Adesso l’imposizione è al 18%, contro il 50%. Fonio (Centro) chiede l’equiparazione, assieme a membri di Plr, Ps, Verdi e Pvl: ‘Prevenzione per i giovani’
I prodotti del tabacco da riscaldare (Htp, Heated tobacco products), oggi tassati al 18%, devono essere imposti fiscalmente come le sigarette normali: al 50%. A chiederlo è una mozione inoltrata al Consiglio federale dal deputato del Centro a Berna Giorgio Fonio assieme al suo partito e a numerosi esponenti di Plr, Ps, Verdi e Verdi liberali.
Gli Htp, ricorda Fonio, “sono disponibili sul mercato svizzero dal 2015. Le loro vendite sono fortemente aumentate negli ultimi anni – passando da 13 milioni di unità nel 2015 a quasi 1,6 miliardi nel 2024. Un aumento di quasi cento volte in soli otto anni. Una tendenza che continua”. E l'industria del tabacco presenta spesso questi prodotti “come meno pericolosi rispetto alle sigarette. Tuttavia, tale affermazione non è supportata da studi scientifici indipendenti. Inoltre, gli Htp vengono avvicinati dai produttori alle sigarette elettroniche, sebbene presentino molte più analogie con le sigarette tradizionali che non con le e-sigarette”.
Il tema per il consigliere nazionale del Centro è chiaro: “Le sostanze nocive rilasciate dai prodotti del tabacco da riscaldare sono dannose per la salute, creano dipendenza e possono – come nel caso delle sigarette – essere letali: già nel 2017, un’équipe svizzera delle università di Berna e Losanna ha rilevato in questi prodotti sostanze nocive come polveri fini, catrame e altri agenti cancerogeni, come l’acetaldeide. È emerso che le sostanze tossiche e cancerogene rilasciate durante la pirolisi del tabacco sono simili a quelle emesse dalla combustione delle sigarette”. In più, “le organizzazioni attive nella prevenzione sanitaria e della dipendenza non considerano i prodotti del tabacco da riscaldare come un aiuto per smettere di fumare, ma al contrario mettono in guardia contro il loro utilizzo”.
E veniamo al punto. Perché “nonostante il forte aumento delle vendite e le preoccupazioni legate alla salute pubblica”, rileva Fonio, “i prodotti del tabacco da riscaldare sono tassati in misura relativamente bassa: nel quadro della legge sull’imposizione del tabacco, sono stati classificati nella categoria dei ‘restanti prodotti del tabacco’, nella quale rientrano, ad esempio, anche i ritagli di produzione”. Si tratta evidentemente “di una soluzione provvisoria per un prodotto che non era stato considerato al momento della definizione delle categorie e delle aliquote della legge sull’imposizione del tabacco. L’aliquota per i ‘restanti prodotti’ è infatti soltanto del 18%. A titolo di confronto: le sigarette tradizionali sono tassate mediamente al 50%”.
Il senso della proposta è spiegato da Fonio stesso a ‘laRegione’, cominciando nel sottolineare come «il Ticino è stato tra i primissimi cantoni, grazie all'azione del Dipartimento sanità e socialità, a impegnarsi in campagne di prevenzione sul tema perché abbiamo visto come questo tipo di sigarette debbano a tutti gli effetti essere paragonate alle sigarette normali. Se viene fatto dal profilo normativo, allora è giusto che debba essere fatto anche dal profilo fiscale». Il deputato al Nazionale continua ribadendo che «sebbene l'industria del tabacco stia tentando di sostituire le sigarette tradizionali con questo nuovo tipo, crea comunque conseguenze nocive. Infatti emerge sempre più che creano danni alla salute, col pericolo strisciante di una messa in commercio accattivante, che le fa diventare una moda, con custodie colorate e belle da vedere». Quindi, «non chiediamo di aumentare la tassazione delle sigarette tradizionali: chiediamo semplicemente di pareggiare l'imposizione di un prodotto simile, anche negli effetti pericolosi».
E con queste entrate, per Fonio, «sarebbe assolutamente necessario sviluppare ulteriori campagne di prevenzione. Qui si parla della salute dei giovani, ed è un tema nettamente trasversale agli schieramenti, la riprova è il sostegno che questa mozione ha ricevuto da esponenti di quasi tutti i partiti rappresentati al Nazionale». Certo, riconosce ancora Fonio, «a Berna la lobby del tabacco è molto potente. Ma ripeto: qui si parla della salute dei giovani e di una giusta prevenzione, e nessuno può permettersi di scherzare».