Un solo fendente non ha lasciato scampo al 57enne di Lugano. Emergono alcuni retroscena del fatto di sangue avvenuto ieri attorno alle 19
È stato il fratello minore a fermare il 25enne accusato di aver ucciso nel tardo pomeriggio di ieri a Luino il 57enne, padre adottivo. Dopo l’accoltellamento, nell’abitazione della madre, ex moglie della vittima e nota avvocata che si è battuta pubblicamente a difesa dei migranti, il presunto omicida stava scappando, inseguito dal fratello minore che aveva tentato di difendere il padre: ne è nata una violenta lite nel cortile di via Vittorio Veneto. Stavano ancora litigando quando sono giunti sul posto una giovane marescialla dei carabinieri e un collega della stazione di Luino, che hanno fatto stendere a terra entrambi, per immobilizzarli. Poi, il sospettato è stato portato in caserma dove per tutta la notte è stato interrogato dal pubblico ministero Carlo Parodi della Procura di Varese.
Al termine dell'interrogatorio, sul cui contenuto ancora non sono state fornite informazioni, il 25enne è stato fermato con l’accusa di omicidio volontario. Il giovane è stato rinchiuso nel carcere di Varese. In giornata il magistrato inquirente formulerà la richiesta di arresto al giudice delle indagini preliminari di Varese. Sotto shock la madre dell’arrestato ed ex moglie della vittima. Stamane si è appreso che l’arma del delitto, un coltello da cucina, è stata trovata e sequestrata dai carabinieri, così come il portafogli e il cellulare della vittima, effetti personali rinvenuti nell’appartamento al secondo piano della casa al numero civico 39 di via Vittorio Veneto.
Si tratta di un immobile di non recente costruzione, con scale in pietra, dove abita la ex moglie della vittima e madre dei due figli adottivi che, insieme al padre, risiedevano invece a Lugano. I carabinieri attribuiscono quanto accaduto a una lite familiare, pare per “futili motivi”. La lite scoppiata ieri sera attorno alle 19, quando il giovane ha sferrato un solo fendente, molto profondo, che ha raggiunto il petto della vittima, la quale non ha avuto scampo. La colluttazione e le grida fra i due fratelli hanno attirato l’attenzione di alcuni vicini di casa, che hanno chiamato i carabinieri. La squadra Rilievi dei carabinieri di Varese ha lavorato fino a tarda notte, quando dalla Procura di Varese è arrivato il nullaosta per la rimozione della salma, ora a disposizione del medico legale di Varese che eseguirà l’autopsia.