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Porte aperte alla Clinica Moncucco per il 125esimo anniversario

Una giornata all’insegna di prevenzione che ripercorre la sua storia attraverso visite guidate ed esposizioni

(Recente foto aerea della Clinica Moncucco)

Un ponte tra passato e futuro: sabato 20 settembre non sarà una giornata come le altre per la Clinica Moncucco, che ha deciso di aprire le sue porte dalle 9.30 alle 18 per celebrare il suo 125esimo anniversario. L’evento non è una semplice festa, ma un’occasione per offrire una visione a 360° attraverso un viaggio simbolico che ripercorre i cambiamenti dell’attività sin dalla sua nascita. Dai momenti gastronomici, tra i ricordi e i sapori, alle visite guidate delle sale operatorie e dei reparti, la giornata prevede un programma che include anche un percorso storico a dorso di un pony (per i più piccoli).

Dalla casa di cura al Gruppo: una crescita esponenziale

«Ciò che non è mai cambiato – afferma il direttore Christian Camponovo – è la volontà di mettersi al servizio della popolazione luganese e ticinese e di offrire cure di qualità, attente soprattutto alla persona». Questo principio è ancora oggi il fulcro dell’attività della clinica, nata da un gruppo di suore venute da Como all’inizio del Novecento, che ha colto la possibilità di rendersi più visibile e avere una maggiore apertura rispetto al passato. In 125 anni, i dieci letti gestiti da tre suore si sono evoluti in un sistema ospedaliero complesso, che nel corso degli anni si è prestato ad ampliarsi a tappe sulla collina di Besso. Cambiamenti spinti dalla necessità di assecondare e anticipare i tempi, soprattutto negli ultimi vent’anni. A livello immobiliare, i lavori di espansione sono proseguiti con importanti progetti parallelamente all’aumento sia nel numero dei collaboratori sia in quello dei pazienti. Una crescita «abbastanza rapida» e un processo evolutivo culminato con la fondazione nel 2023 del Gruppo ospedaliero Moncucco, che dall’anno precedente include la Clinica Santa Chiara di Locarno.

Tecnologia sì, ma priorità sono i pazienti, il personale e il territorio

La clinica ha cercato da sempre di investire nell’innovazione, basti pensare all’acquisizione di una delle prime apparecchiature per la dialisi in Svizzera nel 1962 o la prima risonanza magnetica in Ticino nel 1998. Tuttavia, sottolinea Camponovo pur essendoci molti investimenti e progetti nel solco dell’innovazione, ad esempio nell’ambito dell’intelligenza artificiale, la priorità nello sviluppo del Gruppo rimane quella della professionalità dei collaboratori. Sebbene la ricerca per il Gruppo Moncucco venga sostenuta con la sua unità clinica interna – che mantiene una collaborazione interessante con diversi istituti, tra i quali l’Irb di Bellinzona – il focus dell’attività rimane sempre incentrato sulla componente umana: l’attenzione verso la cura del paziente e la formazione del personale. Camponovo enfatizza quanto si è investito «sulla sicurezza del paziente» e sulla creazione di «una rete di personale che abbia competenze e conoscenze, ma anche una solida volontà di dedicarsi interamente al bene del paziente». L’impegno nella formazione del personale permette alla clinica di rafforzare il legame con il territorio in ragione della sua volontà di assumere «collaboratori e collaboratrici che sono cresciuti e che vivono qui».

Oltre la cura

L’evento porte aperte di sabato è un modo «per far conoscere la nostra realtà, la sua storia, e aprirci ancora di più al territorio». La clinica evolve rimanendo ancorata ai propri valori, che l’hanno resa un punto di riferimento per la popolazione ticinese. Moncucco si presenta non solo come luogo di cura, ma anche come un «bacino di conoscenze» che desidera mettere in valore in termini di prevenzione. L’evento delle porte aperte è un passo concreto per valorizzare proprio la prevenzione: attività informative, momenti di dialogo con i professionisti si aggiungono alla possibilità di sottoporsi a numerosi test medici gratuiti. Guardando al domani, la Clinica Moncucco ha anche un obiettivo ambizioso, quello di rafforzare le reti di cura integrate, cercando di garantire un maggior coordinamento e di rafforzare le sinergie «con i vari operatori sanitari, indipendentemente dal fatto che siano all’interno o all’esterno del Gruppo». «Con grande probabilità non saremo più soltanto identificati come un luogo fisico – rimarca Camponovo – ma piuttosto come delle competenze al servizio del territorio». Questa visione non è solo una strategia, ma riflette un impegno a rimanere al passo con i tempi senza snaturarsi o rimanere troppo passivi. Camponovo conclude evidenziando quanto la storia di Moncucco insegni che «le radici non devono mai andare perse e, allo stesso tempo, quanto sia doveroso per un Gruppo ospedaliero anticipare i cambiamenti per affrontare le sfide del presente e del futuro preparato».