Impugnata da decine di abitanti anche la variante alla domanda di costruzione presentata da Swisscom per migliorare il segnale nella media Val di Blenio
Suscita ancora malumori e perplessità l’intenzione avanzata da Swisscom di posare un’antenna di telefonia mobile sul tetto della nuova casa comunale di Acquarossa, realizzata alcuni anni fa nella frazione di Comprovasco. La variante alla domanda di costruzione, pubblicata in agosto, ha raccolto due opposizioni e un’opposizione collettiva sottoscritta da diverse decine di persone. Le stesse che si erano già schierate l’anno scorso in occasione della prima domanda di costruzione, dopo la quale la compagnia ha aggiornato il progetto, apportando alcuni accorgimenti, nella speranza di evitare una seconda levata di scudi.
L’iter era iniziato un paio d’anni fa quando Swisscom aveva chiesto al Municipio l’autorizzazione a installare le apparecchiature di ultima generazione (5G) per risolvere il problema dovuto a un segnale divenuto ormai insufficiente a fronte di una trasmissione dati in crescita costante. L’antenna prevista supporterebbe le due già presenti a sud e a nord di Acquarossa, rispettivamente a Malvaglia/Tegnogna e a Torre/Grumascio. Vista la sensibilità dell’argomento, nel luglio 2023 il Municipio aveva organizzato una seduta di Consiglio comunale informale durante la quale la compagnia aveva esposto i dettagli tecnici dell’impianto; in ottobre era poi stata organizzata una serata pubblica al Cinema Teatro Blenio con l’obiettivo di orientare la popolazione e conoscerne le impressioni. Tuttavia – scriveva poi il Municipio nel messaggio al Legislativo sull’affitto del tetto – la partecipazione non era stata all’altezza delle aspettative, rendendo impossibile capire se vi fossero scetticismo e preoccupazione.
Quindi nel dicembre 2023 il Consiglio comunale aveva votato all’unanimità l’autorizzazione all'affitto del tetto. Messaggio nel quale l’esecutivo specificava un punto sensibile: “Swisscom ha dato tutte le rassicurazioni che non vi è nessun influsso sul personale amministrativo né sulle persone che vivono o lavorano nelle adiacenze”. E aggiungeva che “questi impianti sono costantemente monitorati tramite misure di collaudo ma anche da controlli a sorpresa su mandato del Dipartimento del territorio all’insaputa degli operatori”.
In sostanza, qualora Swisscom riuscisse a ottenere la licenza edilizia e potrà posare l’impianto sullo stabile, sottoscriverà un contratto per una durata minima di 15 anni che consentirà al Comune d’incassare un’indennità annua di 7-8mila franchi. Ma, come si è visto, fra la popolazione locale i timori non mancano: a fronte di una serata pubblica poco partecipata, la lista degli opponenti è invece corposa e la questione rischia di trascinarsi per anni, visto che con ogni probabilità l’eventuale concessione della licenza edilizia da parte del Municipio sfocerebbe in ricorsi privati alle istanze superiori.