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Officine, con la posa della prima pietra si entra nel futuro

Cerimonia per l'inizio della costruzione del Nuovo stabilimento delle Ffs, a 17 anni dallo sciopero. Norman Gobbi: ‘Storia del Ticino scritta sui binari’

5 settembre 2025
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Sono trascorsi 17 anni da quel 2008 che aveva segnato l’inizio della crisi delle Officine di Bellinzona e finalmente un raggio di luce è spuntato all’orizzonte, raggio che nel giro di tre anni si trasformerà in una splendida giornata di sole. Ad Arbedo-Castione è stata posata in mattinata la prima pietra del Nuovo stabilimento industriale ferroviario (Nsif), infrastruttura dal costo complessivo di circa 755 milioni di franchi, che garantirà un lavoro qualificato a 360 operai e a 80 apprendisti e che dovrebbe essere inaugurato a metà 2028. L’edificio occuperà una superficie di 40’000 metri quadrati (su un totale di 150’000), pari a otto campi da calcio, e al suo interno si procederà alla manutenzione leggera e pesante dei nuovi elettrotreni (Giruno, Etr, Flirt Tilo), con un aumento delle attività elettromeccaniche e un alto grado di digitalizzazione.

Alla cerimonia hanno preso parte le massime autorità cantonali (Consiglio di Stato in corpore, guidato dal presidente Norman Gobbi), oltre ai sindaci di Arbedo-Castione, Luigi Decarli, e di Bellinzona, Mario Branda, e al Ceo di Ffs, Vincent Ducrot. Siccome i lavori preparatori per il cantiere sono già in atto da due anni, la posa della prima pietra è stata sostituita dalla bullonatura di due binari, quasi a voler sottolineare quanto centrale sia l’edificazione del nuovo Nsif per una rete ferroviaria che in Svizzera, ma ancor più in Ticino, è parte fondamentale della storia e dello sviluppo del territorio.

Mario Branda: ‘Bellinzona e ferrovia legati da sempre’

Lo ha ricordato anche Mario Branda nel suo intervento, sottolineando come «il territorio di Bellinzona è intimamente legato alla storia dello sviluppo della ferrovia e con essa delle sue storiche Officine. La prima stazione ferroviaria del 1874, l’apertura della galleria del San Gottardo nel 1882 e la realizzazione delle Officine nel 1889 costituiscono pietre miliari nella storia dello sviluppo della nostra città e, diciamolo, del nostro cantone».

Il sindaco di Bellinzona ha poi ricordato quanto importanti siano state le Officine per generazioni di bellinzonesi che vi hanno trovato lavoro, «in un paese che alla fine dell’Ottocento era ancora poverissimo. Le Officine hanno rappresentato un punto di riferimento al quale guardare con speranza e, al tempo stesso, un punto di svolta nel processo di sviluppo della nostra regione».

Quello che si sta concretizzando a Castione «rappresenta un investimento industriale di entità mai vista alle nostre latitudini e che genererà centinaia di posti di lavoro e uno know-how tecnologico del quale beneficeranno le generazioni future».

Norman Gobbi: ‘Un altro 5 settembre per entrare nel futuro’

La democrazia svizzera – ha ricordato Norman Gobbi –, con i suoi pesi e contrappesi, con le sue procedure talvolta bizantine, non è fatta per procedere spedita come un treno. Tuttavia, a differenza di quanto avviene in altre realtà, dove tutto avanza in modo più spedito, vengono rispettati i diritti della popolazione e la salute dei lavoratori: «Il progetto al quale diamo il via, è un progetto che descrive il modo in cui vogliamo costruire questo paese. Un progetto visionario, ma proporzionato, all’avanguardia della tecnologia, ma con salde radici nella volontà popolare di tutta la comunità ticinese».

E ancora: «La storia di questo cantone è stata scritta sui binari. Dall'inaugurazione della galleria del San Gottardo a oggi, le più grandi trasformazioni degli ultimi 150 anni sono state tutte dettate dal ritmo degli investimenti e dell'estensione della rete ferroviaria. A dieci e cinque anni dall'apertura dei tunnel di base del San Gottardo e del Ceneri, siamo nella stessa posizione dei nostri antenati del 1890, che ancora non potevano rendersi conto fino in fondo di cosa significasse quel foro nella montagna che collegava Airolo al Nord delle Alpi. Solo il tempo ci mostrerà a quale progresso abbiamo aperto oggi la strada e siamo fiduciosi che sia un progresso vero per tutti e tutti gli abitanti di questo cantone. E dopo il 5 settembre 1980 (apertura del tunnel autostradale, ndr), che ha portato il Ticino in una nuova era, un altro 5 settembre ne segna l'entrata in una nuova era tecnologica e industriale».

Vincent Ducrot: ‘L'importanza del Ticino’

Il saluto delle Ferrovie federali lo ha portato il Ceo Vincent Ducrot, il quale ha subito voluto sottolineare «l’importanza del Ticino per le Ffs. Quello che ci ha portato alla posa della prima pietra non è stato un tragitto senza intoppi. Quando abbiamo constatato l’aumento dei costi, ci siamo chiesti come li avremmo potuti sostenere, ciò nonostante abbiamo tenuto duro, abbiamo creduto nel progetto, nelle autorità regionali, in quelle cantonali».

Luigi Decarli: ‘Equilibrio raggiunto’

E se il nuovo Nsif è importante per il cantone, lo è a maggior ragione per Arbedo-Castione, il cui sindaco Luigi Decarli ha ricordato come «qui siamo abituati a veder passare i treni, ma da oggi li vedremo anche fermarsi e prendere forma».

L’edificazione di un’infrastruttura tanto importante rappresenta «una questione di equilibrio tra interessi locali e visioni nazionali. Un equilibrio che non è stato facile raggiungere. Arbedo-Castione ha chiesto rispetto, ascolto, non privilegi, e oggi abbiamo trovato almeno un compromesso che ci consente di guardare avanti».

Ferrovia vuol dire anche mobilità sostenibile: «Ma la transizione ecologica, se vuole essere credibile, deve essere anche socialmente equa, territorialmente equilibrata e politicamente trasparente. È in questa chiave che intendiamo leggere la presenza di questo nuovo stabilimento così rilevante sul nostro territorio», ha concluso Decarli.