Respinta dal Cc la mozione che chiedeva di codificare nel Rod il congedo mensile per le dipendenti che ne soffrono. I contrari: prassi già riconosciuta
Con 32 voti contrari (in gran parte Plr, Lega-Udc e Centro), 22 sì (in gran parte Verdi-Fa, Unità di sinistra, Mps e Avanti con Ticino & lavoro, Più Donne e Noce) e un astenuto, il Consiglio comunale di Bellinzona ha respinto lunedì sera la mozione presentata dal gruppo Verdi-Fa per l’istituzione – inserendolo a tutti gli effetti nel Regolamento organico dei dipendenti – di un congedo mestruale per le donne che soffrono di dismenorrea, dolore che si manifesta in modo molto acuto e debilitante durante i giorni delle mestruazioni, a tal punto da costringere chi ne è affetta a sospendere ogni attività e a trascorrere alcuni giorni a letto.
Nel dettaglio, la proposta, partendo dall’auspicio di dare un segnale forte a favore di una società più attenta e inclusiva, chiedeva la possibilità di astenersi dal lavoro per un massimo di tre giorni al mese previa presentazione puntuale di un certificato medico, con indennità riconosciuta pari al 100% del salario. Il tutto orientato a non considerare tale congedo equivalente ad altre cause d’interruzione del lavoro.
Contrario il Municipio considerato che la prassi già in vigore prevede, con una gestione flessibile e funzionale, che le assenze siano giustificate presentando un certificato medico con validità annuale. Il tutto con la garanzia di salario pieno e indipendentemente dal rapporto d’impiego. Perciò la mozione veniva considerata restrittiva rispetto alla prassi già in essere, visto anche che le interessate avrebbero dovuto produrre un certificato medico mensilmente.
Da qui la presentazione di un emendamento da parte del mozionante Kevin Simao Ograbek, in accordo con la minoranza commissionale, di prevedere una valenza annuale del certificato medico. Contraria alla mozione la maggioranza commissionale (relatrice Nadia Bianchi del Plr) che intravedeva una discriminazione rispetto ad altre patologie altrettanto gravi, croniche e invalidanti; come pure la stigmatizzazione della donna e un aumento della divisione di genere; nonché il rischio che il congedo potesse in sé sostituirsi a una più efficace terapia medica. Dal canto suo la minoranza commissionale (relatrice Maruska Vanza del gruppo Unità di sinistra) ha insistito sulla necessità che la dismenorrea venisse a tutti gli effetti considerata una parte invalidante della vita di una donna e che il congedo mestruale non fosse più considerato un tabù. In effetti Oltralpe alcune Città e Comuni stanno andando in questa direzione, per quanto riguarda la gestione del personale.
In sala il dibattito si è animato tra favorevoli e contrari e alla fine, tra applausi rivolti a entrambe le tesi e qualche coro di derisione di taluni contrari rivolto alla relatrice di minoranza e al mozionante, il plenum ha affossato la proposta.