Il Municipio in una lettera chiede al consigliere federale Albert Rösti di rivedere la decisione di sopprimere il terminale del comune vicino
Come noto, la riorganizzazione del traffico combinato decisa da Ffs Cargo – a causa delle perdite registrate – prevede la soppressione di posti di lavoro (40 in Ticino) e la chiusura di otto terminali di cui due a sud delle Alpi, ovvero quello di Lugano-Vedeggio e quello di Cadenazzo. E proprio la chiusura di quest'ultimo genera una “profonda preoccupazione” al Municipio di Sant’Antonino, che ha quindi recentemente scritto una lettera al consigliere federale Albert Rösti, invitandolo a “intervenire tempestivamente presso la direzione di Ffs Cargo affinché venga rivista questa decisione”. Stando all'esecutivo “è essenziale garantire la continuità del servizio nel traffico combinato e preservare la stazione di trasbordo di Cadenazzo, quale elemento chiave per una logistica moderna, efficiente e rispettosa dell'ambiente”, si legge nella missiva. Ricordiamo che altri Comuni, in particolare del Sottoceneri, hanno recentemente inviato appelli simili a Rösti. Inoltre, il prossimo 29 agosto è previsto un corteo a Mendrisio per dire ‘No allo smantellamento di Ffs Cargo in Ticino’.
Tornando a Sant'Antonino – che confina con Cadenazzo – il Municipio nella lettera rimarca che sul territorio del Comune “operano numerose realtà economiche, tra cui importanti aziende logistiche e grandi centri commerciali, che attualmente si affidano al servizio di Ffs Cargo per le proprie esigenze di carico e scarico”. Inoltre recentemente si sono insediate anche nuove attività attratte proprio “dalla prossimità al punto di carico di Cadenazzo”. Di conseguenza una sua chiusura “potrebbe provocare gravi difficoltà operative per queste aziende, con conseguenze negative sull'occupazione locale e sulla vitalità economica della nostra regione”. Questo servizio è dunque ritenuto “essenziale per il corretto funzionamento della nostra economia locale”. Ma rappresenta anche “una componente fondamentale per una logistica sostenibile e rispettosa dell'ambiente”. In quest'ultimo contesto, l'esecutivo teme infatti che la soppressione del terminale possa portare a “un drastico aumento del trasporto su gomma, con un impatto diretto e negativo sull'incremento del traffico veicolare già fortemente congestionato nelle nostre strade”, si legge nella missiva. “Tale evoluzione provocherebbe un peggioramento significativo della qualità dell'aria e un aumento delle emissioni di CO2, contrastando apertamente gli importanti sforzi ambientali e climatici che a tutti i livelli si stanno mettendo in atto per preservare il nostro territorio e la salute dei cittadini”. A ciò va poi aggiunto che la decisione “metterebbe a rischio la sicurezza stradale e andrebbe a compromettere la strategia nazionale di promozione del trasporto combinato ferro-gomma, fondamentale per ridurre l'impatto ambientale del settore logistico”.