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La dimensione collettiva della musica. Intervista a Giada Marsadri

Musicologa, giornalista, mediatrice culturale… l'interlocutrice ci racconta la passione per il pianoforte e il suo percorso professionale, fino al Noda

(© G.M.)
24 agosto 2025
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Pubblichiamo un contributo apparso su Ticino7, allegato a laRegione

È nata a Mendrisio e ha una formazione universitaria in musica, arti performative e nella loro promozione. Marsadri ha studiato a Milano, dove ha conseguito un master in musicologia e un executive master in management dello spettacolo. Ha inoltre ottenuto un diploma di giornalismo e un CAS in innovazione e cambiamento nel management culturale presso l’Università di Basilea. Ha lavorato per il Dipartimento Cultura della RSI come voce di Rete Due e volto della trasmissione Paganini. Dopo essere stata coordinatrice artistica di LuganoMusica, la stagione musicale del LAC di Lugano, si è occupata dei Premi svizzeri di musica e della promozione musicale presso l’Ufficio federale della cultura a Berna. Per dieci anni è stata anche la madrina del Locarno Film Festival. Dal 2024 è direttrice artistica della nuova sala concerti e congressi Noda di Sion, dove organizza una stagione di musica classica e numerose attività di mediazione culturale.

Per Giada Marsadri, martedì 26 agosto sarà una data molto importante. È infatti quella dell’inaugurazione della Sala Noda BCVS di Sion, della quale è stata nominata condirettrice per la parte artistica un anno e mezzo fa. Cerchiamo subito di capire di cosa si tratta. «Noda è una sala da concerti e congressi molto attesa dalla città, perché nella capitale vallesana mancava uno spazio simile. È situata nel nuovo quartiere Cour de Gare, proprio accanto alla stazione, in una posizione strategica che fa da ponte tra la città vecchia e quella nuova. A me è stato chiesto non solo di costruire una stagione di concerti, ma di accompagnare la nascita di un luogo, di un’équipe, di un’identità culturale. È un progetto a tuttotondo che mi permette di contribuire attivamente al posizionamento culturale della città e alla costruzione di un marchio che, mi auguro, saprà imporsi anche oltre i confini regionali».

Ora facciamo un passo indietro per ripercorrere le grandi tappe della vita di Giada Marsadri, incominciando magari dalla sua formazione di musicologa. «Il mio interesse per la musica è nato con lo studio del pianoforte da bambina, ma è stato dopo aver visto il film Amadeus alle scuole medie che ho deciso di approfondirlo seriamente. È una passione che mi ha sempre accompagnata e che continua a motivarmi ogni giorno. Quello che trovo particolarmente affascinante in un concerto è la dimensione collettiva: tutto il lavoro, il talento e l’impegno degli artisti vengono messi a disposizione del pubblico per creare insieme momenti di condivisione e di bellezza. È questa magia, che si rinnova ogni volta, che rende lo spettacolo dal vivo così unico e prezioso».

L’esperienza televisiva

Musicologa, ma anche giornalista, in particolare redattrice e presentatrice del programma televisivo Paganini su RSI LA 1. «Si tratta di una trasmissione storica che da molti anni permette a un largo pubblico di avvicinarsi alla musica in senso lato, includendo anche la danza e altre forme artistiche. Per me è stata una grande responsabilità e anche una bellissima opportunità: entrare metaforicamente nella casa delle persone per condividere con loro momenti di bellezza e di cultura. Durante quegli anni, tra il 2013 e il 2017, ho potuto scoprire, approfondire e incontrare artisti straordinari, imparando a comunicare la musica in modo accessibile e coinvolgente. È stata anche un’esperienza molto interessante dal punto di vista tecnico e organizzativo, perché lavorare a una trasmissione televisiva significa collaborare con tante figure professionali che contribuiscono a far nascere e vivere un progetto così complesso».

Gli anni a Berna

Un’altra tappa importante della sua carriera è costituita dagli anni trascorsi a Berna dal 2019 al 2024, segnatamente all’Ufficio federale della cultura. «L’esperienza di Berna è stata fondamentale per la mia carriera. Mi sono concentrata molto sulla politica culturale e ho apprezzato profondamente lo sguardo nazionale che il mio ruolo mi permetteva di avere sulla cultura svizzera. I Premi della Confederazione, che abbracciano tutte le arti, sono un progetto straordinario. Ho avuto il piacere di collaborare con artisti provenienti da tutti i generi musicali, dalla classica al metal, e questa varietà ha davvero ampliato i miei orizzonti e arricchito la mia visione del panorama artistico svizzero».

La madrina del Festival

Parlando di Giada Marsadri non si possono non evocare i 10 anni (dal 2014 al 2023) in cui è stata la madrina del Festival del film di Locarno, presentando con grande eleganza e professionalità e destreggiandosi con disinvoltura in quattro lingue tutte le serate in Piazza Grande. «Ho iniziato a lavorare con il Locarno Film Festival quando non avevo ancora 30 anni. Per dieci anni il Festival è stato una costante nella mia vita, mentre tutto intorno a me cambiava: il lavoro, la casa, la mia stessa vita personale. Ho vissuto momenti davvero eccezionali e non poteva essere altrimenti: salire su quel palco, sotto le stelle, davanti a migliaia di persone è un’esperienza unica che ti segna profondamente, cosicché la fine di questo rapporto è stata molto più che la conclusione di un impegno lavorativo: è stata la chiusura di un capitolo importante della mia vita».


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Sul palco di Piazza Grande con Marco Solari

Grande entusiasmo

Per concludere la nostra piacevole conversazione con Giada Marsadri, torniamo alla stretta attualità per chiederle come si sente a pochi giorni dall’inaugurazione del Noda. «Quello che percepisco è un grande entusiasmo: finalmente prendiamo possesso di questa casa che abbiamo contribuito a creare e possiamo accogliere gli ospiti più importanti, cioè il pubblico e gli artisti. È un momento carico di emozione e aspettativa. Naturalmente c’è anche la tensione tipica delle prime volte, ma è una tensione positiva, che ti spinge a dare il meglio. Sono davvero felice di poter finalmente vedere questo progetto prendere vita e di condividere con la città e con il pubblico questa nuova avventura culturale».

E due parole le merita anche il tema di questa prima stagione, Ouverture (dettagli sul sito www.noda.ch). «La stagione Ouverture è pensata per i melomani più appassionati, ma anche per chi ha voglia di scoprire la musica classica e avvicinarvisi con curiosità. Ci sono aperture verso altri generi e soprattutto tanta voglia di condivisione. Offriamo una stagione concertistica, soprattutto sinfonica, di qualità elevata e di respiro internazionale, come non si trova altrove né in Vallese né nel resto della Romandia: qualcosa di unico. Oltre ai concerti, abbiamo organizzato un ricco programma di mediazione culturale con laboratori, discussioni e altre iniziative pensate per coinvolgere un pubblico ampio e variegato».

E allora, non ci resta che augurare a Giada Marsadri un cordiale “in bocca al lupo” per l’inizio di questa appassionante impresa.


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