Il 44enne ex marito della donna che aveva una relazione con la vittima ha deciso di far capo alla possibilità di un processo di seconda istanza
Andrà al processo d'Appello il caso dell'uccisione del custode del Centro scolastico ai Ronchini di Aurigeno, avvenuta esattamente due anni fa. Venerdì scorso le Assise criminali di Locarno avevano condannato alla detenzione a vita l'autore del gesto, il 44enne ex marito della donna che aveva una relazione con la vittima, ovvero l'allora custode del Centro scolastico. L'autore dell'omicidio, si ricorderà, aveva freddato il rivale con tre colpi di pistola alla schiena in pieno orario scolastico, poco dopo che il custode si era separato dal figlioletto di 10 anni con cui si era recato a scuola.
La Corte presieduta dal giudice Amos Pagnamenta aveva statuito, per il 44enne, una condanna alla detenzione a vita, così come richiesto dal procuratore pubblico Roberto Ruggeri. Peraltro, il 44enne era stato prosciolto dall'esposizione a pericolo della vita altrui (in relazione al fatto di aver sparato nel sedime del centro scolastico), dal reato di furto (segnatamente per la presunta sottrazione del cellulare della vittima) e da quello di minaccia (con un coltello, mesi prima, nei confronti della moglie).
Al netto di ciò, la pesantissima condanna decisa dalle Criminali di Locarno ha dunque spinto il difensore dell'imputato principale, avvocato Fabio Bacchetta-Cattori, a proseguire la sua battaglia legale, chiedendo per il suo assistito un processo in seconda istanza.
Va ancora ricordato che unitamente al 44enne, la Corte aveva condannato a pene minori il 33enne che gli aveva fornito la pistola (7 anni di detenzione) e la 34enne che aveva funto da intermediaria (a 3 anni di detenzione, di cui 2 sospesi per due anni).