Un progetto transfrontaliero per valorizzare il patrimonio culturale dalla Valle di Blenio a Novara. Un pezzo della Via Francisca ve lo raccontiamo qui
C’era due volte il Barone Lamberto, è una storia del 1978 dello scrittore Gianni Rodari nato a Omegna, ambientata sul lago d’Orta e sulla sua isoletta dedicata a San Giulio, dove si intrecciano le vicende degli strampalati personaggi del racconto. C’erano poi i giornalisti italiani che negli scorsi giorni hanno raggiunto Bellinzona per scoprirne le bellezze, visitare i castelli, il nucleo di Curzútt, viaggiando tra storia e gastronomia gustando piatti medievali con ricette del famoso cuoco del XV secolo Maestro Martino, nato a Grumo, in Valle di Blenio. E c’erano anche i giornalisti provenienti da Bellinzona che lunedì hanno raggiunto Omegna (in provincia del Verbano-Cusio-Ossola nel Piemonte), Orta (in provincia di Novara), l’isola San Giulio ‘in mezzo al lago ma non proprio a metà’ (come scrive Rodari), e il Sacro Monte di San Francesco (Patrimonio mondiale Unesco). Due viaggi, uno scambio, per visitare questi due territori – fra storie, leggende e curiosità – uniti dal progetto Interreg ‘Tra-Me – Tracce di Meraviglie lungo la Via Francisca’, un’iniziativa transfrontaliera che punta a valorizzare le ricchezze storiche, culturali, naturalistiche e gastronomiche lungo questo antico cammino che nel corso dei secoli (racchiude almeno 1’400 anni di storia) è stato percorso da imperatori, vescovi, mercanti, viandanti, pellegrini, grandi artisti, ma anche da traditori e briganti. In che modo? Proponendo visite guidate, coinvolgendo anche l’enogastronomia locale, incrementando così l’attrattività turistica alla scoperta delle ‘tracce di passato’ che si incontrano lungo la Via Francisca del Lucomagno, dai castelli ai santuari, dai musei alle chiese, dai fortini ai prodotti enogastronomici, da Disentis a Novara, passando dalla Valle di Blenio.
A Omegna, giornalisti e partner del progetto Interreg, che ha quale capofila svizzero l’Organizzazione turistica regionale Bellinzonese e Alto Ticino (Otr-Bat) diretta da Juri Clericetti, sono stati accolti dal sindaco Daniele Berio e da Marilena Flury Roversi, progettista di Tra-Me, che hanno guidato alla scoperta della storia che avvolge il lago tra bellezza, mistero e curiosità. Una peculiarità la percepiamo fin da subito, passeggiando lungo la Nigoglia per raggiungere l’imbarcadero. ‘Il fiume che va in su’ che allude allo spirito indipendente degli abitanti del comune italiano, è infatti l’unico emissario dei grandi laghi prealpini che scorre verso nord. In tre quarti d’ora il battello ci porta a Orta dove scopriamo un’altra particolarità: il ristorante hotel scelto per il pranzo, il ‘Leon d’Oro’ è il più antico del comune, e proprio lì nel maggio 1882 soggiornò il filosofo tedesco Friedrich Nietzsche. Quei luoghi, e soprattutto il Sacro Monte, fecero da cornice all’amore impossibile tra lui e la giovane intellettuale russa Lou Von Salomé e a un triangolo con l’amico in comune, lo scrittore tedesco Paul Rée.
Le storie in riva al lago si intrecciano con le leggende sommerse dalle sue acque, chiare e trasparenti ma popolate dai draghi. Si narra che quando Giulio, che sarebbe poi divenuto santo, espresse il desiderio di costruire una chiesa su quella piccola isola, nessun barcaiolo volle accompagnarlo per paura delle creature che vi vivevano. Allora lui stese il suo mantello, che divenne rigido e cominciò a galleggiare a pelo d’acqua, ci salì sopra e con il suo bastone remò fino allo scoglio, dove scacciò i draghi e fondò la sua centesima chiesa. Ancora oggi l’isola ospita una basilica intitolata al santo e un monastero di monache benedettine costruito sulle rovine di un antico castello. La storica Fiorella Mattioli Carcano ha illustrato le bellezze della basilica, che custodisce importanti opere d’arte, tra cui un pregiato ambone scolpito in marmo serpentino, in cui viene rappresentato il viaggio dell’anima verso Dio e il bene che prevale sul male. La basilica ospita anche un’urna che racchiude le reliquie di San Giulio, patrono della basilica e del lago. Da questo luogo di culto si snoda un altro sottile filo della storia che collega Orta al Ticino, e più precisamente a Lodrino, dove è stato ritrovato un evangeliario, un libro medievale delle messe con i santi che dovevano essere celebrati nella basilica di San Giulio, tra cui quello omonimo.
Dal lago saliamo con un trenino al Sacro Monte di Orta, che sorge sulla collina che si eleva al centro della penisola, e da cui si gode di una vista mozzafiato sull’isola di San Giulio. Il contesto paesaggistico è molto suggestivo e sul promontorio si possono visitare venti cappelle che ripercorrono gli episodi della vita di San Francesco. In vetta sorge la chiesa di San Nicolao che sarebbe stata fondata da monaci dipendenti dall’abbazia di San Gallo intorno al X secolo. La dimensione spirituale e mistica che si respira sul monte si contrappone con quella concreta e terrena di cui si può fare esperienza visitando il Museo del Casalingo del Moca, Forum di Omegna, comune noto anche per la sua produzione industriale di articoli per la casa, tra cui la celebre caffettiera Moka Bialetti e la pentola a pressione Lagostina. L’esposizione permette di ripercorrere la nascita dei più famosi elettrodomestici, immergendosi nella storia di sette aziende iconiche, esplorando il legame tra design, ingegno e cultura industriale. Un viaggio immersivo dal boom economico, passando dalle pubblicità del carosello degli anni 60 e 70 che innescavano la corsa all’acquisto il giorno dopo, alle lotte operaie e alle rivendicazioni dei lavoratori. Quelli che vi abbiamo raccontato sono solo alcuni passi sulle tracce di Meraviglie che legano la Svizzera all’Italia. Una collaborazione transfrontaliera che intende promuovere il turismo culturale, dal potenziale ancora inespresso, con percorsi a tema, raccontando storie poco conosciute che permettono di immergersi nella realtà locale. E una possibilità per i visitatori di vivere interessanti storie da raccontare.