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Ad Acquarossa chiudono tre ristoranti, ‘ma restiamo positivi’

La sindaca Michela Gardenghi pensa che si tratti di ‘una situazione provvisoria, che si spera possa risolversi presto’

‘Non siamo la Piazza Riforma di Lugano ed è tutto più difficile’
(Archivio Ti-Press)

La bella Valle di Blenio, anche detta valle del sole, porta con sé in questi tempi qualche zona d’ombra. Le nuvole si sono addensate recentemente sul settore della ristorazione. Acquarossa ha infatti dovuto assistere alla chiusura, quasi in concomitanza, di tre ristoranti-alberghi. Rubino, Stazione e Val Sole. Un numero considerevole per un borgo di nemmeno duemila abitanti. Stando alle nostre informazioni, raccolte tra gli abitanti, emerge che Rubino e Val Sole abbiano cessato o sospeso l’attività a causa della scadenza del contratto di locazione, mentre il ristorante Stazione è stato dichiarato fallito dalla Pretura un mese fa. Si dice comunque che il Rubino potrebbe riaprire a primavera con una nuova gerenza.

‘Non giungiamo a conclusioni allarmiste’

Tre chiusure in un colpo solo, proprio laddove si ripone molta fiducia nel progetto turistico Sun Village da almeno 60 milioni di franchi, la cui concretizzazione sta richiedendo tempi più lunghi del previsto e dovrebbe avere importanti sviluppi nei prossimi mesi. «Chiusure che destano rincrescimento e preoccupazione da parte dell’autorità comunale», dichiara la sindaca Michela Gardenghi contattata dalla redazione. «Sono però convinta che sia un caso che gli esercizi pubblici abbiano chiuso tutti in questo periodo. Eviterei quindi di formulare conclusioni allarmiste». Per queste ragioni, «crediamo e ci auguriamo che si tratti di una situazione provvisoria che possa risolversi a breve termine». La sindaca esprime il suo sostegno e quello del Municipio a «chiunque avrà l’intenzione di rilevare le rispettive attività, che sono comunque importanti sia per la popolazione residente che per il turismo. Un esempio positivo è Il Larice di Leontica la cui gerenza è appena cambiata limitando a sole poche settimane la chiusura necessaria per il passaggio di consegne. Mi piace però anche ricordare gli altri bar e ristoranti tuttora aperti sul nostro territorio e che con impegno e professionalità ci accolgono ogni giorno».

L’esclusività che piace

Tutto questo mentre nella parte sud del comune, nella frazione di Motto, un paio d’anni fa sono stati aperti Casa Gatti e il ristorante 3 Vie che ospitano eventi privati e offrono esperienze culinarie ricercate e di qualità elevata. Casa Gatti organizza peraltro yoga retreats e workshop creativi. Nuove strutture che riscuotono grande successo attirando clientela da fuori valle. Questo rispecchia il crescente trend all’esclusività di cui i settori esercentesco e alberghiero si sono appropriati sempre di più negli ultimi anni, anche alle nostre latitudini. Un altro esempio di questo fenomeno è il Campra Alpine Lodge & Spa che dal 2019 offre ai propri clienti la possibilità di rilassarsi nella moderna struttura laddove per 50 anni si è fatto quasi esclusivamente sci di fondo. Idem l’ex albergo Arcobaleno di Olivone che nel 2022 la famiglia Sassella ha trasformato nel più accogliente Relais al Lucomagno. Tornando ad Acquarossa, «3 Vie e Casa Gatti possono essere considerate strutture complementari dagli esercizi che hanno purtroppo chiuso di recente, e questo sicuramente a favore di un’offerta più ampia e variegata per l’ospite», sottolinea la sindaca: «Queste realtà hanno anche portato un altro tipo di clientela e perciò credo che non vi sia alcuna correlazione tra l’apertura degli uni e la chiusura degli altri».

‘Lavoriamo per la progressione del comune’

Ma perché proprio ora e perché proprio ad Acquarossa? «La ristorazione non è un settore facile, ma questo ovunque e non solo nel nostro comune o nella nostra valle», risponde Michela Gardenghi: «Ritengo che quello attuale sia solo un periodo negativo e momentaneo. Stiamo lavorando per far progredire il comune e cerchiamo sempre di pensare a nuove soluzioni per attirare più abitanti e turisti», conclude la sindaca sottolineando il suo appoggio e augurio affinché i ristoranti chiusi recentemente possano presto riaprire i battenti.

Un fenomeno accentuato nelle valli

Anche Denis Vanbianchi, direttore degli impianti turistici di Campo Blenio, commenta le difficoltà con cui è confrontato il settore della ristorazione in valle: «Dopo la pandemia i costi per gestire un ristorante sono aumentati parecchio. Bibite e alimenti in primis. Vi è quindi molta difficoltà a bilanciare i costi salariali, imposti da un contratto collettivo, con le entrate generali dell’attività. Considerate tutte le spese, il margine di profitto può essere molto stretto». Secondo Vanbianchi questo fenomeno è accentuato nelle valli: «Avere un ristorante in piazza Riforma a Lugano è sicuramente meno insidioso. La clientela è regolare, c’è sempre da lavorare. Noi, con il ristorante Casa Greina, siamo aperti solo in alta stagione e dipendiamo fortemente dalle condizioni meteo». Quanto all’Osteria dello Sciatore, rimasta chiusa questo inverno, il direttore degli impianti turistici spiega che «non è un problema di soldi ma di gerenza. La persona che doveva occuparsene ha rinunciato all’ultimo e non si è riusciti a trovare un sostituto. Ma si sta lavorando per trovare qualcuno per la prossima stagione». Questo ha fatto sì che durante l’inverno in corso Casa Greina sia quasi troppo piena nelle giornate di bel tempo.

Si parla quindi di un settore che sta sicuramente affrontando delle difficoltà, suscitando preoccupazione tra gli abitanti e i loro rappresentanti. Ma che, considerati anche i vari progetti realizzati sul territorio e quelli in fase di sviluppo, non ha affatto detto la sua ultima parola.