Viaggio nella Terra del Drago tonante dove tra templi buddisti e foreste vergini, sta nascendo Gelephu Mindfulness City, votata al bene comune
Pubblichiamo un contributo apparso su Ticino7, allegato a laRegione
Viaggio nella Terra del Drago tonante dove tra templi buddisti e foreste vergini, sta nascendo Gelephu: la città mindfulness del futuro voluta dal Re Jigme Khesar Namgyel Wangchuck. Un polo economico e spirituale, senza crimine né inquinamento, con infrastrutture moderne, maestri e monasteri, agricoltura sostenibile e una politica etica orientata al bene comune. “Attireremo talenti da tutto il mondo che portano nuove idee, competenze, investimenti”. Così il Bhutan, patria della Felicità Interna Lorda, sta riscrivendo il suo futuro. La scommessa sarà quella di non snaturare l’autenticità del Paese.
Gli elefanti non dimenticano. «Un amico, anni fa, aveva scacciato in malo modo un pachiderma dalla sua proprietà. Cinque anni dopo, quell’elefante è tornato e ha distrutto tutto. Non ha toccato altro, solo la sua casa. Da allora, ho piantato dei banani, che lascio per loro. Tra noi vige un silenzioso patto: io li onoro, e loro mi risparmiano». Ascolto rapita storie antiche in un Paese, il Bhutan, dove benessere ed equilibrio con la natura guidano scelte private e pubbliche. Davanti a me, ho il piatto nazionale: Ema Datshi (formaggio fuso con peperoncino). Dolore e delizia. Dopo il primo boccone, ho già la lingua in fiamme.
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Un elefante per strada a Gelephu
È stata una lunga giornata. All’alba abbiamo lasciato Thimphu, la capitale incastonata tra vette e monasteri sacri, per avventurarci, su e giù per tortuose strade di montagna, verso la regione tropicale al Sud, viaggiando tra giacarande blu-viola in fiore, bandiere di preghiera danzanti nel vento, cani sereni appisolati lungo la via, scimmie curiose tra i rami. Dopo le prime quattro ore di viaggio, il bosco si è arreso a una densa giungla, un coro di frinire avvolge ogni cosa.
Il clima è sempre più umido. Qui la natura non è solo viva, è sacra. Nel piccolo regno himalayano che dà più di quanto prende (un raro esempio mondiale di Paese carbon negative) si respira la forza di una natura incontaminata che l’uomo non si spinge a comandare. Siamo a Gelephu dove sorgerà la prima città mindfulness (GMC) al mondo. È un cantiere a cielo aperto. Un progetto, voluto dal quinto re (Jigme Khesar Namgyel Wangchuck) del regno buddista che, fra tradizione e modernità, sta cercando di disegnare il futuro della Terra del Drago tonante, creando più ricchezza, senza trasformarla in una Disneyland della spiritualità. Molti giovani lasciano il Paese, dove il salario medio è sui 500 dollari, per cercare migliori opportunità soprattutto in Australia. Questo progetto potrebbe attrarre chi, dopo aver maturato esperienza all’estero, desidera tornare e contribuire al futuro del Paese.
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Quel che sarà la Gelephu Mindfulness City (GMC), immaginata dall’alto
A spiegarcelo è il governatore di GMC, il dottor Lotay Tshering, che ci accoglie nel suo ufficio a Gelephu. Medico, già primo ministro durante la pandemia, oggi affronta una nuova sfida: «Sarà una città senza crimine, senza corruzione, uno dei luoghi più puliti e sicuri al mondo, con infrastrutture moderne, immerse nella natura, con un’agricoltura sostenibile, maestri spirituali e diversi templi, una politica etica orientata al bene della comunità. Attireremo talenti da tutto il mondo. Stiamo lavorando alla prima tappa: l’aeroporto internazionale», ci spiega. Porta l’abito tradizionale, il gho, e una lunga sciarpa arancione, il colore dei ministri.
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Il governatore di Gelephu, accanto a lui un ritratto dei monarchi
«Ci stiamo ispirando – continua – alle leggi rigorose di Singapore». Regole chiare e un sistema di disciplina efficace, insieme a politiche sociali inclusive sono alcuni ingredienti per costruire una convivenza armoniosa. «Sarà benvenuto chi condivide la nostra visione, sia come residente sia come investitore». Non ci sarà spazio per la speculazione: «Chi acquista una casa non potrà rivenderla per profitto». Pur trovandoci in Bhutan, questa regione sarà amministrata con leggi proprie, adottando il meglio da ogni modello virtuoso. Ci sarà spazio per un milione di persone. «Accoglieremo chi porta valore: idee, competenze, esperienza, investimenti. Chi è utile al mondo, lo sarà anche qui».
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Una ruota del Dharma, simbolo buddista
Alcuni investitori ci sono già, ne servono altri: «GMC è come un paziente in attesa di trapianto: ha bisogno dell’organo compatibile, o non sopravvive. Gli investitori sono i donatori: vanno selezionati con cura, perché il trapianto funzioni. Servono compatibilità e visione condivisa. GMC non sarà un mercato dove fare business come ciascuno vuole, ma un progetto allineato alla visione di Sua Maestà il Re», conclude il governatore. Questa città dovrà aiutare il Bhutan a crescere, senza tradirne l’anima. La sfida: svilupparsi senza sacrificare autenticità e felicità, cuore del Paese del Drago.
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Dove sorgerà Gelephu Mindfulness City
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Il mercato preconizzato dal progetto
Per comprendere la dimensione spirituale della futura città, torniamo tra le vette himalayane, a Paro. Qui incontriamo il nono Neyphug Trulku Rinpoche, reincarnazione del maestro Terton Ngawang Drakpa, fondatore nel 1550 del monastero di Neyphug. Oggi vi vivono e studiano circa ottanta monaci, il più piccolo ha 5 anni, molti provengono da famiglie disagiate. Al monastero trovano cibo, vestiti, una stanza, istruzione e cure mediche. Imparano disciplina e concentrazione, rituali antichi, dove ogni gesto è meditazione e un cammino interiore di risveglio.
©Rinpoche
Il nono Neyphug Trulku Rinpoche
Tutto è reso possibile dalle donazioni di benefattori locali e stranieri, e in parte dai proventi di Your Cafe, il ristorante della Fondazione. «È un modo per coprire molte spese quotidiane e dipendere meno dall’esterno», ci spiega il Rinpoche. Per raggiungere il monastero, noto come l’eremo sacro della caverna, si sale per 45 minuti lungo una strada sterrata. Una volta arrivati lassù (a tremila metri di altitudine), la foresta svela un luogo fuori dal tempo, dove i mantra appaiono sulle pietre e i maestri del passato hanno meditato e raggiunto l’illuminazione: qui riposano tesori nascosti (insegnamenti, medicine, statue), rivelati solo a chi è pronto, come un Trulku Rinpoche.
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I proventi del locale come autofinanziamento
Al monastero, la giornata inizia verso le 5 del mattino: indaffarati monaci preparano le offerte per i protettori del luogo e le divinità. Dopo il rintocco della campana, tamburi e preghiere risuonano insieme al canto degli uccelli, mentre in cucina si prepara il tè al burro, accompagnato da riso e verdure.
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Il monastero femminile
Qui si respira la storia di un luogo sacro, custode di generazioni di monaci. La nuova sfida per il Neyphug Rinpoche (reincarnazione di un maestro) è il giardino della guarigione, parte della futura Mindfulness City a Gelephu, che avrà templi e monasteri. Uno di questi, per decisione del re del Bhutan, sarà responsabilità del Rinpoche che è stato tra le prime guide spirituali coinvolte nel progetto.
La sua visione è unica, perché raggruppa spiritualità, istruzione, salute e agricoltura, puntando a essere finanziariamente sostenibile per le generazioni future. «Edificherò un tempio dedicato al Buddha della medicina, una pratica millenaria con molti discepoli in Cina, Hongkong, Vietnam, Corea, Giappone. Sarà il più grande nel mondo e sarà il fulcro del giardino della guarigione, che vorrei progettare sulla base di un mandala», ci spiega il Rinpoche.
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Il pensato centro della salute
Il mandala simboleggia l’universo e ha quattro direzioni. «A Est vorrei creare un centro studio per il buddismo dove tutti possono ricevere insegnamenti da monaci istruiti che parlano inglese. A Sud sorgerà un college d’eccellenza (massimo 25 studenti), pensato per formare nuove generazioni con compassione e saggezza. Il suo approccio unirà armoniosamente la profondità della cultura orientale con gli strumenti della psicologia occidentale, con l’obiettivo di formare leader proattivi, competenti e consapevoli, pronti a proteggere e costruire un futuro migliore per l’intero pianeta. A Ovest ci sarà il centro wellness con un moderno centro diagnostico e trattamenti tradizionali (come Sowa Rigpa del Bhutan e Tibet, Ayurveda dell’India, medicina cinese). La porta Nord sarà dedicata all’agricoltura, basata sulla permacultura». Tre progetti commerciali, autonomi ma interdipendenti, che andrebbero a finanziare il tempio. «L’obiettivo comune sarà quello di beneficiare il prossimo, potenziali guadagni verranno reinvestiti nel monastero a Paro e nell’istruzione dei più indigenti».
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La porta d’entrata di GMC sul confine con l’India
Prima di congedarmi, chiedo al maestro che cosa significhi per lui la felicità. «Quando chi mi sta attorno è felice. Anche gli animali», risponde con un sorriso. Fa un esempio: «Dovevo prendere un topo. Ho usato un buon cioccolato svizzero: lui era felice di mangiarlo, io di averlo catturato. Poi l’ho portato alla Stupa (un luogo sacro buddista): lì trova cibo, ed è positivo per il suo karma», conclude.
È mezzogiorno nella cucina di terra pressata del monastero due grandi pentoloni bollono carne di manzo, chili e riso. I monaci sono già in fila coi piatti. Due bambini tengono in mano palline colorate, cioccolatini che leccano piano, per poi richiuderli, come segreti da custodire.
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I bambini e il loro segreti