L’immunità anche per i membri dei legislativi comunali e la valutazione ‘negativa’ dell’Ufg. Filippini (Udc): ‘Stupita dall’agire del Consiglio di Stato’
«Non vorrei che questo parere dell’Ufficio federale di giustizia, che non è comunque vincolante, fosse una sorta di alibi per il governo. Un pretesto per non dar seguito alla volontà della maggioranza del Gran Consiglio: quella di modificare, come chiesto da Tiziano Galeazzi, la Legge organica comunale per introdurvi l’immunità, oggi riconosciuta solo a chi siede nel parlamento cantonale, anche per i membri degli organi legislativi locali – consigli e assemblee comunali – affinché siano al riparo da potenziali ritorsioni di natura penale nello svolgimento del loro ruolo». La deputata dell’Udc Lara Filippini si dichiara «stupita per l’agire del Consiglio di Stato» e si domanda «come mai non si sia rivolto prima a Berna, quando cioè stava allestendo il messaggio» sull’atto parlamentare del democentrista Galeazzi. Ovvero sulla mozione depositata nel 2019 e accolta dal Gran Consiglio nella seduta dello scorso 16 settembre dietro invito dell’allora relatrice di maggioranza Filippini.
E ora spunta il parere dell’Ufg, l’Ufficio federale di giustizia, sollecitato dall’Esecutivo cantonale nell’ottobre 2024. È datato 23 dicembre. “In sede di elaborazione del messaggio governativo a concretizzazione della proposta (la mozione di Galeazzi, ndr) accettata dal Gran Consiglio, abbiamo ritenuto opportuno domandare un parere anche all’Ufficio federale di giustizia; ciò allo scopo di disporre di ulteriori elementi di ponderazione da inserire nei considerandi del messaggio”, scrive il Consiglio di Stato nella lettera, indirizzata il 5 febbraio all’Ufficio presidenziale del Gran Consiglio, che accompagna la valutazione dell’Ufg. Il parere consta di sei pagine nelle quali, riassume il governo nella missiva, l’Ufficio federale ricostruisce il quadro legislativo antecedente l’entrata in vigore (nel 2011) del Codice di procedura penale unificato sul piano nazionale, l’iter di adozione dell’articolo 7 del Codice e i relativi sviluppi dottrinali, giurisprudenziali e parlamentari. Ebbene, secondo Berna, quanto statuito dal Gran Consiglio “non sarebbe compatibile con il diritto federale”. Per la precisione con il capoverso 2 del citato articolo 7 del Codice di procedura penale. Capoverso che così recita: “I Cantoni possono: a) escludere o limitare la responsabilità penale dei membri delle loro autorità legislative e giudiziarie e dei membri del loro governo per espressioni usate nel Parlamento cantonale; b) subordinare all’autorizzazione di un’autorità extragiudiziaria il procedimento penale per crimini o delitti che membri delle loro autorità amministrative e giudiziarie hanno commesso nell’esercizio delle proprie funzioni”.
L’Ufg ritiene che l’articolo 7 capoverso 2 non permetta ai Cantoni “di introdurre un’immunità assoluta o, come in questo caso, relativa per i membri delle autorità legislative dei Comuni né di subordinare a un’autorizzazione il loro perseguimento penale (...). Attiriamo tuttavia l’attenzione sul fatto che alla fine spetterebbe alla giustizia giudicare in via definitiva la questione della conformità con il diritto federale”. Conclude l’Ufficio federale di giustizia: “Non ravvisiamo alcuna possibilità di porre in essere la richiesta di immunità penale per i membri degli organi legislativi dei Comuni senza modificare l’articolo 7 capoverso 2 del Codice di procedura penale”.
Ed è quello, ricorda Filippini, che si prefigge «l’iniziativa cantonale proposta dall’allora relatore di minoranza (Paolo Caroni del Centro, ndr) all’attenzione del parlamento federale perché modifichi il capoverso in questione». Insomma, aggiunge la granconsigliera dell’Udc, «quello che dice l’Ufg non è una novità. Per fugare ogni dubbio sulla compatibilità o meno con il diritto superiore di quanto deciso dal Gran Consiglio in settembre o si interviene per via legislativa agendo sul Codice di procedura penale federale, ed è lo scopo dell’iniziativa cantonale proposta, oppure per via giudiziaria, con un tribunale che si esprime in caso di ricorso. Però ripeto: quello dell’Ufficio federale di giustizia è un parere e non è vincolante come invece lo è una sentenza di un tribunale, per cui il Consiglio di Stato deve applicare quanto sancito dal parlamento. Si deve quindi andare avanti». Conclude Filippini: «Il rapporto sull’iniziativa cantonale depositata nel novembre scorso è quasi pronto: ultimati gli approfondimenti, lo sottoporrò alla commissione ‘Costituzione e leggi’, dopodiché toccherà al plenum del Gran Consiglio pronunciarsi».
«Sospettavo che una modifica della Legge organica comunale non fosse sufficiente. Proprio per questo motivo avevo fatto un rapporto di minoranza. Ora l’Ufficio federale di giustizia dà un parere. E come tale va considerato. Tuttavia conferma la mia opinione», osserva il deputato del Centro Paolo Caroni, che nel suo rapporto sulla mozione di Galeazzi suggeriva appunto un’iniziativa cantonale all’indirizzo delle Camere federali per indurle a ritoccare il secondo capoverso dell’articolo 7 e consentire pertanto ai Cantoni di estendere, senza dubbi giuridici, l’immunità ai consiglieri comunali. «Si farà un primo passo in questa direzione se il Gran Consiglio, nonostante abbia accolto in settembre il rapporto di maggioranza, approverà l’iniziativa che ho inoltrato». Ciò poiché, tiene a precisare l’esponente del Centro, «lo scopo è condiviso. Nessuno mette in discussione il fatto che si debba arrivare ad avere un’immunità anche per i consiglieri comunali. A essere diversa è semplicemente la via attraverso cui conseguire tale obiettivo».