Il Municipio ha incaricato Marco Bertoli di approfondire le segnalazioni di mobbing e altre criticità fatte da 13 collaboratori su 40
Preso atto degli esiti dell’indagine di clima condotta in primavera dal Laboratorio di psicopatologia del lavoro – così specificatamente incaricato dal Municipio – che rilevava una situazione di malessere maturata in seno al Settore attività sociali e all’Autorità regionale di protezione 15 (Arp) di Bellinzona, l'Esecutivo cittadino ha deciso di procedere, tramite un’inchiesta amministrativa, a un approfondimento dei fatti e a una verifica di alcune situazioni evocate. A questo scopo ha deciso di avvalersi della collaborazione dell’avvocato Marco Bertoli, sindaco di Cadenazzo e già procuratore pubblico, cui ha conferito mandato per procedere ai necessari passi istruttori, informando degli esiti lo stesso Municipio. L’Esecutivo esprime in questa occasione il proprio sostegno a tutte le persone coinvolte. E specifica che non rilascerà ulteriori informazioni sino alla conclusione dell’inchiesta amministrativa, confermando così la linea di discrezione finora assunta dal municipale e capodicastero Renato Bison e dal sindaco Mario Branda.
Sul tema, ricordiamo, è pendente un'interrogazione depositata il 2 luglio e firmata da 14 consiglieri comunali capeggiati da Lorenza Giorla-Röhrenbach (Verdi/Forum alternativo), nella quale si descrive un “clima di paura e soggezione, ritorsioni e atteggiamenti denigratori” da parte della presidente dell'Arp che al contempo ricopre anche il ruolo di direttrice dei Servizi sociali. La stessa (messasi in malattia alcuni mesi fa e patrocinata da un'avvocata) è stata informata nei giorni scorsi circa l'avvio dei nuovi approfondimenti. Quelli già svolti in primavera dal Laboratorio, come avevamo anticipato il 21 giugno, sono partiti da una segnalazione collettiva fatta da 13 dipendenti su un totale di 40. Oltre a questa si è successivamente aggiunto un documento di cinque pagine di cui abbiamo riportato le parti principali il 2 luglio. Documento nel quale un gruppo ristretto di dipendenti ha dettagliatamente elencato e descritto tutte le situazioni da essi ritenute problematiche e non più accettabili. I problemi vengono imputati alla responsabile dei due servizi e al fatto che il Municipio, sin dall'aggregazione, abbia incaricato per i due ruoli una sola persona, sebbene a tal riguardo il Consiglio di Stato abbia avanzato delle riserve già nel 2019 rispondendo a un'interrogazione del Movimento per il socialismo. Oltre al mobbing, nel documento vengono descritti anche atteggiamenti razzisti nei confronti degli utenti e abuso di potere verso taluni collaboratori. Il Laboratorio di psicopatologia del lavoro nel proprio esercizio di verifica ha confermato la presenza di una serie di problemi, che però non sono percepiti tali da tutti i collaboratori o aree di servizio. Da qui la richiesta degli interroganti affinché siano adeguatamente considerate le singole criticità segnalate dai dipendenti più toccati dai presunti atteggiamenti della responsabile.