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Referendum sul forno crematorio di Bellinzona? Il Pc valuta, e pure il Ps

Mps pronto a sostenerlo. Il Tram ha respinto il ricorso della concorrente di Carasso indicando il termine del 31 dicembre 2024 per il mandato provvisorio

L’entrata del forno crematorio
(laRegione)
9 aprile 2025
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Chi l’avrebbe mai detto che la messa sul mercato del forno crematorio comunale di Bellinzona (sua sostituzione completa per un milione di franchi e sua gestione per i prossimi 10-20 anni) avrebbe scatenato una bagarre fra onoranze funebri della regione e anche politica, con una parte della sinistra contraria all’agire municipale. A tal punto contraria che il Partito comunista, il primo a schierarsi in modo netto già l’anno scorso con due interrogazioni critiche, non esclude di lanciare un referendum contro la decisione del Consiglio comunale che lunedì ha votato a maggioranza il nuovo Regolamento dei cimiteri elaborato da un Municipio compatto sul tema.

Previsto un concorso pubblico

Regolamento nel quale il forno crematorio non figura, essendo appunto l’Esecutivo intenzionato ad esternalizzarlo tramite un concorso pubblico imminente, o ritardato qualora si andasse alle urne e i cittadini votanti confermassero l’agire di Municipio e Cc. Il tutto considerato il quadro di forte concorrenza nel Bellinzonese che negli ultimi tre anni ha ridotto le cremazioni annue nell’impianto comunale da circa 750 alle attuali 300/370, ciò che mette a rischio il pareggio dei conti. «Stiamo valutando se lanciare il referendum», spiega il consigliere comunista Alessandro Lucchini. «Abbiamo avviato una riflessione – aggiunge la presidente del Ps di Bellinzona Martina Malacrida Nembrini – e non lo escludiamo assolutamente. Anzi. Stiamo valutando anche eventualmente che forma dare: se referendum o iniziativa». Chi sarebbe della partita è il Movimento per il socialismo che in aula ha votato no: «Sosterremmo un eventuale referendum», dichiara Matteo Pronzini. Sulla stessa lunghezza d’onda Verdi, Forum Alternativo e una parte della formazione mista Avanti con Ticino&Lavoro, Più Donne e Noce.

Tempo scaduto a fine 2024 e la società concorrente reclama

Un fronte dunque abbastanza ampio. Per loro è importante che il servizio di cremazione, sebbene limitato al solo funzionamento del forno e alla fatturazione delle prestazioni, rimanga in mani pubbliche. Le quali mani, come abbiamo scritto a più riprese, dal gennaio 2024 tramite un mandato di prestazione provvisorio hanno affidato la gestione dell’impianto alla Crematorio Sa Bellinzona e Valli costituita nello stesso periodo dalle onoranze funebri Bruschi, Rozner-Luzzi, Bullo e Rossi. Mandato provvisorio che avrebbe dovuto concludersi il 31 dicembre 2024, termine indicato anche dal Tribunale amministrativo cantonale quando ha respinto – novità di ieri – il ricorso interposto un anno fa da una società concorrente, la Crematorio Ticino Sagl di Carasso di proprietà della società di onoranze funebri Andreetta-Pesciallo Sa titolare della casa funeraria e del forno crematorio privati inaugurati rispettivamente nel 2016 e 2022.

Forno la cui accensione ha come detto ridotto sensibilmente l’operatività di quello comunale, il quale ciò nonostante fa gola alle cinque società concorrenti coalizzatesi. Il Tram avallando l’agire municipale ha stabilito che il mandato provvisorio attribuito dal Municipio non viola la Legge sulle commesse pubbliche, in particolare la soglia finanziaria limite riconosciuta. Tuttavia, sebbene il tempo massimo sia scaduto da oltre tre mesi, l’attività esternalizzata sta tutt’oggi proseguendo. Tant’è che la società di Carasso tramite il suo legale si è rivolta recentemente al Municipio chiedendo lumi sul mancato rispetto di quanto stabilito dall’autorità giudiziaria.

Il governo non si è ancora espresso

Come scrivevamo lo scorso 11 giugno, sempre la Crematorio Ticino Sagl di Carasso ha interposto un secondo ricorso, tutt’oggi pendente, davanti al Consiglio di Stato. Governo cui è stato chiesto di verificare se sia legale esternalizzare la gestione di un bene pubblico senza concorso. La cui prevista pubblicazione (come detto prima: referendum permettendo) a questo punto rischia di arrivare prima della decisione governativa e dirà insomma se il forno cittadino con le sue 370 cremazioni registrate l’anno scorso susciterà davvero l’appetito dei vari attori privati.

Pesciallo: ‘Ma vale la pena?’

Potrebbe essere della partita la Crematorio Sa Bellinzona e Valli, in virtù del suo anno di esperienza e considerato che erano stati gli stessi cinque suoi fondatori a farsi avanti col Municipio un paio d’anni fa; non è nota invece la posizione della concorrente di Carasso. «La domanda che è lecito porsi – ci dice comunque il co-titolare Dante Pesciallo – è se valga la pena investire un milione laddove la Città non intende farlo», considerata in particolare la concorrenza nella quale a fare la differenza non è tanto il costo della singola cremazione, vista la differenza di circa 150 franchi a salma, bensì il funerale. Da notare che a suo tempo la società di Carasso aveva proposto al Municipio un accordo affinché fosse lei a effettuare – nel proprio nuovo forno appena inaugurato e in grado di gestire fino a duemila salme all’anno – le cremazioni previste nel vetusto impianto comunale giunto a fine vita, il tutto con una fatturazione in linea con le tariffe (più basse) applicate dal Comune. Ma il Municipio non aveva accettato, optando infine per il mandato di prestazione accordato alla concorrenza diretta. La partita è tuttora quanto mai aperta.

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