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Abusi sulla nipote, un altro nonno a processo

Dopo la condanna di ieri, un altro 78enne alle Assise criminali di Lugano per i medesimi reati. ‘Mi sono sentito invitato, era sdraiata e mi guardava’

In sintesi:
  • Secondo l’accusa, ripetuti episodi con toccamenti sfociati in un rapporto completo la vigilia di Natale del 2023
  • Quest’ultima violenza è negata dall’imputato
  • Per la perizia psichiatrica, è affetto da disturbo pedofilico
Fiducia tradita
(Ti-Press)
10 settembre 2025
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Dai 7 agli 11 anni. Era piccola la vittima degli abusi sessuali subiti dal 2019 al 2023 da un uomo che oggi ha 78 anni, a processo alle Assise criminali di Lugano per ripetuti atti sessuali con fanciulli, ripetuta coazione sessuale e violenza carnale. Non un uomo qualsiasi, ma il nonno. Per il secondo giorno di fila le porte dell’aula penale si chiudono, a protezione delle vittime, per giudicare casi simili: violenze sessuali tra le mura domestiche.

A distinguere i due casi sono prevalentemente il legame tra imputato e vittima – nella vicenda odierna non c’è un legame di sangue, dato che si tratta della bambina di una figlia avuta precedentemente al matrimonio dalla moglie dell’accusato – e i fatti contestati. Secondo l’atto d’accusa stilato dalla procuratrice pubblica Petra Canonica Alexakis, infatti, tra gli abusi commessi ci sarebbe anche il rapporto completo. Circostanza negata dal 78enne che durante l’interrogatorio, dinanzi al presidente della Corte Amos Pagnamenta, ha confermato di essere solo parzialmente reo confesso, ammettendo un solo episodio – ripetuti, secondo la pp – e limitatamente a toccamenti e rapporto orale.

‘Affetto da disturbo pedofilico’

I fatti sarebbero avvenuti nel domicilio dell’uomo. La bambina, assieme al resto della famiglia, risiede in un Paese del Nord Europa e una-due volte all’anno veniva a trovare i nonni a Lugano. È in queste circostanze che sarebbero avvenuti gli abusi, in un’escalation culminata la vigilia di Natale del 2023. Quel giorno nonno e nipote si trovano a casa da soli, per la prima volta secondo l’uomo, e lui inizia ad abbracciare e baciare la ragazzina. «Mi sono avvicinato io – ha detto in aula –, mi sono sentito invitato dal fatto che lei era sdraiata sul divano, ma non dormiva e anzi mi guardava. Ho avvertito compartecipazione, mi sono sentito ricambiato. Ho sbagliato». Secondo la perizia psichiatrica, all’epoca dei fatti era affetto da disturbo pedofilico, ma era cosciente di quanto stava commettendo. Infatti oggi l’anziano, in carcerazione preventiva dal novembre dello scorso anno dopo la denuncia della madre della bambina, è in cura e starebbe rielaborando i fatti.

Incongruenze e giustificazioni

Durante l’interrogatorio, come sottolineato a più riprese dal giudice, non sono però mancate incongruenze. Tant’è che se da un lato il 78enne ha ammesso di aver sbagliato e di aver avuto pensieri e comportamenti disfunzionali, dovuti in parte anche al fatto che lui stesso da piccolo sarebbe stato oggetto di attenzioni sessuali, d’altra parte non sono mancate considerazioni di tutt’altro tenore come: «Sembrava che all’inizio le piacesse», «cercava attenzioni», «volevo fare piacere a lei» e nel Paese nordeuropeo di origine della bambina «a 11 anni non hanno nulla da imparare sul sesso, salvo la pratica». Negando di essere arrivato al rapporto completo data una presunta impotenza fisica ventennale, l’imputato ha pure detto che a suo giudizio la vittima avrebbe appesantito il carico delle accuse a causa di «suggerimenti occulti» durante le deposizioni. Vittima che, è stato detto in aula, ha manifestato problematiche psicologiche negli anni, arrivando a esprimere intenti suicidi.

La vittima si è costituita in accusatrice privata ed è seguita dall’avvocata Maria Galliani, che ha chiesto un risarcimento per torto morale di 30’000 franchi. Dal canto suo, il 78enne è difeso dall’avvocata Laura Rigato e in aula è emerso che ha già un precedente penale piuttosto recente per il reato di pornografia. Il processo proseguirà nel pomeriggio con la requisitoria di Canonica Alexakis.

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