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Albericidio sui Monti di Paudo: ‘Chi sa qualcosa ci aiuti’

Dal Patriziato di Pianezzo denuncia contro ignoti per l’avvelenamento di oltre venti piante ad alto fusto. Appello pubblico per scoprire il colpevole

Due dei molti fori praticati nei tronchi: si scorge il segno del liquido chimico versato e fuoriuscito
(Foto Patriziato Pianezzo)
4 ottobre 2025
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Albericidio di vaste dimensioni ai Monti di Paudo dove qualcuno nel corso della primavera/estate ha praticato dei fori alla base dei tronchi di oltre venti piante ad alto fusto, soprattutto faggi e alcuni secolari, iniettandovi un liquido tossico col chiaro intento di portarle alla morte nel giro di qualche mese o anno. Molto preoccupato il Patriziato di Pianezzo. Siccome tutti gli alberi in questione gli appartengono (tranne uno cresciuto su terreno privato), il suo organo esecutivo ha sporto denuncia penale contro ignoti al Ministero pubblico. L’inchiesta è partita e il caso finora è passato sotto silenzio. «Ma a questo punto è giusto che l’opinione pubblica sappia», spiegano a laRegione il presidente dell’Ufficio patriziale Carlo Jorio e il vice Marco Del Biaggio. Così facendo invitano a farsi avanti chi potrebbe sapere o aver visto qualcosa a partire, si presume, dallo scorso inverno o primavera. Informazioni utili per risalire al colpevole e inchiodarlo alle sue responsabilità, che peraltro oltre che penali sono anche di natura economica. Con cifre non indifferenti.

Il sopralluogo, la mappatura e le case vicine

Se da una parte la Polizia cantonale si è attivata con alcune verifiche preliminari, dall’altra l’Ufficio forestale cantonale del nono circondario ha esaminato a fondo la questione con un sopralluogo e mappando le piante prese di mira. L’area su cui una o più mani hanno infierito, probabilmente nell’arco di qualche mese, è quella situata nella parte alta dei Monti di Paudo. In particolare in un triangolo di terreno boschivo in pendenza compreso fra la strada principale che sale verso i Monti di Ravecchia e una stradina asfaltata a fondo cieco nella quale ci si immette svoltando a destra e che porta verso un gruppo di case di vacanza con vista aperta su Monte Carasso e la Riviera; invece ostacolata dalle fronde quella sul Piano di Magadino. Ebbene proprio queste fronde appartengono a un bel gruppo di alberi che risultano essere stati avvelenati. Più sotto, sulla strada principale, alcune abitazioni hanno le piante in questione alle loro spalle: situate a monte, da decenni consolidano il terreno in pendenza riducendo il rischio di scoscendimenti. Questa la situazione accertata sul posto: qualche idea o sospetto nel frattempo maturati rimangono tali e non consentono di trarre conclusioni di alcun tipo. Cui potrà eventualmente giungere la Polizia cantonale.

Fori alla base dei tronchi e veleno

Nella sua denuncia contro ignoti l’Ufficio patriziale spiega che la situazione è venuta alla luce all’inizio di giugno su segnalazione del guardaboschi patriziale residente in zona e che ha il compito di tenere sott’occhio lo stato di salute boschivo, così da attivare gli interventi selvicolturali che si rendono necessari. Dopo due settimane, il 18 giugno, un sopralluogo approfondito effettuato in presenza di un addetto del circondario forestale ha permesso di quantificare l’entità del danno. “In effetti – si legge nella querela – almeno una ventina di piante presentano fori alla base del tronco con susseguente introduzione di sostanze chimiche da parte di ignoti”. Un tampone è in possesso del Patriziato e analizzandolo si potrebbe risalire alla sostanza utilizzata. “L’evidente intenzione – prosegue la denuncia – è quella di far seccare le piante che in effetti presentano già segni anomali di deperimento della chioma”. Ma non finisce qui. Infatti “dopo ulteriori controlli” è emerso che “la persona ignota continui comunque tutt’ora nel suo tentativo doloso di avvelenare le piante”. La querela è del 15 luglio e da allora lo stato degli alberi è peggiorato, a tal punto che di sicuro un buon numero dovrà essere abbattuto per evitare che cada causando danni.

‘Possibile messa in pericolo di persone’

“Nell’inoltrare la presente denuncia contro ignoti – concludeva il Patriziato – sottolineiamo il grave danno ambientale, quello finanziario a nostro carico e non da ultimo la possibile messa in pericolo di persone o cose”. Jorio e Del Biaggio spiegano infatti che per la messa in sicurezza (taglio) e la successiva riforestazione (piantumazione) bisognerà mettere in conto diverse migliaia di franchi. Gli stessi assicurano poi che il Patriziato non ha in corso vertenze o liti con nessuno, o situazioni che possano aver scatenato qualche azione vendicativa. E nemmeno in tempi recenti è mai giunta all’Ufficio patriziale alcuna domanda di esbosco. Richieste in tal senso non sono rare in Ticino e i Patriziati non hanno competenza decisionale, visto che la valutazione e un’eventuale autorizzazione al taglio compete alla Sezione forestale cantonale incaricando ditte specializzate e addebitando il costo ai richiedenti. «In conclusione – sottolineano presidente e vice – non ci aspettiamo certo che il responsabile dell’ignobile gesto si costituisca. Sarebbe chiedere troppo. Ma se qualcuno sa o ha visto, per favore ci contatti». Segnalazioni utili sono da inviare all’indirizzo di posta elettronica info@patriziatopianezzo.ch oppure casella postale 28, 6582 Pianezzo.