente in Norvegia, Samoa riconosce che «la cultura norvegese non ha in sé il movimento a guizzo che contraddistingue il ritmo del Ticino, dove le lucertole sbucano e scivolano via tra le pietre in un batter d’occhio». La società, forse più razionale, scandita dai ritmi di una natura che deve per forza rallentare fino a fermarsi per molti mesi, s’inventa altre forme di dinamismo. E proprio qui Samoa ha trovato una realtà di grande supporto per la sua scelta di vita come artista: in effetti la Norvegia ha saputo costruire nel corso degli anni un contesto favorevole alla professionalizzazione degli artisti, grazie a una distribuzione equa per tutti dei fondi dedicati all’arte.

Ed è sempre qui dove Samoa ha maturato la volontà di integrare nei suoi progetti il rapporto di equilibrio e di totale dipendenza da parte dell’essere umano con la Terra, sentendosi lei stessa profondamente coinvolta nella lotta contro il disequilibrio ambientale causato dal sistema di sfruttamento capitalistico. Samoa spiega che parte delle sue scelte personali (come il veganismo) e artistiche è guidata da una visione olistica della vita. «L’energia guida la materia, di ciò ne sono certa: le scelte che facciamo nel nostro piccolo influenzano la natura che ci circonda, perché anche noi siamo natura. Abbiamo perciò una responsabilità enorme».

La forza gentile della resistenza

Il suo metodo di lavoro, composto da fasi lunghe di ricerca, e la lentezza che ne consegue, sono per Samoa l’asse centrale e irrinunciabile della sua scelta come artista: «Fare arte per me è profondamente legato alla forza gentile di resistenza contro il sistema».

Attiva con diversi supporti, dall’incisione, alla scultura, all’installazione, al video, oltre che con svariati materiali, quali la cera d’api, i pigmenti, il legno, il metallo, la gomma, è il disegno, tuttavia, che le permette di «vedere meglio» e «trascrivere» in immagini le idee all’origine di ogni progetto. Avendo a sua disposizione un atelier all’interno dell’Accademia d’Arte di Oslo in quanto ricercatrice, Samoa vi trascorre le giornate lavorando intensamente sulle opere che compongono la sua riconosciuta e brillante carriera internazionale. «La ricerca degli strumenti adatti per ogni progetto costituisce una parte centrale del mio lavoro», spiega, «e spesso dallo sperimentare con materiali o processi, nascono nuove idee. Nel mio caso, mi piace l’idea che io vesto il ruolo di chi progetta, e anche quello del muratore o dell’artigiano che costruisce», conclude.

Un paesaggio artistico, il suo, molto sorprendente a ogni nuova esposizione, che vi invitiamo a conoscere ed esplorare sul suo sito personale: www.samoaremy.com.


© Samoa Rémy
Imagines faciunt saltus (2008)