Ritrovate morte due pecore a distanza di tre giorni vicino al castello di Sasso Corbaro. L’allevatore: ‘Il lupo è arrivato in città, bisogna intervenire’
Due pecore sono state predate negli scorsi giorni ad Artore, in un prato recintato a pochi metri dalla fermata del bus e a ridosso del sentiero che porta al castello di Sasso Corbaro di Bellinzona. Una prima pecora è stata ritrovata morta mercoledì, la seconda sabato mattina. «Non potendo più portarle sul mio monte a Carena a causa della presenza del lupo in Valle Morobbia, da tre o quattro anni le tenevo recintate nel prato della mia abitazione di Artore. Pensavo che qui a casa potessero essere al sicuro, ma evidentemente non è così», spiega raggiunto dalla ‘Regione’ l’allevatore Luca Ponzio. Il guardiacaccia ha effettuato tutti i rilievi del caso sabato pomeriggio, e a giudicare dalle importanti ferite riportate dagli animali, all’addome e alla testa, la predazione è attribuibile al 99 percento al lupo, una conferma giungerà a seguito delle analisi del Dna. «Sono state due predazioni avvenute in due momenti diversi a distanza di pochi giorni – spiega Ponzio ancora parecchio turbato – quindi il lupo è intervenuto due volte di fila». Ciò che preoccupa l’allevatore, ma anche diversi abitanti della frazione collinare di Bellinzona, è che la predazione è avvenuta vicino alla fermata del bus, dove c’è una piazzetta con una fontana. «C’è una roccia di una decina di metri e la mia casa si trova lì sopra la fermata e a duecento metri dal parco giochi dei bambini che si trova nel nucleo», evidenzia. L’allevatore possiede ancora cinque pecore, che però, dato l’accaduto, al momento tiene all’interno della stalla. «A questo punto purtroppo non mi fido a lasciare fuori neanche più il cagnolino», aggiunge. Le pecore erano protette da una rete metallica alta tra i 90 e 120 centimetri. «Se anche in città non si possono più lasciar pascolare le pecore in tranquillità c’è un problema, qui bisogna fare davvero qualcosa. Accanto al prato dove è stata ritrovata una mia pecora ci sono abitazioni in cui vivono anche bambini piccoli, è una situazione preoccupante, bisogna intervenire». La zona è molto frequentata poiché si trova nei pressi del castello di Sasso Corbaro, dove quotidianamente accorrono numerosi visitatori che lo raggiungono anche a piedi, passando quindi per il sentiero che costeggia l’abitazione dove sono avvenute le predazioni. «È vero che il lupo agisce di notte, però non si sa mai… io non mi sento più molto tranquillo», conclude Ponzio.
«Con queste ultime due predazioni avvenute ad Artore possiamo affermare che il lupo è arrivato in città e questo evidentemente preoccupa il Municipio che monitorerà la situazione», afferma il vicesindaco Fabio Käppeli, interpellato dalla redazione. L’esecutivo, prosegue il municipale, è vicino alla preoccupazione della cittadinanza, per quanto riguarda la sicurezza, e all’apprensione degli allevatori che svolgono un’attività economica in questo ambito. «Sicuramente chiederemo chiarimenti, come già fatto con le recenti predazioni in Valle Morobbia, ai preposti uffici cantonali. Devo comunque sottolineare che il Municipio non ha competenze in materia». La competenza in materia di definizione delle strategie per la gestione del lupo è infatti attribuita alla Confederazione, in particolare all’Ufficio federale dell’ambiente, e in via subordinata al Cantone. Una situazione delicata e un equilibrio difficile da mantenere: «Da tempo la situazione sta peggiorando e delle risposte non sono fin qui arrivate. A titolo personale mi sento di dire che questa convivenza tra i grandi predatori e il nostro territorio in Svizzera è impossibile», conclude Käppeli.
Sebbene in un territorio vasto come quello di Bellinzona, con una grande area boschiva, degli attacchi siano in una certa misura immaginabili, il fatto che le ultime predazioni si siano spostate sempre più verso i centri urbani è fonte di inquietudine per la popolazione. Lo scorso maggio si erano verificate tre predazioni da parte di un lupo in zona Scarpapé sopra Giubiasco e ora ad Artore, ancora più vicino alle abitazioni. Dopo gli episodi in Morobbia, il consigliere comunale Manuel Donati (Lega/Udc) aveva interpellato il Municipio per chiedere provvedimenti e un ordine di abbattimento. Le predazioni però non erano computabili ai fini del raggiungimento delle soglie di danno rilevante previste dall’articolo 9b dell’Ordinanza sulla caccia e la protezione dei mammiferi e degli uccelli selvatici, necessarie per l’eventuale rilascio di un ordine di abbattimento. Questo poiché le pecore predate non erano adeguatamente protette perché mancavano i sistemi di protezione riconosciuti per la difesa del bestiame che comprendono recinzioni elettrificate e cani da guardia. Vale lo stesso per le pecore predate negli scorsi giorni ad Artore, sul sito dell’Ufficio della caccia e della pesca, oltre a riferire del ritrovamento di due pecore morte si legge “animali non protetti adeguatamente”. Anche queste predazioni dunque non potranno essere considerate per un ordine di abbattimento. «Ritengo normale che l’allevatore non abbia utilizzato un’apposita recinzione e i cani da guardia; nessuno poteva immaginare che il lupo arrivasse ad Artore», osserva il municipale. «Nell’ambito dei chiarimenti che richiederemo discuteremo anche dei limiti dell’Ordinanza federale che oggi non appare più adeguata a fornire le risposte del caso. Le ultime predazioni lo hanno evidenziato e il problema si è acuito negli ultimi anni», conclude.