laR+ Culture

Esperienze di lotta collettiva

A cinquant’anni dalle rivolte di studenti e apprendisti in Ticino, ‘Ben venga maggio’, libro a più voci, ricostruisce, ricorda e interpreta quegli eventi

23 settembre 2025
|

Il Sessantotto è stato un fenomeno planetario. Non c’è stato continente nel mondo che non abbia avuto, tra una nazione e l’altra, una sua scuola, una sua università, una sua città investite dall’irruzione di un movimento studentesco. Tra la fine degli anni 60 e i primi anni 70 dall’India al Guatemala e al Senegal, all’Iran e a tanti Paesi dell’Europa dell’Est e dell’Ovest, al Messico, all’Australia, agli Stati Uniti, al Giappone e via andando, magari solo per una manciata di settimane o al massimo di qualche mese, ragazze e ragazzi si sono mobilitati, hanno preso per la prima volta la parola in prima persona e l’hanno imposta nello spazio pubblico. Sfidando i divieti e scontrandosi con le politiche più o meno repressive dei governi, hanno manifestato per le strade delle città e hanno occupato aule, università, piazze in nome di un comune rifiuto delle gerarchie e dell’autoritarismo che, al di là dei diversi sistemi politici, permeavano allora la famiglia, la scuola, la società nel suo insieme. Nelle loro parole d’ordine stava la rivendicazione di nuovi diritti e nuove libertà. Tutto questo si è andato chiamando nel tempo ‘Sessantotto’, anche se non è necessariamente accaduto proprio nei 12 mesi di quell’anno.

Nel Canton Ticino, quel movimento giovanile, breve ma intenso e incisivo, arrivò dapprima a Locarno, alla Scuola Magistrale proprio nel marzo del ’68, e poi, in una doppia ondata, fra il ’74 e il ’75: la prima al Liceo Cantonale di Lugano, la seconda al Centro professionale per apprendisti di Trevano. A 50 anni o poco più di distanza esce in questi giorni ‘Ben venga maggio’, titolo di un bel libro ‘di gruppo’, come si potrebbe dire con il linguaggio di allora. Frutto di un lavoro accurato e attento, e di un’evidente partecipazione, collettiva appunto, questo volume curato da Danilo Baratti ed Enrico Lombardi va a coprire un vuoto storiografico con una proposta composita e proprio per questo di particolare interesse.

‘Due agitazioni figlie della stessa temperie politica’

Il volume, suddiviso in due parti – la prima dedicata al movimento studentesco di Lugano e la seconda a quello degli apprendisti di Trevano, “due agitazioni figlie della stessa temperie politica”, come scrive Baratti –, si muove infatti su più registri. Il nucleo della prima parte, introdotta dai due co-curatori, è costituito dalle testimonianze di otto protagonisti di quelle lotte liceali che raccontano a distanza di 50 anni la propria esperienza nel movimento. Testimoni dall’osservatorio distanziato della cattedra, due docenti del Liceo, insegnanti rispettivamente all’epoca di Geografia e di Italiano. Ai loro contributi nel volume il compito di restituire un quadro dettagliato delle trasformazioni della scuola innescate da quelle lotte.

A contrappunto del registro memoriale stanno i contributi di due giovani storici, Mauro Stanga e Zeno Casella. Se, come ha scritto la storica Anna Rossi Doria, “la memoria tende a unire il presente e il passato, o meglio a rendere presente il passato”, i due affondi storiografici, anche grazie alla diversa appartenenza generazionale degli autori, possono offrire conferme o smentite, e comunque uno sguardo in campo lungo verso quella stagione di lotte, così decisiva per l’identità dei suoi protagonisti. Non ultimo elemento di questa stimolante operazione editoriale, è la presenza della documentazione, le foto e la letteratura grigia dei volantini, fonti preziose per la ricerca storica. La presenza delle immagini diventa poi centrale nella seconda parte del libro, dedicata al movimento degli apprendisti di Trevano.

Dimensione collettiva

Il racconto di quelle lotte, scoppiate nella primavera del ’75, sta in un eccellente documentario del regista Giovanni Doffini, ‘E noialtri apprendisti’ (che può essere visto su Play RSI o su lanostrastoria.ch). Realizzato quasi a ridosso degli avvenimenti, il film restituisce lungo la linea cronologica di quei due mesi le atmosfere e i gesti e le posture di quei ragazzi e di quelle ragazze e soprattutto, grazie a una continua registrazione audio, le loro parole e quelle delle loro controparti. Estremamente utile la scelta dei curatori di trascrivere per il volume la sceneggiatura del film, accompagnata dalla ricostruzione, a firma di Baratti, della storia del movimento e del suo documentario.

In conclusione, si può dire che la dimensione collettiva è il filo rosso che attraversa dal passato all’oggi la storia di quel 68 ticinese, dalla presa della parola 50 anni fa alla realtà di una rete sociale rimasta latente fino a manifestarsi infine come memoria condivisa in questo volume.

---

Francesca Socrate, già docente di Storia contemporanea all’Università La Sapienza di Roma e autrice, in particolare, di ‘Sessantotto. Due generazioni’ (Laterza, 2018) parlerà diffusamente del volume ‘Ben venga maggio. Liceo Lugano 1974 – Trevano 1975: studenti e apprendisti in lotta. Interpretazioni, testimonianze, documenti’ (Ed. Fondazione Pellegrini Canevascini) nel corso della sua presentazione al Cinema Lux di Massagno domani alle 20.30. Durante la serata è prevista la proiezione del film ‘E noialtri apprendisti’ (1976) di Giovanni Doffini.