La Città aderisce all'appello lanciato negli scorsi giorni da Ginevra e Losanna che chiede al Consiglio federale attivarsi per la crisi umanitaria
Anche il Municipio di Bellinzona aderisce all’appello urgente delle Città di Ginevra e Losanna che il 21 maggio hanno chiesto al Consiglio federale di mobilitarsi per la situazione umanitaria a Gaza. Dopo Lugano pure l'esecutivo della capitale ha dunque deciso, nella seduta di mercoledì, di invitare Berna a prendere posizione nei confronti di Israele. “La Svizzera – questo il senso dell'appello – non può rimanere inattiva e silenziosa di fronte alla tragedia umanitaria che si sta consumando a Gaza. Dopo mesi di posizioni contraddittorie e di silenzio sull'offensiva militare di Israele, è ora che il Consiglio federale si esprima finalmente in modo forte e chiaro su questo tema, nel rispetto della storia e della tradizione umanitaria del nostro Paese. Ci aspettiamo che il Consiglio federale prenda un impegno forte e immediato”.
Nella capitale ticinese, ricordiamo, fra l'anno scorso e quest'anno il Partito comunista aveva innescato col Municipio una polemica a distanza: con due interrogazioni aveva chiesto lumi sul perché a un certo punto sia stata tolta a Palazzo civico – e poi non più esposta quando la situazione a Gaza è andata peggiorando – la bandiera della pace che era apparsa all'inizio dell'invasione russa in Ucraina nella primavera 2022. L'esecutivo aveva rispedito al mittente le critiche affermando e ribadendo che l'esposizione “è stata un gesto simbolico a condanna di tutte le guerre, a fronte di un’invasione avviata dalla Russia nel cuore dell’Europa in spregio al diritto internazionale, che aveva avuto conseguenze dirette anche in Svizzera e in Ticino, anche solo con l’arrivo di numerosi profughi ucraini. Dopo un anno, si è ritenuto che il messaggio in quella forma avesse perso efficacia, tenuto del resto conto degli innumerevoli conflitti purtroppo ancora e sempre in corso in tutto il mondo, non solo in Ucraina e in Palestina. Ciò non toglie che anche da parte della Città rimane la condanna di tutte le forme di guerra e di soprusi da parte di uno Stato nei confronti di un altro Paese o di un popolo, fosse anche il proprio”.
Il sindaco Mario Branda è poi finito nel mirino della Gioventù comunista per aver partecipato, verso fine gennaio, al contestato concerto dell'Israel Philharmonic Orchestra tenutosi al Lac nel Giorno della memoria mentre il movimento di solidarietà con la Palestina protestava. Orchestra ritenuta dal Pc “profondamente legata al governo israeliano”, cosicché “supporta di fatto il genocidio del popolo palestinese”. Intervistato dalla ‘Regione’, Branda aveva risposto che «le atrocità di oggi non devono cancellare o relativizzare la barbarie del passato. Dovremmo forse dimenticarla? Al contrario, proprio adesso, nel momento in cui non pochi vogliono fare di tutta l’erba un fascio, è importante non mettere in discussione la tragicità e l’unicità della Shoah. Proprio in questo senso va riaffermata l’importanza del Giorno della memoria e vanno condannate le efferatezze delle politiche del governo di Israele. Non può trovare giustificazione la sua azione di distruzione indiscriminata e sistematica, la violazione assoluta dei diritti della popolazione palestinese e del diritto internazionale in genere».