Bellinzonese

A Bellinzona gli allievi potranno alloggiare a Casa Marta

Dopo la chiusura della Casa dello studente, il Cantone ha trovato un accordo con la Fondazione a partire dal prossimo anno scolastico

Un’altra possibilità di soggiorno per giovani che vivono lontano dagli istituti scolastici
(Ti-Press)
1 luglio 2025
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Dalla Casa dello studente a Casa Marta. Gli allievi che risiedono lontano dalla sede scolastica che frequentano, dal prossimo anno scolastico avranno la possibilità di alloggiare a Casa Marta a Bellinzona. Dopo la decisione del Consiglio di Stato di chiudere la Casa dello studente a partire dallo scorso giugno, il Dipartimento dell’educazione, della cultura e dello sport (Decs) ha avviato un dialogo con la Fondazione che gestisce la struttura che fornisce aiuto in particolare a chi si trova temporaneamente in difficoltà e senza alloggio. Riconoscendo “l’importanza di garantire pari opportunità” agli allievi, “il Decs ha accolto con favore la proposta della Fondazione Casa Marta, con la quale è stato definito un accordo per l’accesso alla struttura nell’ambito di un progetto pilota”, si legge in un comunicato.

Concretamente la gestione delle richieste di soggiorno da parte di ragazzi che necessitano di un alloggio per motivi scolastici è affidata a Casa Marta. “I rapporti contrattuali saranno stipulati direttamente tra le famiglie interessate e la Fondazione, secondo le condizioni stabilite”, si precisa nella nota. “Con questa collaborazione, è stata individuata una soluzione concreta e sostenibile che consente ai giovani di frequentare le scuole desiderate senza ostacoli legati alla distanza geografica”.

Ricordiamo che la decisione di chiudere la Casa dello studente di Bellinzona – in particolare per motivi economici, dovuti al costante calo degli iscritti – aveva sollevato parecchie critiche. Chiusura alla quale si erano opposti 13 granconsiglieri di diversi orientamenti politici, il Sindacato indipendente degli studenti e apprendisti (Sisa), ma anche altre organizzazioni politiche, giovanili e studentesche, associazioni magistrali e sindacali, così come genitori degli studenti che alloggiavano nella struttura e gli stessi studenti residenti. Organizzazioni che in una lettera indirizzata al Consiglio di Stato promossa dal Sisa avevano chiesto al governo "di riconsiderare la decisione e di adottare misure che garantiscano soluzioni abitative per gli studenti fuori sede". Sul tema i granconsiglieri del Partito Comunista Massimiliano Ay e Lea Ferrari avevano anche presentato un'interpellanza, al momento ancora inevasa dall'esecutivo cantonale. Nel testo sostenevano come fosse urgente trovare una sistemazione alternativa a beneficio in particolare degli studenti domiciliati in valle. Alternativa che ora il Cantone ha dunque trovato, con la speranza che possa facilitare lo studio a chi abita lontano dagli istituti scolastici.