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L'affitto a Lugano sta diventando un lusso

Dalla serata pubblica, con diverse testimonianze e cifre, emerge un problema che le autorità stentano a riconoscere e ad affrontare

In sintesi:
  • Il progressivo aumento delle pigioni mette in difficoltà la parte più debole della popolazione
  • Il fenomeno appare in crescita in città tra ristrutturazioni, passaggi di proprietà e appartamenti messi su Airbnb
Un intervento del pubblico durante la serata al Capannone di Pregassona
17 maggio 2025
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È una sorta di grido d’allarme quello che emerge dalla serata pubblica organizzata dalla Commissione di quartiere di Pregassona lunedì scorso. Già il titolo era eloquente e sotto forma di domanda (retorica): “Affitti a Lugano: un lusso per pochi?”. Una serata, moderata dal giornalista Renato Minoli, alla quale hanno partecipato un centinaio di persone. I relatori invitati – Raoul Ghisletta, municipale Capodicastero Immobili della Città di Lugano; Nicolas Daldini, presidente Svit Ticino, Associazione svizzera dell’Economia immobiliare; Gianluigi Piazzini, presidente Catef, Camera ticinese dell’Economia fondiaria e Monique Bosco Von Allmen, presidente Cassi, Cooperative d’abitazione Svizzera italiana – hanno tracciato il quadro della situazione.

Tante segnalazioni preoccupanti

Una situazione preoccupante, ha sottolineato il presidente della commissione di quartiere di Pregassona, Marco Imperadore. Quest’ultimo riceve sovente negli ultimi tempi segnali negativi, a cominciare dal trasferimento altrove di due inquilini del quartiere che hanno perso la fiducia nella istituzioni e che credevano che la vita in Ticino fosse migliore: «Si sta disgregando il tessuto sociale, queste persone che si trasferiranno avevano amicizie, erano ben inserite nel quartiere ma l’affitto, assieme ai premi di cassa malati, pesano in maniera crescente sul loro budget familiare. Occorre una riflessione su una questione cruciale per il futuro della città ed è stato deciso di coordinarsi tra tutti i quartieri toccati per individuare persone volonterose per garantire un alloggio adeguato, sicuro e sostenibile. Ed è emersa la volontà di costituire un gruppo di lavoro e stiamo pensando a una raccolta di firme». Nella serata sono state presentate testimonianze e cifre: a Pregassona l’affitto mensile medio attualmente sul mercato è pari a 2’446 franchi, mentre l’affitto annuale medio al metro quadro è di 281 franchi. Passando al prezzo medio degli appartamenti attualmente sul mercato siamo a quota 880’236 franchi e il costo medio al metro quadrato è di 8’423 franchi.

Anche a Molino Nuovo

Queste cifre nude e crude tratteggiano in parte il contesto a Pregassona. Ma il problema c’è anche a Molino Nuovo, quartiere in crescita, stando ai dati di ‘Lugano in cifre’, come conferma la presidente della Commissione di quartiere Svetlana Rossi: «Nel quartiere, che è ancora popolare per gli abitanti che vivono nelle palazzine con contratti d’affitto datati, alcuni edifici gestiti dalla Cassa pensione dei dipendenti della Città, che erano a pigione contenuta, sono stati o saranno venduti. Mi riferisco alle palazzine al Ronchetto, nella zona sotto l’Ospedale Civico, che erano abitate da anziani e persone con redditi bassi, perché potevano pagare poco di affitto. In quel caso mi risulta che sia stato fatto un bel progetto e che gli aumenti siano stati minimi. Oltre a quelli tra via ferri e via Marco Da Carona, è stato ceduto anche lo stabile che ospita la polizia comunale di Lugano, tra via Beltramina e via Pelloni. Come ha detto giustamente Monique Bosco Von Allmen, la Città non ha voluto acquistare per mantenere questi stabili a pigione moderata. Le società che hanno acquistato ristruttureranno e aumenteranno gli affitti, come del resto è normale che sia, malgrado le promesse. Il problema è che gli affitti potrebbero crescere di poco, ma se qualcuno volesse speculare... Sono operazioni perfettamente legali e non controllabili».

Quella pressione insostenibile

Insomma, queste operazioni generano una pressione insostenibile per gli inquilini. Qual è la fascia di popolazione particolarmente in difficoltà? Stando all’analisi del sociologo Sandro Cattacin, citato nel corso della serata, “Sono quelli che si trovano nel sandwich tra i ricchi e i poveri, che non hanno accesso ai sussidi e che non hanno i soldi per pagare degli appartamenti a pigioni esageratamente alte”. Inoltre, come emerso dalla una recente trasmissione di ‘Patti Chiari’, “negli ultimi 12 mesi gli appartamenti messi su Airbnb, o altre piattaforme di prenotazione, sono cresciuti del 24 percento, sfondando quota 1’000 nella sola città. Tra le maggiori città svizzere, Lugano è così diventata quella con la percentuale più alta, il 2,7%, di ‘appartamenti AirBnB’ rispetto agli alloggi disponibili, mentre a Lucerna siamo al 2%, a Ginevra all’1,8% e a Zurigo all’1,4%. La presidente Cassi Monique Bosco Von Allmen ha citato la città di Zurigo, come esempio virtuoso che andrebbe seguito perché si è già posto l’obiettivo di arrivare al 33% di abitazioni di utilità pubblica, mentre a Lugano, che ne avrebbe bisogno, in risposta ai problemi finanziari, si appresta a vendere e il Municipio temporeggia, anche se il Consiglio comunale gli ha dato un mandato chiaro.

Diritti solo sulla carta

Sarebbe interessante stabilire quanti a Lugano spendono di più del 25% del loro reddito lordo per l’affitto. Tale percentuale è stata fornita dall’Ufficio federale delle abitazioni secondo cui, per le famiglie con risorse modeste, potrebbe già risultare critica una pigione superiore al 25% del reddito lordo. Eppure, l’abitazione è un diritto fondamentale, stabilito nella Dichiarazione universale dei Diritti umani delle Nazioni Unite del 1948, nella Carta sociale europea del 1961/1999 e nella Costituzione federale della Confederazione svizzera. Nel patto internazionale relativo ai diritti economici, sociali e culturali (New York 1966), che venne approvato dall’Assemblea federale il 13 dicembre 1991 (25 anni dopo), all’articolo 11.1 si legge testualmente: Gli Stati Parti del presente Patto riconoscono il diritto di ogni individuo a un livello di vita adeguato per sé e per la propria famiglia, che includa un’alimentazione, un vestiario, e un alloggio adeguati, nonché al miglioramento continuo delle proprie condizioni di vita. Gli Stati Parti prenderanno misure idonee ad assicurare l’attuazione di questo diritto”.

La prossima serata pubblica sul tema si svolgerà in ottobre e sarà promossa dalla Commissione di quartiere di Besso. Al termine della serata, è stato lanciato l’appello a tutte le persone interessate a partecipare al gruppo di lavoro sul problema dell’alloggio, invitandole a iscriversi a: cqpregassona@gmail.com oppure info@cassi.ch.